Riceviamo e pubblichiamo
Le destre vincono. La rimonta di Veltroni non c’è stata. La sinistra scompare dal Parlamento. Tutta la pioggia di questa notte non è riuscita a levarmi di dosso il senso di schifo che i risultati elettorali mi hanno trasmesso. So, solamente, che chi è solo lo sarà di più, chi ha poca voce ne avrà ancora meno, finanche i nostri corpi, immagino, avranno meno valore in un paese in cui ogni giorno qualcuno crepa sul posto di lavoro, mentre un altro ragazzo, dalle nostre terre, deciderà di partire verso un ipotetico altrove dal profumo di futuro. Avranno meno valore i corpi delle donne la cui ultima parola potrà valere sempre meno perché a vincere, volendo usare le parole di Pasolini, è stato il paese sporco su quello pulito, il paese disonesto su quello onesto, il paese idiota su quello intelligente, il paese ignorante su quello colto, il paese consumistico su quello umanistico. Ma forse non siamo più ciò che crediamo di essere: non così colti, non così intelligenti, non così puliti e forse neppure così onesti, almeno verso noi stessi. Abbiamo sbagliato. Tempi? Parole? Modalità? Ancora non so. Più tardi proveremo anche a capire.
So che il mio senso d’identità, di cittadinanza, di appartenenza ad un paese in cui non mi riconosco si fa ancora più flebile e, inadeguati, mi appaiono quei punti, quei luoghi e quegli spazi dell’anima entro cui, in maniera resistente ed interstiziale provavo a tenere assieme una ricerca di senso. La sinistra perde, molti lo diranno, ma, temo che saranno molti di più coloro che, in un futuro non molto lontano, s’accorgeranno, assieme ad essa, d’essere stati sconfitti. Si dovrà ricominciare, da chi vorrà esserci, da chi potrà esserci, ed il nostro cammino, ancora una volta, sarà quello più lungo. La sinistra, come un Cristo della post-modernità, avrà bisogno di stimmate e di nuove ferite sul costato a testimoniare la condivisione delle sofferenze e delle speranze di un popolo che per riconoscersi vorrà toccare quelle piaghe e quelle carni che, solo allora, percepirà come autentiche. Ricominciamo dal basso, da quei luoghi che durante questi giorni, comunque, abbiamo provato ad attraversare. E’ lì che bisognerà essere perché è da quei posti che arriveranno le vecchie e le nuove domande. E, solo se ci saremo, potremo offrire la nostra risposta.
Generoso Bruno
So che il mio senso d’identità, di cittadinanza, di appartenenza ad un paese in cui non mi riconosco si fa ancora più flebile e, inadeguati, mi appaiono quei punti, quei luoghi e quegli spazi dell’anima entro cui, in maniera resistente ed interstiziale provavo a tenere assieme una ricerca di senso. La sinistra perde, molti lo diranno, ma, temo che saranno molti di più coloro che, in un futuro non molto lontano, s’accorgeranno, assieme ad essa, d’essere stati sconfitti. Si dovrà ricominciare, da chi vorrà esserci, da chi potrà esserci, ed il nostro cammino, ancora una volta, sarà quello più lungo. La sinistra, come un Cristo della post-modernità, avrà bisogno di stimmate e di nuove ferite sul costato a testimoniare la condivisione delle sofferenze e delle speranze di un popolo che per riconoscersi vorrà toccare quelle piaghe e quelle carni che, solo allora, percepirà come autentiche. Ricominciamo dal basso, da quei luoghi che durante questi giorni, comunque, abbiamo provato ad attraversare. E’ lì che bisognerà essere perché è da quei posti che arriveranno le vecchie e le nuove domande. E, solo se ci saremo, potremo offrire la nostra risposta.
Generoso Bruno
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