Caro Fausto,
sono una compagna che ieri sera era presente in Piazza Dante a Napoli e per l'ennesima volta ho sperato e sognato, ascoltando le tue parole.
Il mio nome è Amalia Hilda Tobar, sono arrivata in Italia nel 1986 in fuga dalla miseria lasciata dall'ultima dittatura argentina, avevo sette anni; oggi ne ho 29 e sono segretaria del Circolo Prc "25 Aprile" di Solofra(AV), mi sono impegnata in maniera assidua in questa campagna elettorale perché credo nel progetto di una sinistra unita come unica salvezza della politica italiana.
Eppure, non posso nasconderti che sono un po’ delusa perché anche quest'anno non potrò votare poiché nonostante siano passati 22 anni, continuo ad essere extracomunitaria e sono costretta ogni anno a rinnovare il permesso di soggiorno.
Ieri sera ti ho fermato per dirti queste cose, ma la situazione ha fatto sì che tu mi ascoltassi frettolosamente, perciò, compagno Fausto, ti scrivo per chiederti un serio impegno della Sinistra l'Arcobaleno per risolvere tante, troppe situazioni come la mia.
Ritengo assurdo, e non so trovare un altro aggettivo, che, essendo vissuta praticamente da sempre in Italia, io abbia diritto ai doveri e poco ai diritti, compreso il diritto di voto, visto che anche gli immigrati residenti sul suolo italiano pagano le tasse e subiscono le leggi di questo stato al pari di tutti i cittadini italiani.
Se mi rivolgo a te, compagno Fausto, è perché io faccio una scelta di parte, almeno nei principi; giorni fa lo dicevo nel corso di un comizio tenuto nella mia città.
Scelgo la Sinistra l'Arcobaleno perché figlia e sorella di operai, nipote di un contadino ed un minatore, perché la mia venuta in Italia è il risultato della manovre capitalistiche fatte dagli Stati Uniti nel Sud America a discapito dei tanti che come me sono stranieri sia in patria che nel paese d'adozione.
Mio padre è stato prigioniero nello Stadio Nazionale di Santiago del Cile sotto il colpo di stato di Pinochet ed è fuggito in Argentina dove ha trovato Videla; ed ora eccomi qua, piena di rabbia e voglia di riscossa, eppure, sempre incapace di agire anche solo attraverso il voto a causa di leggi che ritengo assurde e xenofobe.
Perciò ti chiedo, compagno Fausto, una seria presa di posizione circa la questione immigrati da parte di questa nuova sinistra che si affaccia all'orizzonte, perché sono stanca di vedere calpestati i diritti di noi immigrati, perché sono stanca di sentire le frasi "prima agli italiani e poi agli stranieri", perché non ne posso più di non poter partecipare perché extracomunitaria.
Perché, caro compagno Fausto, anche gli immigrati extracomunitari hanno il diritto di veder spuntare l'Arcobaleno.
Solofra, lì 10 aprile 2008.
sono una compagna che ieri sera era presente in Piazza Dante a Napoli e per l'ennesima volta ho sperato e sognato, ascoltando le tue parole.
Il mio nome è Amalia Hilda Tobar, sono arrivata in Italia nel 1986 in fuga dalla miseria lasciata dall'ultima dittatura argentina, avevo sette anni; oggi ne ho 29 e sono segretaria del Circolo Prc "25 Aprile" di Solofra(AV), mi sono impegnata in maniera assidua in questa campagna elettorale perché credo nel progetto di una sinistra unita come unica salvezza della politica italiana.
Eppure, non posso nasconderti che sono un po’ delusa perché anche quest'anno non potrò votare poiché nonostante siano passati 22 anni, continuo ad essere extracomunitaria e sono costretta ogni anno a rinnovare il permesso di soggiorno.
Ieri sera ti ho fermato per dirti queste cose, ma la situazione ha fatto sì che tu mi ascoltassi frettolosamente, perciò, compagno Fausto, ti scrivo per chiederti un serio impegno della Sinistra l'Arcobaleno per risolvere tante, troppe situazioni come la mia.
Ritengo assurdo, e non so trovare un altro aggettivo, che, essendo vissuta praticamente da sempre in Italia, io abbia diritto ai doveri e poco ai diritti, compreso il diritto di voto, visto che anche gli immigrati residenti sul suolo italiano pagano le tasse e subiscono le leggi di questo stato al pari di tutti i cittadini italiani.
Se mi rivolgo a te, compagno Fausto, è perché io faccio una scelta di parte, almeno nei principi; giorni fa lo dicevo nel corso di un comizio tenuto nella mia città.
Scelgo la Sinistra l'Arcobaleno perché figlia e sorella di operai, nipote di un contadino ed un minatore, perché la mia venuta in Italia è il risultato della manovre capitalistiche fatte dagli Stati Uniti nel Sud America a discapito dei tanti che come me sono stranieri sia in patria che nel paese d'adozione.
Mio padre è stato prigioniero nello Stadio Nazionale di Santiago del Cile sotto il colpo di stato di Pinochet ed è fuggito in Argentina dove ha trovato Videla; ed ora eccomi qua, piena di rabbia e voglia di riscossa, eppure, sempre incapace di agire anche solo attraverso il voto a causa di leggi che ritengo assurde e xenofobe.
Perciò ti chiedo, compagno Fausto, una seria presa di posizione circa la questione immigrati da parte di questa nuova sinistra che si affaccia all'orizzonte, perché sono stanca di vedere calpestati i diritti di noi immigrati, perché sono stanca di sentire le frasi "prima agli italiani e poi agli stranieri", perché non ne posso più di non poter partecipare perché extracomunitaria.
Perché, caro compagno Fausto, anche gli immigrati extracomunitari hanno il diritto di veder spuntare l'Arcobaleno.
Solofra, lì 10 aprile 2008.
Fraternamente, con affetto.
Amalia Hilda Tobar
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