venerdì 30 maggio 2008

Insieme ai movimenti per costruire nuovi spazi di cittadinanza.

Riceviamo e pubblichiamo.
Domani mattina sarò alla manifestazione ambientalista ad Avellino. Ci sarò perché l’Irpinia ha il diritto di scegliere.
L’idea della provincializzazione dell’intero ciclo dei rifiuti passa non solo per il superamento della gestione commissariale e per il ritorno ai poteri ordinari e, non solo, per il compimento nell’ambito di un territorio dell’intero ciclo dei rifiuti ma, soprattutto, nella scelta stessa delle modalità secondo cui questo ciclo dovrà compiersi.
Sarà importante esserci perché occorre, su questo tema, un nuovo protagonismo popolare e dei movimenti che dai prossimi giorni, uscendo da una pratica territoriale e resistenziale del conflitto, dovrà trovare la forza dell’elaborazione di una proposta complessiva e condivisa capace di vincolare le scelte delle istituzioni locali ad un’idea – quella dei rifiuti zero - innovativa di gestione del ciclo dei rifiuti in Irpinia.
Occorre ripensare una gestione pubblica dell’intero ciclo dei rifiuti, che porti cittadini e istituzioni a scelte condivise e trasparenti capaci di escludere la soluzione dell’incenerimento in favore de una scelta di impianti e di tecnologie per il trattamento a freddo dei rifiuti differenziati.
Dall’Irpinia può nascere il rovesciamento delle politiche dell’incenerimento e delle discariche messe, finora, in campo dai governi regionali, a partire dal piano Rastrelli, con la complicità di un’imprenditoria malata ed affarista e, ribadite, in questi giorni, anche dal governo Berlusconi.
Domani, a Pianodardine, bisognerà ribadire la centralità della raccolta differenziata spinta e del compostaggio di qualità e sottolineare l’assoluto immobilismo della città capoluogo e del suo Sindaco su questi temi. Resta evidente il peso specifico del comune di Avellino sulle percentuali provinciali della raccolta differenziata.
L’emergenza avrebbe dovuto far scattare, almeno per ridurre l’accumulo in strada dei rifiuti, il tentativo di un potenziamento della differenziata resa, invece, dall’emergenza, ancora più inefficace.
Domani, quella di Avellino dovrà essere una manifestazione per dire no alla militarizzazione della gestione dei rifiuti messa in campo dal governo Berlusconi; contro le nuove norme che ledono l’autonomia della magistratura nelle inchieste sulla gestione dei rifiuti e sulla tutela ambientale e contro la criminalizzazione dei movimenti ambientalisti e delle donne e degli uomini che si battono contro la realizzazione delle discariche.
Domani ci sarò non solo perché le compagne ed i compagni di Rifondazione Comunista hanno aderito alla manifestazione o perchè ci saranno le ragazze ed i ragazzi di cir0 – comitato irpino rifiuti ZERO – o, perché a manifestare ci saranno pure le associazioni, quelli di RossoFisso ad esempio, ma, perché, già domani, in Irpinia, potrebbe inaugurarsi la costruzione di spazi più compiuti di cittadinanza capaci di offrire alla politica nuove e più consapevoli domande.

Generoso Bruno – Responsabile regionale PRC della Sinistra Europea

giovedì 29 maggio 2008

A Villamaina, la due giorni sul maggio francese ed il '68.


Villamaina (AV), giovedì 29 e venerdì 30 maggio,"1968-2008: QUARANTA ANNI DOPO IN OGNI CASO NESSUN RIMORSO", si svolgerà nelle giornate di Programma:

-giovedì 29, apertura della mostra sui manifesti del maggio francese

presentazione del libro "Un angolo di cielo" con l'autore Daniele Maffione e Annibale Cogliano - storico.

A seguire musica e spettacolo teatrale.



-Venerdì 30 alle 18, si discuterà di "Vecchi movimenti, nuove rivendicazioni" con l'intervista "doppia" ad Oreste Scalzone, leader studentesco del 68, e Francesco Caruso.


Durante la due giorni sarà allestito uno spazio libreria.

Assemblee.

Dopo l'iniziativa con Nichi Vendola, Continua il ciclo di Assemblee territoriali del Prc denominate: "La Sinistra che ricomincia a camminare"

-giovedì 29, a partire dalle 19, a Lauro, si svolgerà una nuova assemblea con la partecipazione di Raffaele Tecce.

-domenica 1 giugno ore 18 a Paternopoli con l'on. Vincenzo Aita, Eurodeputato del Prc.

PRIDE '08... Lettera aperta: SOSTENIAMOLO!


mercoledì 28 maggio 2008

INTERVISTA A LUISA MORGANTINI.

Onorevole, lei è stata nominata Vice Presidente del Parlamento Europeo nel 2007, un incarico molto prestigioso ma anche di grande responsabilità in quanto lei rappresenta ben 500 milioni di persone. Come vive e affronta ogni giorno questo impegno?

Ammetto di essere sempre stupefatta e mi meraviglia di essere la Vice Presidente di un Parlamento così straordinario e così importante. Sono profondamente europeista e sono così grata ad Altiero Spinelli e a tutti quelli/e che si sono votati alla costruzione dell’Europa, anche se molto c’è da fare perché l’Europa sia coerente con i valori di giustizia sociale di difesa della dignità umana che proclama avere a proprio fondamento.
A volte però che io sia Vice Presidente del Parlamento Europeo si meravigliano anche le persone che incontro nel negozio sotto casa, al supermercato, “ma come anche lei fa la spesa e porta i pacchi? Ma non ha l’autista?”. Qualche settimana fa di ritorno dal Sud Africa dove insieme ad una ONG italiana siamo andati a verificare l’efficacia dei progetti per la libertà dall’ Aids (non era un viaggio ufficiale del PE e viaggiavo in economy), il giovane napoletano seduto accanto a me, dopo avermi chiesto cosa facevo e ricevuto la mia risposta un po’ imbarazzata, si è totalmente meravigliato e mi ha detto che lo avrebbe detto alla sua mamma, che aveva viaggiato con una parlamentare non in business ma in economy e che non aveva la Mercedes blu a disposizione bensì possedeva una vecchia Clio del '98 che guidava lei stessa.
Ma a parte ciò, spesso mi chiedo se sono all’altezza del compito ed a volte mi sento inadeguata di fronte alla complessità dei temi e dei problemi da affrontare, mi salva il mio senso del limite, che ho imparato nel sindacato, nel femminismo, nella nonviolenza: occuparmi non di tutto ma focalizzarsi su alcune questioni e temi che per me sono il centro della mia vita e dei miei valori. Tra i compiti che mi sono stati affidati nell’ufficio di Presidenza vi è il rapporto dell’Unione Europea e le sue strategie con l’Africa insieme con l’impegno del Parlamento Europeo per l’affermazione dei diritti umani. Sono molto felice che la mia proposta di tenere al Parlamento Europeo nell’anno delle relazioni Interculturali, una settimana che riempirà il Parlamento della cultura africana nella sua accezione più ampia. L’ Africa non è solo fame, morte, desertificazione, guerre. Le risorse e le ricchezze non solo materiali ma umane dell’Africa sono immense e bisogna fare in modo che davvero i rapporti con l’UE siano di partnership che si riconoscono nelle disparità. E’ necessario rompere gli stereotipi che ci impediscono di vedere l’ altro/a nella sua complessità, naturalmente bisognerebbe anche cambiare le regole delle politiche commerciali.
Ma lei mi chiedeva come affronto le questioni, sarà banale ma lo faccio sul serio, dire con passione è poco a volte è un ossessione, lavoro molto. A casa non ho figli, nipoti, mariti, amanti, che mi aspettano, solo due gatti che posso vedere poco e me ne dispiace molto. Ma non mi fermo, cerco di fare in modo che i diritti umani non siano parole ma azioni e che l’Europa non adotti due pesi e due misure quando i diritti sono violati. E’ faticoso, ma ne vale la pena! Solo il mio corpo ogni tanto si ribella, e allora resto ferma per due giorni perché non posso camminare, ma si sa c’è il telefono, la mail e allora continuo.


Nella sua prima sessione plenaria, quale presidente, ha dato l'avvio ad un dibattito sulle pari opportunità, argomento a lei caro in quanto da sempre ha combattuto per i diritti e l'uguaglianza in genere. Oggi, a distanza di un anno, quali iniziative in questo settore è riuscita a portare avanti, a far approvare?

In realtà non ho fatto moltissimo, ma il parlamento e la Commissione delle Donne nel loro insieme, hanno invece lavorato molto.
Su sostegno alle donne nei luoghi di conflitto, la promozione della pari opportunità nelle politiche di sviluppo dell’ Unione Europea, l’impegno contro il traffico e lo sfruttamento delle donne, la difesa del lavoro e della salute.
La settimana scorsa sono riuscita insieme ad altre tre parlamentari a raccogliere abbastanza firme per fare accettare a tutto il parlamento la richiesta di una politica della Commissione Europea che promuova finanziariamente il micro-credito per le donne nella diverse regioni del mondo. Ma naturalmente promuoviamo le pari opportunità anche all’interno del Parlamento, dove come ovunque la discriminazione esiste.

Come indipendente, prima nel 1999 e poi nel 2004 è stata eletta nelle liste di Rifondazione Comunista. Qual è il suo pensiero sulle recenti elezioni italiane che hanno decretato l'uscita dal Parlamento di questo storico partito?


Come lei dice non sono iscritta a questo Partito, ma è ovvio che essendomi candidata con il Prc condivido molte delle sue posizioni e visioni, negli ultimi anni poi ho davvero apprezzato la battaglia culturale intrapresa per cambiare nel profondo una cultura leninista e praticare la cultura della nonviolenza, naturalmente insieme a questo la difesa dei gruppi sociali discriminati e più deboli, le battaglie per l’acqua e i servizi come diritto, la pace tra palestinesi e israeliani e la fine dell’occupazione militare, l’impegno contro le guerre.
I risultati delle elezioni soprattutto la non presenza in parlamento di questa sinistra la considero molto grave e dolorosa e un fallimento che non è solo elettorale.
Dovremo ricominciare a capire e partire dai bisogni delle persone, dalla vita quotidiana, non rimuovere o negare le paure, l’insicurezza, ma cercare di trovare alternative. Ho paura e orrore di una società, anche se non è ancora nella sua maggioranza che dà fuoco ai campi rom, che diventa xenofoba, che perde anima e umanità, ma bisogna affrontare la questione nelle sue contraddizioni. Soprattutto mi fa orrore quando leader politici invece di aiutare a capire ad accogliere accendono odi e violenze.
Mi auguro che il Prc sappia ritrovare la strada delle lotte sociali e per la giustizia, senza settarismi. Mi piacerebbe che ci si impegnasse affinché vi sia
una politica di casa per tutti, sarebbe anche un volano per l’economia e non ci sarebbero più persone costrette a vivere sul greto di un fiume dentro catapecchie.
Da parte mia continuo a lavorare in modo trasversale sulle singole questioni, pace – guerra – sviluppo – diritti umani, cercando di camminare insieme a tutti e tutte quelli che pensano che l’ Arcobaleno sia davvero agire per un mondo di colori e diversità dove ognuno/a “sia di aiuto all’altro” e non deleghi a nessuno la partecipazione alla vita sociale e politica.

Lei ha da poco ricevuto il premio per la pace delle Donne in nero Israeliane e la Colomba d'oro per la pace di Archivio Disarmo ed è anche tra le mille donne nel mondo che sono state candidate al Premio Nobel per la pace. A prescindere dalla sua indiscussa operosità e dai suoi meriti, la chiave del suo successo non è legata in parte alla immediata comunicabilità che trasmette la sua persona? Questo è il mio pensiero. Grazie

Mamma mia! Tra le mille donne candidate al Nobel mi chiedo come sia accaduto, anche se non ho più grande considerazione per molti dei Nobel per la pace.
Beh, devo ringraziarla io, per pensare questo di me. Forse è vero riesco a comunicare, a non nascondermi, a guardare gli altri con amore, no non sono melensa ho anche le mie antipatie. Magari comunico perché quando vado a parlare nei diversi luoghi e incontri non parlo il “politichese” racconto fatti, mi metto in gioco testa e corpo, come quando, insieme a donne palestinesi e israeliane e internazionali cerchiamo di fermare con le nostre mani alzate i soldati che stanno sparando, o forse perché guardo dritto negli occhi le persone che incontro e sorrido dal di dentro. Insomma adoro il mondo e vorrei tanto che l’urlo per tante ingiustizie e sofferenze non cadesse nel vuoto e nell’indifferenza o ancor peggio nella costruzione di muri mentali o concreti.


di Giancarla Silvestrini - Nuovo Parlamento

Lettera aperta di Nichi Vendola a Ferrero e Grassi sul partito e sul dolore.

Caro Paolo Ferrero, caro Claudio Grassi,
vi scrivo pubblicamente perché sento che la nostra vicenda politica sta pertoccare un punto di non ritorno. La discussione congressuale è diventataun'arena per gladiatori, con un livello bassissimo di analisi eapprofondimento e, viceversa, con un tasso crescente di "militarizzazione"del partito. Un minuto dopo la sconfitta elettorale mi ero permesso dichiedere a tutta la nostra comunità, così dolorosamente ferita, di nonimboccare l'abbrivio della ricerca dei "colpevoli" o delle rese dei contiinterne ai gruppi dirigenti. Siamo tutte e tutti sconfitti e tutte e tuttibisognosi di capire le ragioni profonde della nostra marginalità, e dunquebisognosi di ritrovare quelle passioni forti che ci danno il fiato e ilcoraggio per rimetterci in cammino. Invece si è scelto il peggio: giudizisommari e offese personali hanno guadagnato la scena pubblica, i sentimentisi sono stravolti in risentimenti, la cultura del sospetto invade i blog erompe relazioni politiche e anche antichi rapporti umani. Che tristezza!Siamo finiti in questo copione grottesco, una lunga estenuante rissa dopouna drammatica sconfitta. E io sono un target facile per campagne, anchediffamatorie, più adatte a "Libero" che non a "Liberazione". Davvero io voglio sciogliere il partito? O voglio portarlo, udite udite, nelPd? O voglio piegarlo al mio "leaderismo poetico"? O voglio gonfiare iltesseramento? O voglio portarlo su posizioni clericali? O voglio sostituirela mummia di Lenin con quella di Padre Pio? O voglio la Tav? E domani cosasi dirà, che la mia candidatura è un imbroglio (già detto), anzi è unainsidia della stampa borghese (già detto), anzi è un epifenomeno diveltronismo (già detto). Se continua così non c'è alcun rischio discioglimento del partito. Perché ci accorgeremo che nella foga congressualelo avremo già strozzato, questo povero partito. Perché ognuno di noi sisentirà già sciolto: nell'acido di una polemica cattiva e insensata.Caro Paolo e caro Claudio, non ho mai avuto una tale concentrazione didolori (privati e pubblici insieme) come in questi durissimi mesi. Sonostato assediato da fatti di morte e di malattia che, per così dire, hannoaccompagnato la scossa violenta del 14 aprile. Mi sono sentito scorticatovivo e ho pensato che ci saremmo presi cura gli uni degli altri, come si fain una comunità solidale nella quale le differenze sono ricchezza e nonminaccia. Ma le cose che leggo, quelle che ascolto, sono di una taleviolenza, che mi sta passando come una nuvola nera in testa: un generespeciale di dolore, direi uno svuotamento di senso, come un lentosoffocamento. Se mi guardo attorno, se vedo i giorni e le notti diquest'Italia ridisegnata e "significata" dalle destre governanti, se annusola puzza di bruciato di tutte le pulizie para-fasciste che spazzolano ilPaese, allora capisco l'urgenza di rimettere insieme un argine democratico,una difesa civile e culturale, una rete di soggetti che non si piegano alnuovo conformismo autoritario. Vedo il lavoro necessario a cui dovrebbededicarsi Rifondazione comunista. Questo partito io, fin dalle origini, hocontribuito a costruirlo: nelle strade polverose prima che nelleistituzioni. Io pensavo fosse giusto e cruciale portarlo ad un cimento assaialto: quello di mettere in campo un processo costituente che ricostruisse ilvasto campo della sinistra. Altro che scioglierlo, piuttosto farlo viverecome strumento efficace, socialmente utile, per le giovani generazioni, peril lavoro frammentato e abbandonato alla solitudine del mercatomondializzato, per le diversità che chiedono diritti e la luce del sole, perun altro modello di sviluppo. Sulle tracce di quell'altro mondo possibileche abbiamo prefigurato e desiderato, ed eravamo moltitudini immense, aGenova. Volevo fare un Congresso su queste cose. Non voglio passare il miotempo a difendermi da livide fantasie. Anzi, vi dico che non mi difenderò:anche perché sono un comunista di lungo corso, forse antico, ma se sento ilprofumo dell'odio non respiro forte, non mi inebrio, non mi rinvigorisco.Semplicemente, io mi spezzo.


Nichi Vendola

lunedì 26 maggio 2008

Gennaro Migliore ad Atripalda.

Dopo la manifestazione con Vendola, la Sinistra irpina ricomincia a camminare. Domani, Gennaro Migliore sarà in Irpinia per partecipare a due importanti iniziative.
Alle 17, nei locali della Federazione avellinese di Via S. Esposito 4, interverrà, assieme a Gennaro Imbriano, Francesco Pennella e Roberto DeFilippis, alla conferenza stampa di presentazione dell' iniziativa "1968:QUARANTA ANNI DOPO, IN OGNI CASO NESSUN RIMORSO. L'espressione grafica del maggio parigino nei suoi manifesti più significativi ed appassionanti", manifestazione in programma a Villamaina nelle giornate del 29 e 30 maggio. Nel corso della Conferenza stampa sarà illustrato il programma delladue-giorni e verrà presentata in anteprima la mostra che poi sarà esposta aVillamaina.
Alle ore 18, poi, presso l'ex Aula del Consiglio Comunale di Atripalda, Gennaro Migliore e il Segretario provinciale Imbriano interverranno, tra gli altri, all'assemblea promossa dal PRC "La Sinistra che ricomincia a camminare". Si tratta dell'ennesima iniziativa per il rilancio della sinistra in Irpinia, dopo quella con Vendola ad Avellino, quella con De Cristofaro a Lioni e conTecce a Montecalvo.

domenica 25 maggio 2008

Pixel rete di associazioni

La ronda del tg.

di Daniele Nalbone - Liberazione
«Non guardare il TG1 delle 20. Insegniamogli il rispetto a colpi di audience in fuga». Stasera parte la campagna di boicottaggio indetta dalla comunità Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender contro il telegiornale diretto da Gianni Riotta.Marcella Di Folco, portavoce del pride nazionale, spiega che il servizio andato in onda il 19 maggio in cui si mostra una folla di giovani in via Emilio Longoni, nel quartiere Prenestino, che si lancia nel buio, tra i cespugli, a caccia di prostitute transgender da "punire" «è stato indegno! Un resoconto di un linciaggio, un accanimento mascherato da giustizia privata, nella quale lo Stato, cioè le sue divise, sospende leggi e diritti e abdica le sue funzioni alla folla inferocita. Una grave legittimazione della furia di strada». Un servizio in cui «riprese e tono erano degne di un filmato amatoriale di Forza Nuova».Per questo si «invitano tutti coloro che non condividono questo tipo di informazione a boicottare un servizio pubblico che non corrisponde più a tale caratteristica».«Non sono un animale!» gridava una trans mentre veniva sbattuta in macchina da due agenti. «Come hanno iniziato a dar fuoco ai rom, qui succederà altrettanto» urla alle telecamere un "cittadino".In questi casi ci si aspetterebbe la condanna da parte del mondo politico capitolino ma l'unica cosa che si sentono di sostenere consiglieri come Fabrizio Santori (PdL) è ritenere «ridicole le accuse di omofobia, razzismo e intolleranza» mentre racconta di essere «rimasto spaventato dal via vai continuo e indisturbato delle automobili dei clienti che percorrono il quadrante in cerca della prestazione». Aurelio Mancuso, presidente nazionale Arcigay, si scaglia contro i media che «danno voce ai peggiori istinti razzisti, transfobici e omofobi, in cui si notano ragazzotti con le teste rasate che urlano «via i froci» (…)» mentre «si guardano bene dal dar voce alle associazioni trans, in rappresentanza delle vittime dell'aggressione, che perlomeno potrebbero spiegare per quali ragioni queste persone siano costrette a prostituirsi».In questo clima, legittimato da politici e informazione, la sera del 20 maggio, nelle stesse zone di Roma scenario del raid mascherato da servizio giornalistico, si è consumata un'altra aggressione a una trans.«Martedì un nostro iscritto, Giuseppe, si è presentato al circolo di cultura omossessuale Mario Mieli in lacrime, visibilmente scosso, per aver assistito - racconta Andrea Maccarrone, membro del direttivo del circolo - all'aggressione di una transessuale da parte di due uomini con le teste rasate e giubbotti neri. Il tutto mentre sul luogo era ferma un'auto delle forze dell'ordine che assistevano impassibili senza intervenire».Mentre i consiglieri di destra si appellano a Gianni Alemanno perché «preveda nel pacchetto sicurezza con il ministro dell'Interno Maroni maggiori strumenti d'intervento per le forze dell'ordine contro i supermercati del sesso» ma non contro chi aggredisce una transessuale, il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, ha concesso il patrocinio al Pride che si svolgerà nella capitale il prossimo 7 giugno perché «in tempi in cui fra i cittadini si diffonde un senso di insicurezza, chi ha responsabilità pubbliche non deve fomentare le paure criminalizzando il diverso da sé e favorendo la ghettizzazione delle minoranze. Piuttosto che indicare nemici, per sconfiggere le paure, dobbiamo trovare soluzioni ai problemi».

retata trans al tg1

venerdì 23 maggio 2008

Nichi Vendola: Partire dalla differenza e dalla diversità.

Serve un nuovo spirito con cui affacciarsi alla nostra storia, per costruire una nuova storia di solidarietà: non è vero che una volta caduti ci si possa solo rialzare, si può andare anche più in profondità, facendosi ancora più male, come ha fatto Rifondazione Comunista.
Io mi ribello contro le scorciatoie e nel dolore, sia pubblico che privato, vedo l’occasione per fare due scelte completamente diverse. La prima scelta possibile è quella di un ripiegamento rancoroso, di un cinismo che mira a chiudersi, la seconda è quella di prendere una lente di ingrandimento per vedere di più e meglio.
Penso che le ragioni della sconfitta non possano essere cercate nel tempo corto dell’ultimo biennio. Certo, la tenaglia del voto ci ha schiacciato, ma se non avessimo accettato la sfida unitaria del governo saremmo stati travolti. Noi speravamo nel secondo tempo, Rifondazione era la garanzia che dopo il risanamento dei conti pubblici ci sarebbe stato il momento dell’aiuto verso le fasce più deboli: la raccomandazione che ci veniva dal nostro popolo era proprio questa, quella di resistere in attesa di questo secondo tempo, che purtroppo non è mai arrivato.
Io mi sento una persona molto sconfitta e per questo mi sono fermato a pensare alla persona più sconfitta del Novecento, Antonio Gramsci. Gramsci fu sconfitto tre volte: la prima fu teorica, qundo diversamente dalla sua tesi, l’avvento del comunismo arrivò in una società non avanzata industrialmente come quella russa. La seconda fu l’isolamento da parte del suo partito (…), la terza nel dolore privato, lontano dagli affetti. E mi sono chiesto: cosa fece Gramsci davanti a queste sconfitte? Scrisse i Quaderni dal carcere, che erano il tentativo di rispondere alla domanda sul perché abbiamo perso. E Gramsci trova le ragioni della sconfitta nel reducismo, nell’egemonia culturale, in tutti fattori contingenti: il suo pensiero si allarga, arriva gli Stati Uniti, arriva a chiedersi cosa è cambiato con la catena di montaggio, nella vita anche privata degli operai?
Io non cito Gramsci come santino, ma lo cito per lo stile intellettuale che ha saputo usare nella sconfitta. La nostra sconfitta è a Ponticelli. La cronaca nera sa dire molte più cose della cronaca politica per capire il clima e gli umori di una paese. La cronaca nera mi fa rabbrividire. Lo scorso anno dei ragazzi hanno torturato un down: nel video si possono distinguere il pianto disperato del ragazzo, le risate dei suoi torturatori e il silenzio dei più bravi, che continuano a studiare nel loro banco. E sono loro i peggiori, quelli che non parlano e continuano a fare i bravi ragazzi. Da lì ai doppi roghi della Campania, doppia opera di igiene della camorra, il passo è breve.
È sul lungo periodo che dobbiamo ritrovare le ragioni della sconfitta. Una, è il ritardo nel capire la periferia: Gramsci per capire le ragioni della sconfitta ha dovuto studiare Benedetto Croce. Oggi la destra ha vinto perché ha dato delle risposte ideologiche al problema della sicurezza, illuminata dai fantasmi del pianerottolo e dal ritorno di tutte le antiche figure che hanno sempre criminalizzato la povertà. E la sinistra che ha offerto in cambio? La Lega dava aiuto al vecchietto, al giovane, li faceva sentire al riparo di una comunità, parlava la loro stessa lingua.Questo ha avuto presa perché oggi sono saltate tutte le forme di comunità. Non c’è più Di Vittorio, non c’è più Cipputi, non ci sono più i vecchi operai che aiutano i giovani. Oggi c’è solo la precarietà che ha operato una mutazione profonda. Che senso ha dire torniamo nei posti di lavoro come se fossero rimasti sempre come li abbiamo lasciati? Che conoscenza abbiamo dei precari? Il nostro deve essere un lavoro di grande umiltà, di riconoscimento che oggi gli operai sono diversi da quelli di un tempo, anche i ricercatori universitari oggi sono operai. Dobbiamo liberarci dalla nostra spocchia e sarà un lavoro duro. Bisogna fare propria la lezione delle donne che ci hanno insegnato a partire da sé. Un tempo il partito era un pezzo del territorio ma dagli anni Settanta tutto è cambiato: enormi periferie programmate scientificamente senza piazze, ghetti mostruosi che impedivano dei rapporti di comunità. Le periferie sono state create apposta così, e la maggior parte delle giovani generazioni ha sviluppato una cultura nomade nel mangiare, nel ballare, e in tutto quello che fa. Questo è un tema decisivo per capire la sconfitta, la nuova conformazione della città. E un’altra è la crisi della famiglia, non solo nelle sue implosioni nevrotiche, ma nella sparizione di una delle tre generazioni che fino a trent’anni fa costituivano la famiglia. Oggi sono stati espulsi i nonni e le nonne, i bambini non sanno dire che lavoro facevano i nonni e non ascoltano più le loro storie, forse per questo otto bambini su dieci dicono che il loro maggiore problema è la solitudine.
Tre piste di ricerca, tre oggetti di analisi per trovare la ragione del nostro senso di smarrimento: in basso e in alto, da nord a sud, la destra parla una lingua unificata, noi parliamo un dialetto che sta diventando incomprensibile.
Noi abbiamo il problema di sopravvivenza di un mondo a rischio, si vince quando si è credibili agli occhi di chi vuole cambiare. Che vogliamo fare dopo la sconfitta, cercare un cielo di stelle fisse? No, per me il comunismo non è una risposta, è una domanda, e i miei alleati sono tutti quelli che vivono processi di liberazione. Per questo mi batto per il diritto alla vita di tutti, a cominciare da quello del mio avversario. Con Gramsci ritengo che l’avversario lo devi conoscere nella sua verità interna. Basta con l’icona del nemico che ci ubriaca e offusca i nostri sogni. I mezzi cattivi hanno inquinato le alte finalità, è importante scegliere il mezzo con cui lottare, perché il fine non lo giustifica. E come faccio a capire il mondo se non faccio mie anche storie diverse? Per prime quelle delle donne che un linguaggio criminale ha voluto accomunare al termine “uomini” per dire “uomini e donne”: abbiamo bisogno di questo, di una cultura di ambientalismo perché il buco della testa è anche il buco dell’ozono, e viceversa. E c’è chi pensa ancora che vita e bellezza siano solo dei vincoli.
Bisogna partire dalla differenza e dalla diversità: i rom ci dicono che abbiamo sempre bisogno di capri espiatori per sentirci al riparo. Donne, rom, gay, poi tutti gli altri. Come costruire un nuovo mondo se non ci arricchiamo delle differenza? Dobbiamo ripartire dall’idea che il mondo si può cambiare solo se troviamo un punto di contatto tra politica e società. È ancora una volta Gramsci a dire che per cambiare la società si deve stare dentro la politica e la società. Quindi non un esodo, non un rimanere chiusi nel palazzo, né scioglierci nel sociale. Né l’uno né l’altro, tutte e due le cose insieme: restituire alla politica la sua forma, che è quella di una bussola.
Breve sintesi dell'intervento di Nichi Vendola ad Avellino.

On line il Manifesto per la Rifondazione.

*
E' on line il sito del "Manifesto per la Rifondazione", quello del documento del PRC/SE che vede Nichi Vendola come primo firmatario. Un sito per rendere possibile una costruzione ampia, trasparente e partecipata anche degli emendamenti al documento di Vendola: Il documento congressuale indica il solco della linea politica entro la quale Rifondazione Comunista si muoverà nei prossimi tre anni, fino al prossimo congresso. Tu puoi modificare, accedendo alla sezione specifica del sito www.manifestoperlarifondazione.net , il documento, e con esso il solco.
Anche un sito internet, quindi, perchè a sinistra, oggi più che mai, c'è bisogno di una discussione aperta, libera e vera per superare gli scogli che la difficile situazione attuale ci pone davanti.
Non ti chiediamo deleghe, avverte un post sul sito del documento di Vendola, costruisci qui, insieme alle e agli altr*, proposte di cambiamento. Portale al tuo circolo o, se non sei iscritt*, iscriviti ora. Se il congresso del tuo circolo approverà l’emendamento, questo proseguirà la sua strada. Se l’emendamento sarà presentato e approvato in più parti d’Italia, ecco utilità di una piattaforma come il sito on line del "Manifesto per la Rifondazione", avrà maggiore forza nell’assise nazionale, fino a divenire parte del testo finale". E' questo, sostanzialmente, l'invito che i firmatari del documento Vendola ed i promotori del sito fanno a tutt* quei compagn* che già immediatamente dopo il drammatico esito del voto di aprile si sono sentiti investiti della necessità di dare forza al progetto della Rifondazione Comunista ed al contempo di assumere su di sé una nuova scommessa per la sinistra italiana.

martedì 20 maggio 2008

La Sinistra. L'Irpinia. Le Assemblee.

Il PRC / SE ha promosso, per i prossimi giorni, una serie di Assemblee territoriali della Sinistra che si svolgeranno in tutta l'Irpinia.

-Venerdì 23 maggio, ore 18 a Lioni. Conclude Peppe De Cristofaro, Segretario regionale del PRC.
-Sabato 24, ore 18, a Montecalvo Irpino. Conclude Raffaele Tecce.
-Martedì 27, ore 18, ad Atripalda. Conclude Gennaro Migliore.
-Giovedì 29, ore 18, a Lauro. Conclude Raffaele Tecce.

Imbriano: Lettera alla sinistra.

Car@ Compagn@,
l'assemblea avellinese con Nichi Vendola è stata davvero preziosa e carica di emozioni.
Intanto in termini di partecipazione, con centinaia di compagne e compagni, iscritti e non alle forze della sinistra e del sindacato, che da tutta l'Irpinia sono giunti all'appuntamento.
Poi per il clima positivo che si respirava: la sconfitta pesante ha reso ancora più forte l'esigenza che il PRC e la sinistra si mettano nuovamente in cammino, anche nella nostra provincia.
E sopratutto per la qualità del dibattito costruttivo e per gli spunti di ragionamento e di analisi proposti dal Presidente Vendola. Non possiamo non cogliere quella voglia di discutere, di partecipare e di ricominciare che è emersa dalla manifestazione di sabato. Per questo proponiamo ai militanti di Rifondazione e della sinistra di non fermarci, ora che ci siamo rimessi in cammino. Ha ragione Vendola: abbiamo la strada in salita e risalire la china non sarà facile. Ma abbiamo il dovere di provarci, avviando una discussione dentro la Sinistra e organizzando da subito l'opposizione al Governo Berlusconi.
Gennaro M. Imbriano, Segretario provinciale PRC-SE

domenica 18 maggio 2008

Pianodardine: 15 giorni per adeguare il sito Asi.

Due settimane di tempo per adeguare il sito di ecoballe di Pianodardine alle prescrizione dettate dalla magistratura. Stamane (sabato 17 maggio) il primo sopralluogo nell'area da parte dei tecnici del commissariato e del Cosmari. 23 prescrizioni: riguardano tutte la messa in sicurezza del sito, dal sistema di prevenzione e spegnimento incendi, alle telecamere fino al potenziamento della recinsione e alla vigilanza notturna. L'elenco delle cose da fare dettato senza ulteriori appelli dal gip del tribunale di Avellino è contenuto nell'ordinanza notifica e dai carabinieri al presidente del Cosmari Raffaele Spagnuolo che ha la gestione del sito. Solo dopo aver adeguato l'area si arriverà al dissequestro e dunque alla riapertura.
Da itvonline

mercoledì 14 maggio 2008

Assemblea.


Sabato, Nichi Vendola ad Avellino.

Imbriano (PRC/SE): Un’assemblea della Sinistra che vuole ricominciare a camminare.


Nichi Vendola, Presidente della Regione Puglia e leader del Prc e della sinistra, sarà ad Avellino il prossimo sabato 17 maggio. “Interverrà –spiega Gennaro M. Imbriano, Segretario provinciale di Rifondazione- ad un’assemblea che, dopo la pesante sconfitta elettorale, chiama a raccolta la sinistra irpina, quella che c’è e non si arrende, quella che vuole ricominciare a camminare”.L’assemblea avrà inizio alle ore 17.30 presso l’Auditorium del Carcere Borbonico. A proposito della sua recente candidatura a Segretario nazionale di Rifondazione, Vendola dichiara: “La mia scelta è un atto di assoluto amore nei confronti di quella casa, il mio Partito, che ho contribuito a far nascere e che è diventata parte integrante della mia stessa vita. Sono convi nto che dobbiamo salvare il Prc se vogliamo costruire la Sinistra”.E poi sulla costituente della Sinistra afferma “è un processo di costruzione, nella politica e nella società, nei luoghi di lavoro e nei quartieri, nelle scuole, in tutte le comunità, di reti che mettano in collegamento sensibilità, culture, esperienze, conflitti. A partire dal confronto con quel dato sconvolgente che è la mutazione di tutte le forme di comunità, da quella urbana a quella di lavoro. Il tema non è la fondazione dell’ennesimo partitino, ma di come si ricostruiscono le forme dell'agire politico di massa. Il punto oggi è fare politica da sinistra in una società disgregata e atomizzata, in un mercato del lavoro che frammenta le grandi identità collettive, in una condizione urbana che rompe i legami sociali. E' un tema gigantesco quello ch e abbiamo di fronte, altro che piroette politicistiche. L'assillo è: come si riconnette la politica alla società, come la politica diventa principio di identificazione dei corpi sociali. In questo scenario non abbiamo bisogno di una radicalità parolaia, organizzativistica, minoritaria. Serve un cantiere aperto, un partito del coraggio”. E, riferendosi al Governo Berlusconi, Vendola richiama la Sinistra all’opposizione: “L'agenda del governo Berlusconi è davvero insidiosa, penso al federalismo fiscale, alla psicosi dell'insicurezza, all'attacco all'autonomia del conflitto sociale, alla paura delle nuove libertà e delle nuove soggettività. E pro prio nel pieno del fermento e dell’opposizione sociale a questo Governo che deve vivere la costituente della Sinistra”.

martedì 13 maggio 2008

MANIFESTO PER LA RIFONDAZIONE.

Pubblichiamo un estratto, la premessa, dal documento congressuale del PRC di cui Nichi Vendola è primo firmatario. L'intero documento "MANIFESTO PER LA RIFONDAZIONE - Il nostro partito e le sfide della sinistra" è on-line su HirpiniaLink(e) nel primo commento al presente post.


Il capitalismo della nostra epoca, quello della globalizzazione, è una forma senza precedenti di spoliazione a partire dal lavoro dell’essere umano, della natura, delle conoscenze. E’ il capitalismo della colonizzazione dei corpi e dello spirito, un capitalismo totalizzante che incorpora e accompagna anche, antiche forme di dominio, a partire dall’organizzazione patriarcale della società. La “guerra preventiva e permanente” si propone come un nuovo ordine mondiale, alimentando la spirale drammatica del terrore e dei fondamentalismi. La stessa mutazione climatica, nel suo intreccio fondativo con un modello di crescita che dissipa risorse e accumula veleni, incombe come una ipoteca distruttiva sulla biosfera e sul destino del genere umano. Le classi sociali, la persona e la natura e con esse la democrazia, dentro questa prospettiva, sono ridotte a delle semplici variabili dipendenti. Le conseguenze sociali, come quelle sui diritti, sono allarmanti. Il precariato fagocita le conquiste sociali acquisite in mezzo secolo dal mondo del lavoro. La prospettiva di vita di tutta una generazione è bloccata. Le ineguaglianze si accrescono, diventano strutturali, fino a trasformarsi in motore della nostra società contemporanea. Davanti a questo quadro, una alternativa di società è necessaria e possibile.
Ma la sinistra in Europa si trova oggi di fronte alla sfida forse più difficile della sua storia: quella dell’esistenza politica. Non è solo, com’è successo tante altre volte, il rischio della sconfitta: quel che si affaccia all’orizzonte è il rischio di un vero e proprio declino. E questa volta l’urgenza della risposta è davvero grande perché grande è la minaccia. Se essa si avverasse, l’esito sarebbe drammatico: l’eredità intera del movimento operaio del ‘900 ne sarebbe dilapidata.
In Italia, il risultato delle elezioni del 13 e 14 aprile 2008 ci restituisce il profilo d’un Paese che non conoscevamo: per la prima volta nel dopoguerra, la sinistra politica è stata cancellata dalle istituzioni nazionali. Il nostro partito, il Partito della Rifondazione comunista, ha subito una dura sconfitta, proprio nel momento di massimo investimento in un nuovo processo unitario. Tale è stato il significato del fallimento della formula elettorale della Sinistra Arcobaleno. Questa non è riuscita a contrastare la riduzione del sistema politico ad uno schema tendenzialmente bipartitico e la conseguente tensione presidenzialista della campagna elettorale. Non ha conseguito alcun successo nel sottrarre consensi all’attrazione del “voto utile”. Ha quindi fallito nella competizione con il Partito democratico di fronte al ritorno di Berlusconi e delle destre. In sostanza non è stata in grado di costituire realmente una proposta di ricollocazione e di rilancio di una prospettiva per la sinistra politica italiana, dopo la caduta dell’esecutivo Prodi e la fine della logorante e sofferta partecipazione al governo.
Un esito che nessuno aveva previsto o immaginato: per la prima volta nella storia della Repubblica non vi è in Parlamento alcuna sinistra politica, alcuna formazione e neppure un eletto che vi si richiami esplicitamente.
La nostra riflessione non può che muovere da questo evento traumatico e dal contesto, non solo italiano, che l’ha prodotto. Ma per capire che cosa è davvero successo nel profondo della società italiana, e che cosa possiamo e dobbiamo fare, è essenziale dismettere ogni residua iattanza ideologica, ogni pretesa di autosufficienza, ogni scorciatoia analitica e politica. Questo è il tempo della ricerca collettiva, senza steccati e barriere precostituite. Del dubbio. Della necessità, da parte di tutto il gruppo dirigente del nostro partito, di “rendere conto” di ciò che ha fatto, e di ciò che non ha fatto, fino in fondo. Ciò che conta è stabilire insieme il punto di partenza e la direzione di marcia di questa ricerca.
Questo nostro congresso, perciò, ha carattere straordinario, ma nient’affatto contingente. Una comunità ferita si raccoglie, si confronta e non cerca consolazioni, ma risposte chiare e non circoscritte alla “tattica della fase”: la chiarezza delle risposte che solo la politica può dare. Un partito che vuole continuare a vivere, deve riscoprire la virtù basica del coraggio politico. Esso quindi vuole e deve coinvolgere tutte le iscritte, iscritti, militanti, ai quali è riconsegnato il diritto\dovere alla parola e alle scelte, ma è anche a disposizione di tutta la sinistra, e di tutti coloro che condividono il nostro assillo principale: la sua ricostruzione. La sua rinascita, attraverso un processo costituente di natura radicalmente nuova, che coinvolga il popolo della sinistra e lo renda protagonista dei suoi destini.
Questo processo è il tema vero che anima la riflessione della Sinistra europea. La nostra decisione di agire per la costruzione della Sinistra europea è una scelta di fondo. L’Europa è il luogo di articolazione delle politiche liberiste, ma anche quello della possibilità di definire un’alternativa. Perciò noi agiamo sistematicamente per la dimensione europea dei conflitti, per una relazione costante con i movimenti che si sviluppano nel continente, per una presenza efficace ai livelli istituzionali europei. Abbiamo contrastato il progetto costituzionale europeo di tipo liberista in nome di un processo costituente democratico che parta dal basso. La nostra appartenenza al partito della Sinistra europea vede oggi un impegno particolare per definire piattaforme ed organizzare mobilitazioni, in special modo sulle questioni del lavoro che, insieme a tutti i temi legati alla tutela e all’allargamento dei diritti, saranno oggetto del programma elettorale per le prossime elezioni europee.
Questo è il senso del nostro nuovo congresso e del documento che qui presentiamo alla discussione e ai contributi emendativi di tutte le compagne e i compagni.

lunedì 12 maggio 2008

Rifondazione: Aperta la fase congressuale. Vendola candidato a guidare il Prc.Imbriano:“Una buona notizia per Rifondazione, per la Sinistra e il Sud".

Nel corso del Comitato Politico del Prc svoltosi ieri e oggi a Roma si è dato inizio ufficialmente alla fase congressuale e si è stabilito che il Congresso nazionale si terrà dal 24 al 27 luglio.
Nichi Vendola ha confermato la sua candidatura a Segretario ed ha presentato, come primo firmatario, il documento “Manifesto per la rifondazione”.
Illustrando le ragioni della candidatura, Vendola ha ribadito che il Prc “è una comunità che dopo la catastrofe vuole rimettersi in piedi”. Ed ha aggiunto “Dobbiamo salvare il Prc per ricostruire la sinistra. È questa la missione più impegnativa”. Il Presidente della regione Puglia, illustrando il suo programma, riferendosi al governo Berlusconi, ha dichiarato: “Dobbiamo ricostruire nel Paese i luoghi e le pratiche dell'opposizione per esprimere un pensiero politico forte di alternativa” e poi ha aggiunto “Sono un candidato eccentrico per un'impresa ardimentosa”.
La candidatura di Nichi Vendola a Segretario nazionale del Prc è una buona notizia per Rifondazione, per la sinistra e per il Mezzogiorno” così Gennaro M. Imbriano , Segretario del PRC irpino.
Vendola rappresenta –ha aggiunto Imbriano- una risorsa straordinaria, per la sua estrema sensibilità, per la capacità di innovazione politica e di analisi che ha dimostrato in questi anni”.

sabato 10 maggio 2008

Peppino Impastato 1978 / 2008

*
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"Lunga è la notte
e senza tempo.
Il cielo gonfio di pioggia
non consente agli occhi
di vedere le stelle.
Non sarà il gelido vento
a riportare la luce,
nè il canto del gallo,
nè il pianto di un bimbo.
Troppo lunga è la notte,
senza tempo,
infinita".
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di Peppino Impastato
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"Arrivai alla politica nel lontano novembre del '65, su basi puramente emozionali: a partire cioè da una mia esigenza di reagire ad una condizione familiare ormai divenuta insostenibile. Mio padre, capo del piccolo clan e membro di un clan più vasto, con connotati ideologici tipici di una civiltà tardo-contadina e preindustriale, aveva concentrato tutti i suoi sforzi, sin dalla mia nascita, nel tentativo di impormi le sue scelte e il suo codice comportamentale. E' riuscito soltanto a tagliarmi ogni canale di comunicazione affettiva e compromettere definitivamente ogni possibilità di espansione lineare della mia soggettività. Approdai al PSIUP con la rabbia e la disperazione di chi, al tempo stesso, vuole rompere tutto e cerca protezione. Creammo un forte nucleo giovanile, fondammo un giornale e un movimento d'opinione, finimmo in tribunale e su tutti i giornali. Lasciai il PSIUP due anni dopo, quando d'autorità fu sciolta la Federazione Giovanile. Erano i tempi della rivoluzione culturale e del "Che". Il '68 mi prese quasi alla sprovvista. Partecipai disordinatamente alle lotte studentesche e alle prime occupazioni. Poi l'adesione, ancora na volta su un piano più emozionale che politico, alle tesi di uno dei tanti gruppi marxisti-leninisti, la Lega. Le lotte di Punta Raisi e lo straordinario movimento di massa che si è riusciti a costruirvi attorno. E' stato anche un periodo, delle dispute sul partito e sulla concezione e costruzione del partito: un momento di straordinario e affascinante processo di approfondimento teorico. Alla fine di quell'anno l'adesione ad uno dei due tronconi, quello maggioritario, del PCD'I ml.- il bisogno di un minimo di struttura organizzativa alle spalle (bisogno di protezione ), è stato molto forte. Passavo, con continuità ininterrotta da fasi di cupa disperazione a momenti di autentica esaltazione e capacità creativa: la costruzione di un vastissimo movimento d'opinione a livello giovanile, il proliferare delle sedi di partito nella zona, le prime esperienze di lotta di quartiere, stavano lì a dimostrarlo. Ma io mi allontanavo sempre più dalla realtà, diventava sempre più difficile stabilire un rapporto lineare col mondo esterno, mi racchiudevo sempre più in me stesso. Mi caratterizzava sempre più una grande paura di tutto e di tutti e al tempo stesso una voglia quasi incontrollabile di aprirmi e costruire. Da un mese all'altro, da una settimana all'altra, diventava sempre più difficile riconoscermi. Per giorni e giorni non parlavo con nessuno, poi ritornavo a gioire, a riproporre: vivevo in uno stato di incontrollabile schizofrenia. E mi beccai i primi ammonimenti e la prima sospensione dal partito. Fui anche trasferito in un. altro posto a svolgere attività, ma non riuscii a resistere per più di una settimana: mi fu anche proposto di trasferirmi a Palermo, al Cantiere Navale: un pò di vicinanza con la Classe mi avrebbe giovato. Avevano ragione, ma rifiutai.Mi trascinai in seguito, per qualche mese, in preda all'alcool, sino alla primavera del '72 ( assassinio di Feltrinelli e campagna per le elezioni politiche anticipate ). Aderii, con l'entusiasmo che mi ha sempre caratterizzato, alla proposta del gruppo del "Manifesto": sentivo il bisogno di garanzie istituzionali: mi beccai soltanto la cocente delusione della sconfitta elettorale. Furono mesi di delusione e disimpegno: mi trovavo, di fatto, fuori dalla politica. Autunno '72. Inizia la sua attività il Circolo Ottobre a Palermo, vi aderisco e do il mio contributo. Mi avvicino a "Lotta Continua" e al suo processo di revisione critica delle precedenti posizioni spontaneistiche, particolarmente in rapporto ai consigli: una problematico che mi aveva particolarmente affascinato nelle tesi del "Manifesto" Conosco Mauro Rostagno : è un episodio centrale nella mia vita degli ultimi anni. Aderisco a "Lotta Continua" nell'estate del '73, partecipo a quasi tutte le riunioni di scuola-quadri dell'organizzazione, stringo sempre più o rapporti con Rostagno: rappresenta per me un compagno che mi dà garanzie e sicurezza: comincio ad aprirmi alle sue posizioni libertarie, mi avvicino alla problematica renudista. Si riparte con l'iniziativa politica a Cinisi, si apre una sede e si dà luogo a quella meravigliosa, anche se molto parziale, esperienza di organizzazione degli edili. L'inverno è freddo, la mia disperazione è tiepida. Parto militare: è quel periodo, peraltro molto breve, il termometro del mio stato emozionale: vivo 110 giorni di continuo stato di angoscia e in preda alla più incredibile mania di persecuzione ".
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*
...Nel 1978 partecipa con una lista che ha il simbolo di Democrazia Proletaria, alle elezioni comunali a Cinisi. Viene assassinato il 9 maggio 1978, qualche giorno prima delle elezioni e qualche giorno dopo l'esposizione di una documentata mostra fotografica sulla devastazione del territorio operata da speculatori e gruppi mafiosi...

Lettera di MicroMega ai firmatari dell'appello LIBERADONNA.

Care amiche e cari amici che avete firmato l'appello "Liberadonna", altre iniziative in difesa della laicità si impongono e si moltiplicheranno.

La prima: un uso democratico dell'8 per mille, che lo sottragga alla Chiesa gerarchica di Ruini e Ratzinger (e allo "Stato", cioè alla maggioranza di governo, meno che mai laica).

La proposta è avanzata, tra gli altri, da Umberto Eco, Vasco Rossi, Margherita Hack, Andrea Camilleri, Dario Fo, Michele Santoro.
La proposta è di devolvere l'8 per mille alla Chiesa valdese, l'unica che si è impegnata ad utilizzarlo completamente in opere di beneficenza pubblicamente controllate (e di non usare neppure un euro per la propria religione, sotto nessuna forma).
Per leggere e firmare il testo dell'appello CLICCA QUI

Per essere informati di tutte le iniziative del nuovo sito di MicroMega - http://www.micromega.net/ - basta un CLIC QUI per inviare una mail che ti si aprirà già con "Iscrizione alla newsletter di MicroMega" nell'oggetto.

Tra i contenuti pubblicati di recente su Micromega.net cinque video interviste esclusive a Ascanio Celestini, Nanni Moretti, Andrea Camilleri, Marco Travaglio e Bernardo Bertolucci.
In un mese il sito ha offerto complessivamente ai suoi lettori oltre 60 testi, 40 interventi audio e 17 video.Visitare il sito ogni giorno significa trovare quotidianamente più di una nuova occasione di riflessione.
Non perdiamoci di vista!
Cari saluti,la redazione di MicroMega

Solofra, 10 maggio. Giornata della Creatività Giovanile 2


Riceviamo e pubblichiamo.

mercoledì 7 maggio 2008

Deferiti: Quando la munnezza arriva in europa.

BRUXELLES (Reuters) - La Commissione europea ha deferito stamani l'Italia davanti alla Corte di giustizia Ue per il caso dei rifiuti in Campania, mentre continuano le proteste nelle province interessate dall'emergenza.
In una nota diffusa in mattinata, la Commissione ha accusato le autorità italiane di non avere ancora fissato un chiaro calendario per risolvere la crisi attivando le discariche e gli inceneritori necessari a smaltire i rifiuti campani.
"Anche se l'emergenza si è ridotta negli ultimi tempi, grazie alla rimozione dei rifiuti dalle strade seguita alla nomina di un nuovo Commissario di governo per l'emergenza rifiuti in Campania, la Commissione ritiene che le misure adottate non siano adeguate per risolvere nel lungo periodo il problema", si
legge in un comunicato della Commissione.
La normativa comunitaria chiede ad ogni stato membro di recuperate e smaltire i rifiuti senza pericolo per la salute o pregiudizio per l'ambiente e prevede che ogni paese adotti una rete adeguata di smaltimento.
"La Campania è lungi dal poter creare un sistema di gestione efficiente che consenta la raccolta, il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti", dice la Commissione.
"Inoltre, le autorità italiane si sono rivelate incapaci di indicare un calendario chiaro per il completamento e la messa in servizio degli impianti di selezione, delle discariche, degli inceneritori e delle altre infrastrutture necessarie per risolvere i problemi dei rifiuti che affliggono la regione".
TRENTAMILA TONNELLATE DI IMMONDIZIA
Secondo le stime del Commissariato straordinario per l'emergenza rifiuti in Campania, sono circa 30mila le tonnellate di immondizia ancora accumulate per le strade della Campania, di cui circa 1.400 nei quartieri periferici di
Napoli e 1.000 in quelli di Avellino.
Nonostante il problema rischi di acuirsi con l'arrivo del caldo estivo, non si placano le proteste dei residenti dei comuni in cui è prevista l'apertura di siti di stoccaggio dell'immondizia.
A Chiaiano, un quartiere periferico di Napoli, gli abitanti hanno organizzato posti di blocco e assemblee, e nel resto della provincia sono stati appiccati roghi di rifiuti. Da ieri sera alle 20, secondo quanto riferito dai Vigili del fuoco, sono stati effettuati 70 interventi per spegnere i piccoli
incendi di immondizia.
Nel tentativo di migliorare la situazione, l'esercito sta intervenendo nei comuni napoletani di Somma Vesuviana, San Giorgio a Cremano e Torre del Greco, e in quelli casertani di San Gregorio del Matese e Pietra Vairano. In pratica, l'unica provincia campana non toccata dall'emergenza è quella di
Benevento.
L'Italia ha ricevuto oggi anche una prima lettera di avvertimento riguardo alla situazione del
Lazio, unica regione italiana a non avere un piano per la gestione dei rifiuti, così come richiesto a tutte le regioni dalla Corte europea in una sentenza dello scorso anno sui rifiuti in Italia.

PRC Avellino: Approvato il documento Imbriano, “Ripartiamo da Rifondazione e dall'opposizione al Governo Berlusconi per ricostruire la Sinistra”.

È andata avanti per tutto il pomeriggio e si è conclusa nella serata di ieri la riunione del Comitato Politico Provinciale di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea.
Dopo la relazione del Segretario Provinciale Gennaro M. Imbriano , molti sono stati gli interventi che hanno affrontato l’analisi del voto e hanno proposto la necessità di rilanciare da subito, l’azione di Rifondazione Comunista e della sinistra. Il dibattito si è concluso con le parole del Segretario regionale Peppe De Cristofaro , che ha incitato i compagni a ripartire dall’opposizione al Governo delle destre “E’ nel vivo delle contraddizioni e dei conflitti sociali, alimentati dal futuro Governo Berlusconi, che dobbiamo costruire la Sinistra”. Il Comitato Politico ha respinto il dispositivo presentato da Cogliano, D’Argenio, Della Pia nel quale si chiedevano le dimissioni del gruppo dirigente provinciale. È stato invece approvato a larga maggioranza il Documento politico proposto dalla Segreteria Provinciale, sostenuto tra gli altri da Imbriano, Di Ninno, Canonico, Pennella, Valentino, Bruno, Albanese, Spiniello. Nel documento approvato dal Parlamentino del Prc si sostiene che “Le elezioni politiche ci hanno consegnato un Paese sempre più spostato a destra, una società profondamente segnata da processi di americanizzazione e da una crescente divaricazione tra condizione sociale e coscienza politica.
Un Paese più povero perché una parte della nostra società è stata privata di rappresentanza parlamentare”. E ancora “È stato sconfitto il progetto federativo della Sinistra L'Arcobaleno, percepito come un cartello elettorale e come una debole allusione ad un serio progetto di unità della sinistra, ma siamo stati sconfitti anche per non essere stati in grado di incidere nell’azione del Governo Prodi e per il nostro debole radicamento territoriale e sociale.
È proprio da questa considerazione che si deve partire per rigenerare una forza politica capace di interpretare i bisogni e rappresentarli, capire le trasformazioni e governarle, promuovere il conflitto come pratica per il superamento di ogni forma di disuguaglianza, senza perdere di vista l’obiettivo della costruzione di una società nuova e alternativa”.
Rispetto al prossimo Congresso nazionale fissato per luglio il Documento approvato dal CPF sostiene “Si deve aprire una riflessione e un dibattito vero tra tutte e tutti gli iscritti, che non scada nella conta interna e che abbia cura del nostro Partito.
Infatti il Partito della Rifondazione Comunista diviene in questo scenario una risorsa necessaria per lasciare aperta la speranza del cambiamento nella nostra società.
Riteniamo che si debba ripartire dalla Rifondazione Comunista per far avanzare il progetto di una sinistra unita, plurale, democratica. Ripartire da Rifondazione, significa infatti ripartire dalla sua cultura politica aperta, dalle sue pratiche innovative, dalla sua capacità di contaminazione e di conflitto, e mettere questo grande patrimonio politico a disposizione della costruzione della sinistra italiana”.
Infine il Documento della Segreteria provinciale, approvato dal CPF, rivolge un appello all’intero popolo della sinistra ”Accanto al percorso congressuale, chiediamo a tutti i Circoli del Prc, di promuovere, da subito, riunioni con tutti gli iscritti.
E proponiamo in Irpinia la costruzione di assemblee e di luoghi di confronto aperti a tutto il popolo della Sinistra, la promozione di iniziative di massa che diano il senso di un ricominciamento. Dobbiamo far vivere un grande dibattito nei territori, nei partiti, nelle organizzazioni sociali, nei tanti territori e movimenti che della sinistra alternativa sono e continueranno ad essere l'ossatura.
Dunque, dobbiamo allo stesso tempo “correre e cercare la strada”, aprendo una lunga fase di confronto dentro e fuori dal Prc, ma anche rilanciando da subito l’azione politica di Rifondazione e della sinistra, costruendo coi movimenti l’opposizione al Governo Berlusconi, dicendo a chiare lettere che non ci hanno cancellato, che stiamo ancora in campo”.

martedì 6 maggio 2008

LE MOULIN

domenica 4 maggio 2008

PRC/SE: La proroga di De Gennaro, per l'Irpinia, non è una buona notizia.

Gianni De Gennaro viene prorogato fino al 26 maggio nelle sue funzioni di Commissario per l'emergenza rifiuti in Regione Campania. "Non si tratta certamente di una buona notizia per l'Irpinia" così Gennaro M. Imbriano , Segretario provinciale di Rifondazione Comunista, che ha preso parte alla manifestazione del 1 maggio a Savignano e che parteciperà alle assemblee ambientaliste in programma domenica a Prata e lunedì a Vallata. "Non è una buona notizia perchè, in questi mesi, il Commissario De Gennaro, confermando i metodi dei suoi predecessori, non ha fatto nulla per ricostruire un clima di fiducia tra istituzioni e cittadini, tra potere centrale ed enti locali.E -aggiunge il Segretario del PRC- preoccupa soprattuto che questa possa essere una sorta di proroga-ponte per consentire, di qui a qualche settimana, al nuovo Governo Berlusconi di confermare il dott. De Gennaro alla guida del Commissariato"."Voglio sperare -conclude Imbriano- che, diversamente da quanto riferiscono insistentemente autorevoli quotidiani, Berlusconi e De Gennaro non abbiano individuato in Irpinia il <> in cui sversare due, tre o secondo alcuni 13 milioni di tonnellate di rifiuti provenienti dall'intera Campania".

COMITATO IRPINO RIFIUTI ZERO

Il prossimo incontro si terrà VENERDì 9 MAGGIO alle ore 19, a Piazza del Popolo, presso la sala da thè SHAZA di fronte al Comune

Nella riunione saranno proposte e discusse iniziative per rendere operativi i seguenti punti:

1) Informare, sensibilizzare e promuovere iniziative legate alle tematiche ambientali
2) Promuovere la raccolta differenziata spinta
3) Vigilare sull’ operato delle istituzioni 4) Promuovere la realizzazione in loco dell’ impianto di compostaggio al fine di rendere la discarica un impianto residuale.
5) Documentazione geografica, storica e fotografica dei siti irpini adibiti a discarica e dei siti inquinati.

Gli incontri avverranno con cadenza settimanale; generalmente ogni venerdì alle ore 19 presso la sala da thè shaza.

Per qualunque informazione, potete contattarci al seguente indirizzo: comitato.irpino@yahoo.it

Presto sarà attivo un blog

sabato 3 maggio 2008

"ADDAVENI GHEDDAFI"

Un ritorno al governo di Roberto Calderoli potrebbe avere "ripercussioni catastrofiche sulle relazioni tra l'Italia e la Libia". E' il monito lanciato dal primogenito di Muammar Gheddafi, Seif al Islam, in una nota della Fondazione da lui presieduta e citata dall'agenzia di stampa libica Jana.
"Il signor Seif al Islam Moammar al Gheddafi fa presente della gravita' di questa questione", si legge nella nota in un riferimento alle "voci sulla possibilita' di ricandidare nuovamente" Calderoli, che "si considera il vero assassino dei cittadini libici" morti nell'assalto al consolato italiani di Bengasi il 17 febbraio del 2006.
"Anche se la decisione e' considerata un affare interno che riguarda l'Italia - prosegue la nota della Fondazione che fa capo a Seifl al Islam, considerato il successore del colonnello - qualora venisse riconfermato ministro, questa circostanza avra' delle ripercussioni catastrofiche sulle relazioni fra l'Italia e la Libia". Il comunicato ricorda che il 9 febbraio di due anni fa la stessaFondazione aveva invitato a manifestare in segno di protesta contro Calderoli per aver indossato "una maglietta con i disegni offensivi e oltraggiosi all'Islam".
Notizia surreale... Fonte: adnkronos

giovedì 1 maggio 2008

Primo Maggio.


Parlamento Pulito


Prima che Grillo portasse all’attenzione la richiesta di evitare condannati, indagati, prescritti, ecc. in Parlamento erano 25, oggi sono 70.
Obiettivo raggiunto?
Link: Parlamento Pulito? Pare proprio di no

LIBERADONNA

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