martedì 30 settembre 2008

L'Esercito invade il Formicoso.

Andretta (AV). Da meno di quarantotto ore l’altipiano del Formicoso è “zona di alto interesse strategico nazionale”. Rovi distesi di filo spinato, annunciando la sorveglianza armata, intimano il divieto d’accesso. Impossibile la circolazione di uomini e mezzi. L’altipiano è perduto, conquistato con un blitz notturno dall’Esercito di Berlusconi e di Bertolaso. I militari, come moderni campieri, si riprendono quella stessa terra che sessant’anni fa le genti altirpine liberarono con la lotta dal demanio e dal latifondo. Bertolaso ha giocato d’anticipo, a poche ore dagli scontri di Chiaiano, nella notte tra domenica e lunedì , i soldati, hanno preso possesso dell’altipiano per consentire, già in zona militare, i carotaggi che, probabilmente, individueranno il Formicoso come mega-discarica campana. “Hanno mandato l’Esercito e le forze di polizia, dice Gennaro Imbriano – segretario provinciale del Prc, nel pieno della notte, come una banda di rapinatori di appartamenti che approfittano del sonno e delle tenebre per portare a casa il bottino. Il bottino, continua, è l’Irpinia, il suo ambiente, il suo futuro”. I carotaggi avrebbero dovuto essere effettuati il due di ottobre, quella la data ritenuta più probabile, visto l’incontro, fissato per il primo del mese, tra i tecnici del Commissariato Rifiuti ed i periti di parte del Comune di Andretta. L’alba di lunedì è stata anticipata dal rumore di due colonne di mezzi militari ed illuminata dai riflessi azzurri dei lampeggianti della polizia e dei carabinieri. Un’azione di sorpresa, troppo pochi, un centinaio, i cittadini che presidiavano l’altipiano. Volano parole di rabbia, forse, qualche spintone. La risposta è decisa, carabinieri e polizia, in tenuta antisommossa, consentono ai militari di cominciare il lavoro di recinzione. Il Formicoso è conquistato ed anche qui, come ogni volta, le truppe d’occupazione non godono della solidarietà della popolazione. Dal comando è stata vietata, per evitare azioni ostili, la libera uscita ai militari. I soldati dicono che resteranno sull’altipiano per, al massimo, tre settimane. Una per poter consentire i carotaggi ed altre due per attendere i risultati, poi, probabilmente, i lavori per gli invasi delle vasche e solo dopo la munnezza. La cronaca di queste ore racconta di un’Irpinia presa a tradimento, armi in pugno; la rabbia è tanta e, per il due di ottobre, resta confermata quella che, per il movimento, è annunciata come la più grande manifestazione popolare nella storia della provincia. “Non serve fare appelli, dice il poeta Franco Arminio, e non serve più ricordare viltà e nefandezze dei governi e dei commissari. L’ho fatto per molti mesi. Adesso tutto è chiaro. Ognuno farà quel sa fare. Giovedì diremo che devono togliere il filo spinato. Facciano i carotaggi, ma devono togliere quel filo”. C’è apprensione. L’area presa dai militari è più vasta di quella che le carte avrebbero dovuto indicare. Si teme che nell’area così delimitata si possano realizzare altre vasche anche se i militari, gli ufficiali del Genio, spiegano che una è la zona delimitata per effettuare i carotaggi mentre l’altra, quella in più, appunto, è stato deciso da loro esclusivamente per ragioni di sicurezza. Intanto a circa un chilometro dall’area recintata, da polizia e carabinieri, è interdetto il traffico ai veicoli.
L’appuntamento è, quindi, per il due ottobre, alle dieci del mattino, alla casetta cantoniera di Andretta o a quella di Bisaccia, “dipende, si legge sui blog che fanno da eco al movimento, da quanto volete camminare”. E, da giovedì, per l’Irpinia ed il Formicoso, la marcia sarà lunga, per davvero.


Generoso Bruno

La festa dei figli del vento... Contro la società della paura.

Avellino 4 ottobre 2008 – Scuola Media “Francesco Solimena”

Ore 16,30
Dibattito

Introduce Claudia Iandolo scrittrice

Interverranno:

Isadora Raimmo assessore alla Pace e all’Immigrazione della Provincia di Napoli
Nihad Smajovic della Comunità Rom di Scampia
Carlo Luglio Regista

Ore 18,00
Proiezione del film “Sotto la Stessa luna
Regia di Carlo Luglio, produzione associazione “I figli del Bronx”

Ore 19,30
Proiezione del video “Zingari” montato da Umberto Gemma
Ore 20,00
Proiezione del documentario “ Rom – Frammenti metallici” di Carlo Preziosi

Ore 20,30
Concerto della “Banda di Branko e Dusko

Stand di Cucina zingara

Prc - ZiaLidia Social club - RossoFisso - Centrodonna

Formicoso: Costruiamo una forte mobilitazione.

Giovedì 2 ottobre, alle 09:30, da Bisaccia, partirà la Manifestazione provinciale in difesa del Formicoso.

Vorrei esprimere una sincera e profonda solidarietà a quei sindaci e amministratori –tra cui il compagno Di Ninno- che per tutto il giorno sono stati incatenati sotto Palazzo Chigi.
Oggi le catene ai polsi di quei Sindaci dell’Alta Irpinia rappresentano lo stato di crisi in cui versa la democrazia di questo Paese, violentata da un potere romano che impone le proprie scelte utilizzando centinaia di soldati, senza alcun confronto civile con gli Enti locali e i cittadini.
Ascoltando i movimenti e gli amministratori dell’Alta Irpinia il Presidente del Consiglio avrebbe potuto ottenere consigli utili su come far partire realmente la raccolta differenziata in tutta la Campania e in altre zone d’Italia.
E magari Bertolaso e Berlusconi avrebbero potuto scoprire che l’apertura della Discarica del Formicoso non solo non risolverà l’emergenza rifiuti ma rischia di alimentare la crisi idrica, sia in Campania che in Puglia.
Non si può pensare di aprire una discarica di dimensioni così imponenti, in una zona altamente sismica, e col rischio concreto di inquinare le acque della vicina diga di Conza.
Così si vanificherebbe anche l’utilità del potabilizzatore, un impianto che costa 50 milioni di euro e che dovrebbe portare in Puglia 1.000 litri di acqua al secondo.
E'in questo modo che si rischia il disastro ambientale.

Gennaro M. Imbriano Segretario provinciale PRC/SE

lunedì 29 settembre 2008

Rifondare la sinistra.

di Angelo Flammia - CORRIERE

La sinistra, per decenni e decenni, pur con i suoi tanti errori, ha svolto, in ogni luogo del mondo, un ruolo fondamentale per la conquista di diritti, il riscatto sociale, la libertà dei popoli, mobilitando e coinvolgendo milioni e milioni di persone.
In Italia il ruolo della sinistra, nelle sue varie articolazioni, è stata determinante sia per la liberazione dal fascismo e per l’avvento della Repubblica, sia per l’elaborazione della Carta Costituzionale, sia per lo sviluppo democratico, civile e sociale verificatosi negli ultimi 60 anni.
Si può essere anche molto severi nella critica agli errori commessi, di volta in volta, da questa o quella forza della sinistra, ma credo che nessuno abbia il diritto di disconoscere o addirittura criminalizzare la funzione svolta da questa parte politica. E questo vale indiscutibilmente anche per la nostra realtà provinciale. Oggi la sinistra, soprattutto in Italia e nel nostro territorio, appare in profonda crisi, nonostante nella realtà economica e sociale non manchino affatto i presupposti per una politica di sinistra e socialista. Gli spazi sono tanti, ma sono sostanzialmente lasciati al populismo e alla demagogia della destra. In questo quadro fa veramente senso ascoltare quotidianamente le farneticazioni di Berlusconi e dei vari berluschini contro la sinistra. Magari ci fossero motivazioni fondate! Perché avviene tutto questo? A questo interrogativo è necessario ed urgente dare una risposta, nell’interesse della democrazia e del futuro del Paese e non soltanto di una parte politica. Se è vero, come i tanti problemi del mondo e della situazione sociale dimostrano, che gli spazi per una politica di sinistra ci sono e sono anche tanti, ed è pure vero che nello scenario politico e civile progressista non mancano energie lucide ed attive, c’è da chiedersi come sia mai possibile che le forze politiche di sinistra non siano capaci di uscire dall’imbuto in cui si sono cacciate, per prospettare un altro scenario, proporre un altro orizzonte, avanzare un’altra prospettiva di vita.
Come è possibile che non si capisca che non è attraverso gli espedienti, i personalismi e le scimmiottature dell’avversario o di modelli politici lontani dalla nostra storia, che si possono occupare gli spazi disponibili per una politica innovativa e riformatrice?
A questo punto a me appaiono indispensabili tre punti chiave:
-bisogna fare una rigorosa analisi critica della realtà, come tutti i padri del socialismo ci hanno insegnato, nella consapevolezza che il mondo è profondamente cambiato, rispetto agli anni nei quali furono elaborate le teorie politiche, che per decenni ci hanno guidato;
-nel progetto politico e nell’azione quotidiana bisogna far sempre vivere intensamente i valori fondanti della sinistra, della Costituzione e della democrazia;
-occorre sempre lavorare per rendere partecipi e protagonisti della lotta per il rinnovamento tutti i cittadini, a cominciare dal mondo del lavoro.
Ci sono tante altre cose da coltivare e tenere presente , ma se si vuole prospettare un modello di vita e di società diverso, rispetto a quello dominato dal profitto e caratterizzato dall’individualismo, non si può prescindere da questa bussola di orientamento, per scendere sul terreno del puro gestionismo e della cura degli interessi personali.

All’interno dei partiti di sinistra non più rappresentati in Parlamento, del PD, dell’ambientalismo e della società vi sono tante energie permeate profondamente dai valori della sinistra: è necessario che tutte queste energie escano dallo stato “comatoso” in cui si trovano, per aprire una nuova stagione. Per farlo devono sconfiggere la rassegnazione e rifiutare le omologazioni, guardando al futuro e salvaguardando il meglio del passato.
Anche nella nostra provincia esistono energie ed intelligenze rilevanti, che si sono lasciate travolgere dal contingente, dalla sirena del potere e dalla personalizzazione della politica. E’ giunta l’ora di una rigenerazione dell’azione politica, che sia guidata dai punti “chiave” dianzi citati e che individui un ruolo chiaro per il nostro territorio, nel quadro di una forte battaglia meridionalistica.
Non c’è altra strada per rifondare la sinistra, salvare il nostro territorio dalla desertificazione umana e produrre crescita e sviluppo.
La rincorsa ai posti di potere e alle poltrone non determina altro che sfiducia nello Stato e nella politica e finisce per concimare il terreno per il trionfo del berlusconismo.

Centinaia di poliziotti e militari sul Formicoso.

Perseguono i poveri e le prostitute, mandano l’esercito per le strade, e la chiamano sicurezza. Mettono il grembiulino e il voto in condotta ai bambini e la chiamano scuola. Stravolgono la legge elettorale, togliendo le preferenze, e la chiamano democrazia.

E così hanno mandato l’Esercito e le forze di polizia sul Formicoso, nel pieno della notte, come fossero una banda di rapinatori di appartamenti che approfittano del sonno e delle tenebre per portare a casa il bottino.

Il bottino è l’Irpinia, il suo ambiente e il suo futuro.

Questa è la lotta per il Formicoso e l’Irpinia ma è anche una lotta in difesa della democrazia svuotata e aggredita di questo nostro Paese. C’è bisogno di una grande e prolungata mobilitazione.

Gennaro Imbriano Segretario provinciale PRC-SE

Lavoriamo per un Partito aperto e includente.

di Cinzia Spiniello – Coordinatrice provinciale - “Rifondazione per la Sinistra”

Vogliamo raccontare l’emozione dell’Assemblea nazionale di “Rifondazione per la Sinistra”, la presenza di centinaia di compagne e compagni giunti da tutt’Italia: tante storie, sensibilità, culture diverse che si ritrovano assieme per sfuggire alla polverizzazione della sinistra, appartenenze partitiche e dell’associazionismo delle organizzazioni sindacali che provano a sfuggire alla scissione tra il politico e il sociale. Vogliamo parlare di come la sinistra prova a scartare le tentazioni identitarie e claustrofobiche in cui rischia di sbattere, stordita dalla sconfitta elettorale di aprile. Vogliamo condividere la speranza di questa sfida che abbiamo lanciato: costruire dai nostri territori, dai conflitti, aprendo una stagione di partecipazione, la Sinistra del ventunesimo secolo. Ma restiamo sinceramente sconcertati per le artificiose polemiche anti-partito che, in Irpinia, continuano a sollevare alcuni compagni. Mai che si interessino dei problemi che vive la gente dell’Irpinia, delle difficoltà che affrontano quotidianamente , delle politiche berlusconiane che stanno deformando la Costituzione materiale del Paese e comprimendo il campo delle libertà e dei diritti. Non vedono tutto quello che avviene in questa società ripiegata su se stessa, in cui si afferma l’egemonia delle destre? Non vedono il tentativo di modificare la legge elettorale per le europee che rischia di ridurre la politica ad una oligarchia sganciata dal consenso? Forse pensano che tutto ciò si possa risolvere semplicemente continuando ad attaccare il lavoro del Partito e del gruppo dirigente eletto a stragrande maggioranza all’ultimo congresso provinciale? La democrazia, per i compagni e le compagne di Rifondazione, deve essere un fine e insieme un mezzo, e cioè una pratica politica e di vita per ognuno ma anche un orizzonte che giorno per giorno contribuiamo a costruire nella società. Per questo è inaccettabile che un tema del genere possa essere argomento per strumentali campagne autodistruttive. Non ci si può arrogare il diritto di decidere in merito a chi può partecipare e chi no alla vita democratica del Prc. Non serve una sinistra chiusa e arroccata, nostalgica e muscolare, populista e senza popolo, che strilla nei comizi ma che non riesce a parlare a nessuno. L’Area “Rifondazione per la Sinistra” è impegnata a costruire un Partito aperto, efficace, includente, popolare, intelligente e curioso, che abbia l’ambizione di cambiare questa società e il mondo.

venerdì 26 settembre 2008

Città: Francesco Melillo portavoce dell'Area "Rifondazione per la Sinistra".

Il Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea non è, al momento, ufficialmente impegnato nel sostegno di alcuna candidatura a sindaco per la città di Avellino.
L'Area "Rifondazione per la Sinistra" di Avellino, comunque, non è favorevole a soluzioni pasticciate che, di qui a poco, potrebbero trovare un anomalo consenso che muove da Sinistra Democratica e si chiude con i demitiani.
Siamo pronti ad un confronto di merito sulla Città e sul governo dei suoi processi.
Non un centro-sinistra alternativo, ma la costruzione di una alternativa per il centro-sinistra.
Avvertiamo il bisogno di una Sinistra che, superando ogni elemento di residualità e di marginalità, sia capace di convogliare tutte quelle energie di trasformazione che, oggi, in maniera disarticolata, attraversano il Capoluogo.
Soluzioni diverse, quindi, ci appaiono figlie di un percorso che nasce subalterno rispetto ad una errata consapevolezza riguardante l'immutabilità dei rapporti di forza interni al campo del centro-sinistra.
La Sinistra ha il compito di lanciare in Irpinia ed in particolare nel capoluogo una sfida di rinnovamento che, investendo uomini, programmi e modalità abbia il compito di mutare l'idea stessa di potere e la pratica di costruzione del consenso.
Occorre rilanciare un confronto in campo aperto anche con il Pd provinciale e cittadino fermando il tentativo di "incastellamento" che una parte di quel Partito sta attuando nella difesa ad oltranza nella conferma dell'attuale sindaco.
In questa riflessione riveste un ruolo centrale la pratica, a sinistra, della costituente, che , da subito, va interpretata come luogo aperto di confronto e di elaborazione e non somma di ceto politico.
Riguardo al Prc-Se, l'area cittadina Rifondazione per la Sinistra, ritiene non più inviabile la convocazione dell'assemblea degli iscritti per la formalizzazione degli ultimi adempimenti congressuali. Si ribadisce inoltre, che la maggioranza del Prc cittadino è rappresentata dall'aera Rifondazione per la Sinistra che durante l'ultima assemblea ha indicato il compagno Francesco Melillo come portavoce cittadino.



Area "Rifondazione per la Sinistra" – Città di Avellino

Nasce in Irpinia l’Area “RIFONDAZIONE PER LA SINISTRA”. Cinzia Spiniello è la coordinatrice provinciale.

Abbiamo di fronte un Governo che non sa affrontare la povertà crescente, la precarietà, la crisi economica se non rincorrendo le paure e i fantasmi che abitano gli anfratti più bui della società e delle coscienze.
L’Irpinia e il nostro Paese hanno bisogno di una nuova Sinistra: unita, aperta, plurale, orizzontale, popolare, efficace.
Una sinistra nuova in grado di contrastare l'egemonia politico culturale della destra, che indichi un orizzonte di liberazione, che sappia dare risposte concrete alle esigenze di quanti sono stati cancellati dall’agenda politica: i lavoratori, i giovani, le donne, i precari, il Mezzogiorno.
Chiusa la stagione dei congressi, noi compagni e compagne di Rifondazione Comunista che abbiamo sostenuto la mozione Vendola -ottenendo in Irpinia un notevole successo politico- costituiamo, con l’Assemblea provinciale di oggi, l’Area politico programmatica “Rifondazione per la Sinistra”.
Non una banale e autoreferenziale corrente interna ad un partito, ma un laboratorio. Un luogo aperto anche a quanti non sono iscritti al Prc, uno spazio comune di confronto, iniziativa elaborazione a disposizione di chi sente la necessità di ricostruire la sinistra nel paese, nei territori e nei luoghi di lavoro.
Il prossimo appuntamento è per SABATO 27 SETTEMBRE A ROMA con una grande assemblea aperta che vedrà, assieme a Nichi Vendola, la partecipazione di esponenti della sinistra e dei movimenti. Quello sarà il primo passo per avviare la Costituente della Sinistra, una scelta ormai non più rinviabile.
Anche da Avellino partirà un Pullman alle ore 08:00 da Piazza D’Armi.
E poi saremo sul Formicoso per bloccare i carotaggi e la devastazione del territorio.
E subito dopo parteciperemo alla manifestazione nazionale dell’11 ottobre a Roma, il primo appuntamento indetto dalla Sinistra per opporsi alle politiche razziste, classiste, populiste del Governo Berlusconi.
Restiamo convinti della necessità di accelerare il processo unitario della sinistra, aprendo il confronto non solo tra i Partiti ma soprattutto rivolgendoci alla società ai movimenti all’associazionismo ai singoli.
Per intraprendere questo cammino la sinistra ha bisogno di umiltà e coraggio. L’umiltà di chi sa di non avere delle risposte precostituite e il coraggio di chi non si arrende dopo una sconfitta.
L’Assemblea, su proposta del Segretario Gennaro Imbriano , ha eletto all’unanimità la compagna Cinzia Spiniello come Coordinatrice provinciale dell’Area “Rifondazione per la Sinistra”.

Area provinciale Rifondazione per la Sinistra

RIFONDAZIONE E PATERNOPOLI.

di Giuseppe Rabasca

Il dialogo tra le forze politiche trova ragione nella condivisione dell’analisi dei fatti e nella individuazione delle soluzioni possibili. I fatti e le circostanze vanno sempre rappresentati in forma di realtà anche quando essa non è funzionale ad una o più parti politiche. Di quanti parti politiche è composto il consiglio comunale di Paternopoli? Se la memoria non ci inganna la maggioranza (Lista Civica La Bilancia) è formata nella stragrande maggioranza dei suoi consiglieri da esponenti del Partito Democratico, da Popolari “demitiani”con o senza tessera più un indipendente, il Gruppo di opposizione è rappresentato da 3 esponenti di Sinistra Democratica ed un esponente del movimento “Italia Popolare”. Allora quindi in sostanza siamo di fronte ad un civico consesso che quasi nella sua totalità (maggioranza ed opposizione) fa riferimento come sensibilità politica e partiti di appartenenza a quello che una volta era il vecchio centrosinistra. Questa premessa di geografia politica è necessaria a questo punto secondo il nostro parere per sciogliere definitivamente i nodi ormai diventati inestricabili sui tanti problemi che attanagliano il governo locale, ma soprattutto il presente ed il futuro delle cittadine/i paternesi. Noi iscritte/i di PRC-SE di Paternopoli e la Federazione provinciale del nostro partito siamo da sempre impegnati in difficili vertenze politiche e sociali che affliggono la nostra provincia. Nonostante le enormi difficoltà alle quali il nostro partito è sottoposto, all’indomani della bruciante e brutta sconfitta elettorale subita insieme a tutta la sinistra. E’ da sempre impegnato con iniziative ed atti che riguardano l’emergenza ambientale (vedi il Formicoso), lo sviluppo sostenibile, la legalità (lotta alla camorra ed ogni forma di malaffare), la lotta ad ogni forma di precarietà e la questione dei diritti civili e di cittadinanza. Questo elenco leggendolo può sembrare solo un programma di nobili e buoni propositi ma in realtà sono il reale contenuto politico dell’agire quotidiano delle compagne e dei compagni del PRC irpino in tutte le sue forme istituzionali e sociali con l’animazione dei circoli e l’impegno delle/i compagne/i sul territorio. La nostra presenza politica a Paternopoli in questa fase forse è poco avvertita, ma ciò non significa che il PRC sia assente con le sue idee e la voglia di far rivivere nel nostro paese se pur tra mille difficoltà un pensiero di sinistra ed una pratica aggregativa e partecipativa della politica. Questo percorso abbiamo cominciato a praticarlo da circa due anni con le iscrizioni che sono 25 e l’istituzione del circolo con un proprio rappresentante nel Comitato Politico Provinciale e più d’una iniziativa pubblica effettuata a Paternopoli con la presenza di nostri dirigenti nazionali e provinciali. Ma giustamente ci si chiede nell’opinione pubblica locale, come mai Rifondazione non abbia una propria sede (un locale / circolo / sezione) ? Sarebbe troppo facile rispondere che la difficoltà nasce dalla crisi generale che tutta la sinistra attraversa in tutta Italia, ma questa risposta non basta più e tal proposito con convinzione ci riproponiamo di impegnarci di più, di essere più presenti sui tanti temi ed importanti vertenze sociali che riguardano Paternopoli, se saremo in grado di tornare a fare politica un po’ più attiva l’obbiettivo non sarà solo quello di avere di nuovo un luogo fisico dove fare politica aperta e creativa, ma porci di nuovo la legittima aspirazione a concorrere di creare nuova classe dirigente, ma soprattutto impedire che il populismo e la nuova e pericolosa destra berlusconiana insieme al solito nobilantato locale possa soffocare ogni aspirazione di alternativa, di altra visione del mondo, dell’economia, dei diritti e della democrazia. Per impedire un simile scenario è fondamentale che anche a Paternopoli le varie sinistre ricomincino quantomeno a parlarsi e confrontarsi ed essere quindi pronti in un non lontano futuro a costituire insieme (riformisti,ambientalisti,socialisti e comunisti PRC) un argine alla destra, agli estremisti di centro ed al civismo regressivo di ritorno. Compito sicuramente arduo e difficile, sopratutto a Paternopoli , nel nostro piccolo noi del PRC-SE di Paternopoli a partire da subito lavoreremo per questi obbiettivi e invitiamo tutte le compagne/i ad uscire da una condizione di forzata vita privata e dedicare un poco del proprio tempo all’impegno politico per una comunità miglior dell’esistente. Da circa due mesi a Paternopoli è in corso un importante dibattito che ha visto aprirsi all’interno della maggioranza consiliare una crisi politica con la fuoriuscita dalla stessa di due consiglieri del PD e con iniziative di questo Partito attraverso dichiarazioni ufficiali e comizi di forte dissenso e contrarietà in merito all’adozione di una delibera comunale N. 146 del 23 giugno 2008 per oggetto: lavori per la infrastrutturazione delle aree destinate ad insediamenti produttivi con approvazione progetto esecutivo e determinazioni. Il gruppo consiliare di minoranza Sinistra Democratica ha effettuato la sua battaglia in consiglio comunale così come da mandato elettorale e poi successivamente con un pubblico comizio educendo la popolazione sui rischi e i pericoli del progetto che la ormai risicata maggioranza si propone di approvare. Nel pieno rispetto dell’autonomia politica del PD e di SD consci dei diversi approcci alla spinosa vicenda; noi del PRC-SE pur non avendo nessun esponente in Consiglio Comunale, ma vigili e sensibili quando emergono vertenze sociali e battaglie politiche da intraprendere, con la nostra presenza e le nostre proposte tenteremo di dare un contributo alla comunità e ai nostri concittadini meno protetti. Pertanto con nettezza e ragionevolezza AFFERMIAMO il nostro convinto NO ad un progetto che tra l’altro da quanto ci risulta in base anche alle spiegazioni tecniche e politiche che i gruppi di minoranza hanno illustrato in questi mesi, prevede la realizzazione di una piattaforma per la raccolta del materiale di risulta e di post-produzione dei processi industriali delle aziende site nel comprensorio del Calore. Sinceramente i paternesi di questo “ sviluppo di rifiuti postindustriali”non hanno proprio bisogno. Rivolgendoci al Sindaco e alla sua maggioranza domandiamo : Ma uno dei punti qualificanti del suo programma amministrativo non era oltre al risanamento economico dell’ente (vedi dichiarazione del dissesto finanziario) e la pratica della politica partecipativa; il rilancio delle attività produttive attraverso la valorizzazione e la crescita di aziende all’interno di un distretto “ delle vocazioni peculiari di Paternopoli “ Agricoltura, Artigianato, Terziario avanzato e Commercio ? Per non parlare poi della mancanza del nostro Comune di uno strumento tecnico amministrativo fondamentale ed indispensabile quale il PUC (ex piano regolatore); In deroga a quale legge nazionale o regionale è stata adottata la delibera n. 146? Perché tutti gli altri comuni della provincia di Avellino hanno rifiutato questo progetto che riguarda lo smaltimento dei rifiuti e relativo finanziamento regionale ? Ma la sensazione che noi del PRC-SE abbiamo in merito a questa complicata vicenda è sicuramente di natura politica provinciale. Tenteremo di spiegarci meglio: ancora una volta l’On. Ciriaco De Mita forza la mano a Paternopoli. Ricordiamo all’on. De Mita che il Sig. Duilio Raffaele Barbieri non è sindaco del nostro paese per sua intercessione, ma il risultato amaro (col senno di poi) di una concatenazione di eventi politici che nel 2005 portarono alla caduta della prima amministrazione Barbieri-De Rienzo. Un anno dopo a causa di divisioni interne alla allora Sezione DS nei confronti della componente che si rifaceva al compagno D’Ambrosio e di conflitti interni al gruppo alla lista civica la Colomba, portarono irrimediabilmente all’affossamento di quel centrosinistra possibile(scelta del candidato sindaco attraverso lo strumento delle primarie) a cui si stava seriamente lavorando, sfociarono purtroppo anche in insanabili per quel periodo, incomprensioni e conflitti personali che videro coinvolti direttamente ed indirettamente tutti i soggetti politici della sinistra locale (anche chi scrive)” 08/01/06”; spianando di fatto la strada per reazione e mancanza di una seria alternativa a quel progetto di civismo abborracciato che è stata poi la lista dell’attuale sindaco. Quando la politica fallisce e si fa solo guidare dalle vicende emotive e non relazionali desertifica il tessuto vivo della società e produce come nel nostro caso mancanza di alternativa e classe dirigente impreparata e superficiale, che riesce a nascondersi anche dietro una falsa bonomia di facciata e un falso proposito di cambiamento della pratica politica, raccogliendo consenso per mancanza di avversari veri che intanto se le suonano e se le cantano di santa ragione, la solita sindrome di “Tafazzi”che dilania la sinistra in Italia ormai da anni e di cui anche la nostra piccola comunità è stata vittima. Ed oggi siamo qui a fare i conti con un paese sprofondato nel più buio declino socio economico culturale che abbia mai conosciuto nella storia, con vertenze ambientali pericolose (vedi PIP – Discarica), Difficili ma importanti riposizionamenti politici (vedi PD), difficoltà della Sinistra in genere a risollevarsi (vedi difficile lavoro di opposizione di SD), difficoltà a ripartire nella società (vedi noi PRC). Quello che più preoccupa anche qui a Paternopoli è l’avanzamento di un sentimento diffuso di Antipolitica e di un pensiero di destra prima ancora che nelle sigle che la rappresentano FI e AN purtroppo anche nella mente delle persone. Questa è la sfida adesso e ora. Ricomporre la Sinistra, nell’agire quotidiano, nella partecipazione e nella consapevolezza di non sentirsi sempre migliori degli altri, porsi in ascolto, aprirsi al mondo che ci circonda e non aver timore di mettersi in discussione. Rifondazione Comunista – Sinistra Europea di Paternopoli ribadisce la propria disponibilità a lavorare per la Sinistra e per Paternopoli,consapevoli delle enormi difficoltà che ci attendono.

Imbriano, PRC-SE: Lettera aperta per la proclamazione dello Sciopero Generale contro la Discarica del Formicoso.

Irpinia, 26 Settembre 2008.



Ai Segretari Generali

delle Organizzazioni Sindacali della Provincia di Avellino



Cari amici e compagni,



il Paese sta affrontando momenti assai difficili, le famiglie non arrivano a fine mese, cresce l’indebitamento, migliaia di lavoratori sono in mobilità e cassintegrazione, le nuove generazioni sono schiantate sotto il peso della precarietà. E da parte del Governo non c’è ancora la benché minima iniziativa per arginare questa durissima crisi economica. Ci si limita a rincorrere e alimentare le paure e i fantasmi che abitano gli anfratti più bui delle coscienze, ad indicare i capriespiatori delle inquietudini che segnano la nostra società frantumata.



Una condizione che diviene sempre più difficile e insopportabile man mano che si scende verso Sud.

Anche in Irpinia. Avete ragione, qui la politica per lunghi decenni non è stata capace di indicare un progetto, un’ambizione, un orizzonte per la nostra terra, sprecando l’occasione dell’industrializzazione e perdendo, finora, la partita dei fondi europei. Il bilancio di questa politica ce lo danno le cifre dell’emigrazione dei giovani che negli ultimi anni continuano ad aumentare vertiginosamente.



Ma oggi, con l’individuazione –da parte del Governo- di una terza discarica regionale in Irpinia, siamo di fronte ad un baratro, stiamo correndo un rischio drammatico che potrebbe cancellare ogni possibilità di sviluppo ecocompatibile per l’Irpinia.

È questa preoccupazione, condivisa con la gran parte della gente e delle Istituzioni d’Irpinia, che mi ha spinto a rivolgermi pubblicamente a voi, chiedendo, come hanno già fatto molti altri, la proclamazione dello sciopero generale.



Lo faccio in questa giornata così significativa per il mondo del lavoro di questa provincia –penso alla presenza di Epifani e Rinaldini in città per l’inaugurazione della nuova sede CGIL intitolata al compianto Bruno Trentin- per chiedervi, ancora una volta, come è accaduto nei momenti più difficili, di assumervi la responsabilità di una scelta forte a difesa della nostra provincia e del futuro delle nuove generazioni.





Gennaro M. Imbriano

Segretario provinciale

Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

martedì 23 settembre 2008

domenica 21 settembre 2008

+latte e - cacao.

Fumo negli occhi.

di Gennaro Santoro per La Rinascita della Sinistra

Il piano del Guardasigilli non risolve l'emergenza

Il piano svuota carceri è l'ennesima manovra demagogica dell'attuale governo. Si getta fumo negli occhi con provvedimenti in gran misura già esistenti e già rilevatisi inefficaci. O, quanto meno, di misure che non riescono nell'immediato a risolvere il dramma del sovraffollamento.

Sono 16 mila i detenuti in più rispetto la capienza regolamentare mentre secondo i dati del Ministero il sedicente piano svuota carceri interesserebbe 7000 persone. Dunque, se tutto va bene, le carceri continuerebbero ad avere un'eccedenza umana di 9000 unità in più. Senza tener conto del fatto che a causa delle leggi liberticide e riempi carcere targate Bossi-Fini, Fini-Giovanardi ed ex Cirielli, i detenuti crescono di mille unità al mese.

Entrando nel merito delle proposte, l'espulsione degli stranieri con pena residua ai due anni, prevista dall'art. 16 della Legge sull'immigrazione, è quasi del tutto inattuata a causa della difficoltà incontrate nell''identificazione delle persone e nella stipula di accordi con i paesi d'origine.

Riguardo i braccialetti elettronici, gli stessi già sono stati sperimentati con alti costi e pessimi risultati negli anni passati. Tuttavia, tale proposta potrebbe essere valutata positivamente come misura di lungo periodo volta a ridurre il ricorso al carcere come principale sanzione penale. Dunque, la proposta del Ministro Alfano non risolve l'emergenza carcere.

Sappiano anche che se sciaguratamente dovesse essere approvata la contro-riforma dell'ordinamento penitenziario presentata dal presidente della commissione Giustizia del Senato, Filippo Berselli, le galere scoppierebbero. Eliminare gli sconti di pena della liberazione anticipata significa tornare alle carceri dei primi anni Settanta, alle rivolte, alle violenze, all'insicurezza quotidiana.

Intanto, aldilà delle proclamazioni di facciata, il Governo nell'ultima manovra economica triennale taglia di circa 200 milioni di euro i fondi destinati al Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria. Come a dire, tutto fumo e niente arrosto.

Se davvero si vogliono risolvere i problemi del pianeta carcere bisogna innanzitutto adottare provvedimenti quali la diminuzione delle fattispecie penali, la velocizzazione dei processi (ad oggi circa il 50% dei detenuti è ancora in attesa di giudizio), l'abrogazione delle leggi riempi-carcere, l'ampliamento delle misure alternative (che abbattono la recidiva più del carcere). E bisogna finalmente introdurre la figura del garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, perché nel carcere e nelle altre istituzioni totali i diritti umani sono calpestati non solo a causa del sovraffollamento ma anche perché non vi è un organo di garanzia del rispetto dei diritti minimi della persona - proprio per questa ragione come associazione Antigone abbiamo istituito il Difensore civico dei detenuti (Chiunque voglia segnalarci casi o questioni può farlo scrivendoci in via Principe Eugenio, 31 a Roma o inviando una mail a difensorecivico@associazioneantigone.it

Ma si tratta di provvedimenti non a buon mercato, ovvero, che non regalano consensi, voti. È avvenuto così che alcune forze del centro sinistra, consapevoli di tale principio, hanno cominciato a rincorrere la destra sul tema della sicurezza, contribuendo in tal modo ad alimentare una percezione di insicurezza totale. In questo clima culturale di paura e tolleranza zero diviene ancora più difficile proporre alternative al pan penalismo proprio delle destre. Perché anche chi fino a qualche anno fa prestava ascolto ad analisi scientifiche sull'andamento dei crimini in Italia (dal '90 ad oggi il numero dei crimini commessi è sostanzialmente invariato), sulle ricette per risolvere la questione criminalità senza demagogie e in maniera rispettosa delle pre-regole di uno Stato di Diritto, oggi è disorientato perché è la stessa classe dirigente di centro sinistra (e talvolta della sinistra) a sponsorizzare una concezione della sicurezza e della giustizia propria della destra. Avviene così che Veltroni critichi il piano svuota carceri del governo perché è un indulto mascherato (!), e non già perché si tratta di misure demagogiche, inefficaci e non garantiste dei diritti minimi della persona (ad esempio, perché si imporrebbe una misura invasiva come il braccialetto elettronico anche senza il consenso dell'interessato). In questo panorama, l'unico "supporto" per chi, come l'associazione Antigone, si batte per le garanzie del sistema penale e crede ancora che sicurezza e giustizia debbano rispettare i principi fondamentali dello Stato di diritto, è rappresentato dalle prese di posizione forti assunte dalla Caritas, Famiglia Cristiana e da altri organismi certamente non di sinistra. Ed è con questi soggetti che la Sinistra (quella vera) deve provare, con pazienza, a spazzare la coltre di odio e di intolleranza che ha invaso l'animo degli italiani.

Parte la costituente della sinistra: Prossima tappa l’assemblea del 27 a Roma con Nichi Vendola.

di Andrea Piperno - LIBERAZIONE
Conclusioni scarne: la presa d'atto che si è fatto un passo importante, la scelta di dar vita a un coordinamento che dovrà gestire il percorso della Costituente della Sinistra. «E' il primo passo - conferma il coordinatore di Sd Claudio Fava di fronte alle telecamere - ma fondamentale: senza di questo non si possono fare i passi successivi». A muoverlo sono una cinquantina di esponenti della Sinistra diffusa. Quella politica, con i rappresentanti di Sd, dell'area del Prc "Rifondazione per la Sinistra" (Vendola, Giordano, Migliore, Deiana), dei Verdi e della mozione Belillo del Pdci. Quella intellettuale e militante (Tronti, Asor Rosa, Marcello Cini, Paolo Hutter, Moni Ovadia, Ascanio Celestini), femminista (Bianca Pomeranzi, Bia Sarasini, Anna Picciolini), ambientalista (Gianni Mattioli). Quella sociale (Gianni Rinaldini, Paolo Beni).
Il seminario convocato a Roma da Sinistra democratica per lanciare il percorso della Costituente non voleva né poteva andare oltre questo, l'ambizione, chiarisce Vendola, è quella di fissare «l'agenda di una partenza», e senza pretendere di determinare in anticipo l'approdo, perché «che processo sarebbe se se ne conoscessero già le conclusioni?».
L'obiettivo non era organizzativo, l'operatività diretta è rimasta sullo sfondo, pur senza mai essere persa di vista. E' la difficoltà specifica di questa difficilissima fase, il dover coniugare, come segnala Tronti, «l'obbligo di muoversi con urgenza e la necessità di riflettere a fondo su quello che è successo e sta succedendo». Si trattava, dunque, di capire cosa deve essere il nuovo soggetto verso il quale ci si sta incamminando, a quali esigenze deve rispondere, quali caratteri fondanti dovranno connotarlo. Lo dice più chiaramente di tutti Gennaro Migliore : «La domanda fondamentale non è chi sarà protagonista di questo percorso né come si svilupperà. E' il perché. E' il chiedersi quale deve essere oggi il ruolo di una Sinistra, il domandarsi se risponde a un reale bisogno diffuso, e quale».
I nodi da sciogliere ci sono. Fava, nella relazione introduttiva (secca e molto essenziale, va detto a suo merito) sembra identificare nella costruzione di un nuovo centrosinistra, certamente diversissimo da quello dell'Unione, l'obiettivo naturale del soggetto costituendo. Franco Giordano non concorda: «Non si può connotare la Sinistra a cui pensiamo come ‘di governo'. Si può e si deve invece affermare che è una Sinistra che rifiuta il minoritarismo e rivendica una vocazione di massa, maggioritaria». «Sinistra di governo - taglia corto il segretario della Fiom Gianni Rinaldini - vuol dire solo una sinistra che fa quel che dice, e mantiene dal governo le promesse fatte dall'opposizione. Come non è mai capitato sinora».
Per alcuni, tra cui lo stesso Fava e Fabio Mussi (ma anche Tronti) la Sinistra non potrà che configurarsi come soggetto politico a tutti gli effetti. Un partito. Per altri (Tortorella, Cini) dovrà invece saper inventare forme e modelli nuovi, inediti, a rete, distanti dalla forza politica tradizionale.
Ma quello che rende possibile una partenza comune non è l'identità delle risposte, è la convergenza sulle domande. E quella c'è tutta,a partire da quella più imperiosa e ineludibile: il trovare modi e mezzi per coinvolgere a tutti gli effetti il popolo di sinistra, tutto, nessuno escluso, nella costruzione del nuovo soggetto. Tortorella chiede senza mezzi termini la consultazione su tutto, a partire dal programma: «L'unica cosa positiva del Pd sono stati i gazebo». Si possono trovare altre rsposte. Non si può eludere la domanda.
E l'altra domanda comune, evidenziata da tutti e in particolare da Vendola, è quella di muoversi sul terreno, vastissimo, che si stende tra le involuzioni sempre più moderate e centriste, sempre meno riformiste, del Pd e la fuga di troppe aree della Sinistra verso una deriva che è allo stesso tempo identitaria e minoritaria. Una Sinistra di testimonianza che si consola dai disastri del presente guardando all'indietro, alle glorie di un passato che non c'è più. Quella che Vendola definisce "la Sinistra col torcicollo" e Marcello Cini, sprezzante, tratta senza mezzi termini da relitto.
Alla fine nessun documento, nessuna dichiarazione altisonante. E' inutile gridare che la Costituente è nata. Se davvero ha mosso ieri i primi passi, lo si vedrà nelle prossime settimane. Lo si vedrà già il prossimo 27 settembre, nella manifestazione, stavolta pubblica e non riservata come quella di ieri, convocata a Roma da Rifondazione per la Sinistra.

Formicoso. Assemblea pubblica.

No alla mega discarica sul Formicoso

ASSEMBLEA PUBBLICA

Domenica 21 settembre 2008 ore 18.00

Aquilonia - Piazza Marconi



Presiede:

Antonio Caputo: Consigliere Comunale- Dirigente Provinciale Rifondazione Comunista



interventi:

Enzo Panico: Segretario PRC circolo Lacedonia - rappresentante comitato Aquilaverde

Gennaro Imbriano: Segretario Provinciale Rifondazione Comunista

Gerardo Pistillo: Coordinatore Partito Democratico Aquilonia

Nicola Cicchetti: Segretario Provinciale partito dei comunisti Italiani

Franco Vittoria: Segretario Provinciale Partito Democratico

Donato Cataldo: Sindaco di Aquilonia

Angelo Antonio Caruso: Sindaco di Andretta

Maurizio Panza: Responsabile Ambiente e Territorio Movimento LUNA

Virgilio Caivano: Portavoce piccoli comuni italiani

Angelo Giusto: Consigliere Regionale SD

La scuola che non c'è.

di Cinzia Spiniello
L'inizio del nuovo anno scolastico nella nostra provincia è stato caratterizzato da un evento che definiremmo almeno originale. Ad accogliere gli alunni, che dai tanti paesi si recavano (alcuni per la prima volta) nel capoluogo c'erano, badate bene, non l'assessore della pubblica istruzione o chi per esso, ma pattuglie di poliziotti con cani addestrati che con fare alquanto severo, neanche fossero approdati nella Secondigliano dello spaccio, seguivano la discesa di ignari alunni ancora assonnati e digiuni, costretti ad essere osservati ed annusati come malviventi di chissà quale esperienza.
Abbiamo seguito l'intervista al questore che soddisfatto e felice spiegava che tutto andava in direzione di una non meglio identificata operazione di sicurezza e controllo, rivolta allo spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti. Fin qui la cronaca ufficiale e di facciata seguita con una conferenza dove sindaco, vescovo e autorità varie e non meglio identificate rivolgevano ai giornalisti sorrisi e auguri. Ma auguri di cosa?
Per mantenerci sul generale la scuola pubblica rischia di scomparire, giacchè la riforma annunciata dalla neo ministra Gelmini và in direzione di una svendita della cultura pubblica, come a dire: chi ha i soldi paghi!
Una riforma che fa arretrare la scuola di anni e taglia il corpo insegnante definito in esubero. A che servono se oramai le intenzioni del governo sono quelle di un arretramento socio-culturale degli italiani?
Per entrare nello specifico della provincia irpina la prima domanda che ci sorge spontanea è: ma negli ultimi anni il governo della De Simone con l'assessore alla pubblica istruzione Mainolfi cosa hanno fatto? Diremmo un bel fico secco!!
Molte scuole irpine versano in condizioni pietose, alcune risultano agibili fino a giugno per diventare inagibili a settembre ( vedi palazzo Cammino). Ci chiediamo: ma gli alunni che l'hanno frequentata fino ad allora erano a rischio vita?
Meno male che proprio in questi giorni è stata riconsegnata completamente ricostruita la scuola elementare di S.Giuliano di Puglia dove 27 bambini persero la vita con la loro insegnante a seguito del crollo dopo una scossa di terremoto. E da noi terra sismica per eccellenza quale scossa di terremoto dovremmo aspettare per comprendere lo stato di salute delle nostre scuole?
La cronaca del primo giorno di scuola irpino continua in modo sempre più sorprendente, scuole che non sanno dove andare come se i problemi nascessero al momento, per tutte cito l'Istituto Alberghiero che per la situazione drammatica in cui versa risulta essere emblematico e sintomatico dell'emergenza abitativa degli alunni. Ebbene gli alunni di alcune classi dell'alberghiero non hanno avuto il primo giorno di scuola o meglio sono tornati a casa perchè costretti a fare turni e doppi turni, costretti ad andare a scuola ogni due giorni e per di più in un altro istituto “lo Scoca”.
Dovremmo prendere esempio, come stanno facendo un po' da tutt'Italia, dalla scuola di Roma dove i genitori, preoccupati dalla situazione drammatica della scuola pubblica, hanno occupato le aule senza per questo impedire lo svolgimento delle lezioni, dovremmo anche noi occupare le nostre scuole al grido di: vogliamo la scuola pubblica, libera ed uguale per tutti, la scuola che non c'è!

giovedì 18 settembre 2008

Contro le destre e la vecchia politica, un “Progetto per l’Irpinia”.

di Gennaro M. Imbriano
Nel giro di pochi mesi -dalla svendita Alitalia allo smantellamento della scuola pubblica, dall’attacco all’autonomia della Magistratura alla crociata securitaria lanciata contro i povericristi, dalla proposta di taroccare la legge elettorale per le europee fino al tentativo di ridimensionare il ruolo del contratto collettivo nazionale- il Governo Berlusconi ha mostrato il suo vero volto classista, razzista e populista.
Intanto, il Paese vive una crisi economica profonda che le destre non sanno affrontare se non rincorrendo i fantasmi della paura e inseguendo i capri espiatori dell’inquietudine sociale. E così si rischia di precipitare nel baratro dell’inciviltà, come dimostrano i fatti drammatici e sconcertanti di Milano, dove è stato assassinato barbaramente un ragazzo di colore.
Abbiamo davanti un quadro preoccupante, segnatamente per il Mezzogiorno, esposto anche al rischio di una riforma federalista imposta dall’alto, che mette in competizione il Nord contro il Sud e mina il principio di uguaglianza tra i cittadini.

E dentro questo quadro difficile sta anche l’Irpinia. Anzi, siamo in una condizione ancor più critica se si pensa al tentativo, da parte del Governo delle destre, di aprire qui la terza discarica regionale. A reti unificate, da Posillipo, si dichiara conclusa l’emergenza rifiuti e poi, imponendo le scelte romane, se serve anche manu militari, si chiede un nuovo insopportabile sacrificio alla nostra provincia.
Non solo dobbiamo impedire, in queste settimane, con una mobilitazione popolare, lo scempio della megadiscarica sul Formicoso. Ma, di fronte a tutto questo, le forze democratiche e progressiste hanno il dovere di evitare, anche in Irpinia, la vittoria del PdL alle prossime amministrative. È un tentativo difficile ma bisogna provarci, perché la costruzione di argini al regime delle destre passa anche da un nuovo governo del Mezzogiorno e degli enti locali.
Ma sia chiaro, quello che serve non è l’ennesimo cartello elettorale e la riproposizione delle vecchie liturgie del centro-sinistra: saremmo destinati ad una bruciante sconfitta.
Occorre invece una vera coalizione politica che indichi un orizzonte e avanzi un “Progetto per l’Irpinia”.
Un progetto che parli di un nuovo modello di sviluppo ecocompatibile e di un lavoro di qualità; politiche a difesa dei servizi pubblici e dell’acqua, il più straordinario bene comune che abbiamo; iniziative per fermare l’emigrazione dei giovani e lo spopolamento dei nostri paesi; pratiche di legalità e moralità nella pubblica amministrazione che possano arrestare l’infiltrazione e l’espansione della camorra; una moderna e sostenibile gestione dei rifiuti; grande attenzione per rispondere alle vecchie e nuove povertà che vanno diffondendosi.
Su questo terreno, Rifondazione e la sinistra sono pronti ad accettare la sfida del confronto, ma siamo già in grave ritardo e il PD non può continuare a restare muto.
I Partiti devono ritrovare la capacità della riflessione e delle proposte, uscendo da una dimensione autoreferenziale e aprendosi al confronto e alla partecipazione delle comunità, dei territori, delle forze sociali e dei cittadini.
Dobbiamo trovare il coraggio di incamminarci lungo strade nuove.

lunedì 15 settembre 2008

DONNE INSIEME IN DIFESA DELLA TERRA PER UN FUTURO SENZA BASI MILITARI E SCUDI SPAZIALI . Solidarietà al Presidio No dal Molin.

di LUISA MORGANTINI - Vice Presidente del Parlamento Europeo


"Mi dispiace veramente di non poter partecipare personalmente alla manifestazione indetta per domani sabato 13 settembre dal Presidio No Dal Molin. Esprimo però tutta la mia adesione, insieme alla forte condanna per la violenta repressione subita dai manifestanti a Vicenza sabato scorso, e ribadisco il mio impegno anche al Parlamento Europeo dove saremo insieme a riaffermare il diritto delle donne e degli uomini di fare del proprio territorio un luogo sicuro e del proprio futuro un avvenire di pace".

Per dare forza al suo impegno anche sul piano istituzionale, Luisa Morgantini, Vice Presidente del Parlamento Europeo, ha organizzato, insieme alle donne dell'associazione U.S Citizens for Peace and Justice, della Campagna contro lo scudo spaziale Usa e le Donne in Nero, per il 17 Settembre alle ore 11.30 al Parlamento Europeo di Bruxelles un’audizione dal titolo "Donne insieme in difesa della terra per un futuro senza basi militari e scudi spaziaIi".

"Insieme, con creatività e intelligenza, costruiamo reti di donne unite per un futuro di pace e giustizia, senza basi militari né scudi spaziali. Lo scopo dell'incontro- spiega Morgantini, tra le fondatrici delle Donne in nero- è di rinsaldare i legami tra le donne che ovunque, a Vicenza come nella Repubblica Ceca contro lo scudo spaziale USA, si battono ostinatamente per il disarmo e per la pace. L'audizione è rivolta a tutti i Membri del Parlamento Europeo e in particolare alle donne parlamentari per sensibilizzare e far conoscere l'impegno quotidiano e tenace delle donne, il loro completo e totale rifiuto della violenza e le loro battaglie per la giustizia e per la difesa della terra.

Guerra, violenza e corsa agli armamenti sono scelte irresponsabili portatrici di morte e distruzione: la lungimiranza e la tenacia delle donne insieme alla mobilitazione dell'intera società civile sono essenziali per un futuro senza basi di guerra, e devono essere in tutti i modi sostenute" ha concluso Luisa Morgantini.


Roma, 12 settembre 2008

Un’altra Italia. Un’altra politica. Appello per la mobilitazione dell’11 ottobre.

Le politiche aggressive del Governo di centrodestra, sostenute in primo luogo da Confindustria, disegnano il quadro di un'Italia ripiegata su se stessa e che guarda con paura al futuro, un Paese dove pochi comandano, in cui il lavoro viene continuamente umiliato e mortificato, nel quale l'emergenza è evocata costantemente per giustificare la restaurazione di una società classista razzista e sessista. Che vede nei poveri, nei marginali e nei differenti, i suoi principali nemici. Che nega, specie nei migranti, il riconoscimento di diritti di cittadinanza con leggi come la Bossi Fini che non solo generano clandestinità e lavoro nero, ma calpestano fondamentali valori di umanità.
Questa è la risposta delle destre alla crisi profonda, di cui quella finanziaria è solo un aspetto, che attraversa il processo di globalizzazione e le teorie liberiste che l'hanno sostenuto. Una risposta che, naturalmente, ignora il fatto che solo un deciso mutamento del modello economico oggi operante può risolvere problemi drammatici, dei quali il più grave è la crisi ecologica planetaria. Spetta alla sinistra contrapporre un'altra idea di società e un coerente programma in difesa della democrazia e delle condizioni di vita delle persone. E' una risposta che non può tardare ed è l'unico modo per superare le conseguenze della sconfitta elettorale e politica.
Ci proponiamo perciò di contribuire alla costruzione di un'opposizione che sappia parlare al Paese a partire dai seguenti obiettivi :

riprendere un'azione per la pace e il disarmo di fronte a tutti i rischi di guerra, oggi particolarmente acuti nello scacchiere del Caucaso. La scommessa è ridare prospettiva a un ruolo dell'Europa quale principale protagonista di una politica che metta la parola fine all'unilateralismo dell'amministrazione Bush, al suo programma di scudo spaziale e di estensione delle basi militari nel mondo, all'occupazione in Iraq e Afghanistan (dove la presenza di truppe italiane non ha ormai alcuna giustificazione), ma anche alla sindrome da grande potenza che sta impossessandosi della Russia di Putin;

imporre su larga scala un'azione di difesa di retribuzioni e pensioni falcidiate dal caro vita , il quale causa un malessere che la destra tenta di trasformare in egoismo sociale, guerra tra poveri, in un protezionismo economico del tutto insensibile al permanere di gravi squilibri tra il Nord e il Sud del mondo. Di fronte alla piaga degli "omicidi bianchi" è necessario intensificare i controlli e imporre l'applicazione delle sanzioni alle imprese. Si tratta inoltre di valorizzare tutte le forme di lavoro: lottando contro precariato e lavoro nero, anche attraverso la determinazione di un nuovo quadro legislativo; sostenendo il reddito dei disoccupati e dei giovani inoccupati; ottenendo il riconoscimento di forme di lavoro informale e di economia solidale;

respingere l'attacco alla scuola pubblica, all'Università e alla ricerca, al servizio sanitario nazionale, ai diritti dei lavoratori e alla contrattazione collettiva . E' una vera e propria demolizione attuata attraverso un'azione di tagli indiscriminati e di licenziamenti, l'introduzione di processi di privatizzazione, e un'offensiva ideologica improntata a un ritorno al passato di chiaro stampo reazionario (maestro unico, ecc.). L'obiettivo della destra al governo è colpire al cuore le istituzioni del welfare che garantiscono l'esercizio dei diritti di cittadinanza. L'affondo è costituito da un'ipotesi di federalismo fiscale deprivato di ogni principio di mutua solidarietà;

rispondere con forza all'attacco contro le politiche volte a contrastare la violenza degli uomini contro le donne , riconoscendo il valore politico della lotta a tutte le forme di dominio patriarcale, dell'autodeterminazione delle donne e della libertà femminile nello spazio pubblico e nelle scelte personali;

sostenere il valore della laicità dello stato e riconoscere diritto di cittadinanza alle richieste dei movimenti per la libera scelta sessuale e per quelle relative al proprio destino biologico ;

sostenere le vertenze territoriali (No Tav, No Dal Molin, ecc.) che intendono intervenire democraticamente su temi di grande valore per le comunità, a partire dalle decisioni collettive sui temi ambientali, sulla salute e sui beni comuni., prima fra tutti l'acqua. Quella che si sta affermando con la destra al governo è un'idea di comunità corporativa, egoista, rozza e cattiva, un'idea di società che rischia di trasformare le nostre città e le loro periferie nei luoghi dell'esclusione. Bisogna far crescere una capacità di cambiamento radicale delle politiche riguardanti la gestione dei rifiuti e il sistema energetico. Con al centro la massima efficienza nell'uso delle risorse e l'uso delle fonti rinnovabili. Superando la logica dei megaimpianti distruttivi dei territori, del clima e delle risorse in via di esaurimento. E' fondamentale sostenere una forte ripresa del movimento antinuclearista che respinga la velleitaria politica del governo in campo energetico.

contrastare tutte le tentazioni autoritarie volte a negare o limitare fondamentali libertà democratiche e civili , a partire dalle scelte del governo dai temi della giustizia, della comunicazione e della libertà di stampa. O in tema di legge elettorale mettendo in questione diritti costituzionali di associazione e di rappresentanza. Si tratta anche di affermare una cultura della legalità contro le tendenze a garantire l'immunità dei forti con leggi ad personam e a criminalizzare i deboli.

Per queste ragioni e con questi obiettivi vogliamo costruire insieme un percorso che dia voce ad un'opposizione efficace, che superi la delusione provocata in tanti dal fallimento del Governo Prodi e dalla contemporanea sconfitta della sinistra, e raccolga risorse e proposte per questo paese in affanno.
L'attuale minoranza parlamentare non è certo in grado di svolgere questo compito, e comunque non da sola, animata com'è da pulsioni consociative sul piano delle riforme istituzionali, e su alcuni aspetti delle politiche economiche e sociali (come tanti imbarazzati silenzi dimostrano, dal caso Alitalia all'attacco a cui è sottoposta la scuola, dalla militarizzazione della gestione dei rifiuti campani alle ordinanze di tante amministrazioni locali lesive degli stessi principi costituzionali). Bisogna invece sapere cogliere il carattere sistematico dell'offensiva condotta dalle destre, sia sul terreno democratico, che su quelli civile e sociale, per potere generare un'opposizione politica e sociale che abbia l'ambizione di sconfiggere il Governo Berlusconi. Quindi, proponiamo una mobilitazione a sinistra, per "fare insieme", al fine di suscitare un fronte largo di opposizione che, pur in presenza di diverse prospettive di movimenti partiti, associazioni, comitati e singoli, sappia contribuire a contrastare in modo efficace le politiche di questo governo.
Al tal fine proponiamo la convocazione per il 11 ottobre di un'iniziativa di massa, pubblica e unitaria, rivolgendoci a tutte le forze politiche, sociali e culturali della sinistra e chiedendo a ognuna di esse di concorrere a un'iniziativa che non sia di una parte sola. Il nostro intento è contribuire all'avvio di una nuova stagione politica segnata da mobilitazioni, anche territorialmente articolate, sulle singole questioni e sui temi specifici sollevati.


domenica 14 settembre 2008

No alla discarica sul Formicoso.

Andretta, 18 settembre, ore 18, la Sinistra irpina promuove un’assemblea pubblica per dire no alla discarica sul Formicoso.
Tra gli altri interverranno: Imbriano, Aurisicchio, Di Ninno, Di Maio, Giordano, Cicchetti.
A concludere l’iniziativa ci sarà l'ambientalista e studioso Guido Viale.

lunedì 8 settembre 2008

02 Settembre 2008 - La Terra dei Fuochi esce dalla Rete - Tg3 Nazionale edizione delle 19,00

www.laterradeifuochi.it

La terra in cui viviamo è la terra dei fuochi. E, di certo, non è stata una nostra invenzione. Tantomeno, una nostra scoperta...
Queste, le battute iniziali sul sito www.laterradeifuochi.it
Ogni giorno, centinaia di "piccoli" fuochi ardono in tutta la provincia tra Napoli e Caserta.
Sono fuochi che non ci bruciano ma che ci avvelenano.
La terra dei fuochi è quindi un sito di denuncia e "video-sorveglianza" democratica. Molti, i contributi relativi ai roghi che stanno devastando i territori dei Comuni di Giugliano, Qualiano e Villaricca, tristemente denominati, nelle pagine di Gomorra, da Roberto Saviano, proprio col nome di terra dei fuochi.
Dalle riprese effettuate e dalle prove raccolte, considerata la situazione attuale, il fenomeno è ben più grave di quanto sia possibile immaginare.
L'impegno di denuncia costruito con laterradeifuochi, ha inteso fornire, pubblicamente, le prove relative a molti di questi roghi, in cui, praticamente, ormai si brucia di tutto ma, ad essere dati alle fiamme, pare, siano, soprattutto, i Rifiuti Speciali. Quei rifiuti derivanti, quindi, da attività agricole, da attività di costruzione, da lavorazioni industriali nonchè dalle attività stesse di servizio, di recupero e di smaltimento rifiuti.
Spesso, si tratta di roghi di piccola entità. Nascosti, a volte, in piccole strade di campagna quasi inaccessibili. Bruciano di notte, quando il buio nasconde il fumo nero, ma, sempre più spesso, ormai, sono visibili anche in pieno giorno.
"Questa società", ci dicono i curatori del sito, "sembra che non abbia più nulla di civile. Ciò nonostante", continua uno di loro, voglio essere fiducioso e ottimista. Ecco perché, insieme ad alcuni amici, abbiamo dato vita a questo spazio di denuncia e di informazione. Crediamo che le centinaia di migliaia di persone che popolano i nostri territori non siano realmente consapevoli. Infatti, anche se talvolta qualcuno vede, forse, non ha idea di quanto possa essere grave e drammatica la situazione".
"L'omertà è complicità. Il silenzio è assenso". Ci ripetono i promotori de laterradeifuochi. Ma, a leggere il sito, pare che ad essere sordi e muti siano, talvolta, proprio certi numeri "utili" dove difficilmente qualcuno risponde.
Siamo contenti che laterradeifuochi abbia voluto avere, su you-tube, Hirpinia Link(e) fra i suoi amici. Perchè, purtroppo, coraggio ragazzi, anche stasera, nella Terra dei Fuochi, ci sarà un'altra nottata da incubo.

Confronto Vendola - Boccia : «Non c'è trasformazione senza la libertà».

Duecento giovani comunisti/e al dibattito di venerdì.

di Gaetano Cataldo - Liberazione

Incollati alle parole, attenti fino al punto di prendere note nel quasi buio dello spazio dibattiti, duecento giovani comuniste/i hanno ascoltato l'appassionato e denso dialogo tra Maria Luisa Boccia e Nichi Vendola sulle culture politiche della sinistra. Una sfida che non può fermarsi perchè «non si ferma il capitalismo, che di crisi in crisi si ristruttura» come fa notare subito Vendola, sollecitato dalla riflessione interrogativa del moderatore, Anubi d'Avossa Lussurgiu, giornalista di Liberazione . E sempre Vendola aggiunge che «non c'è più una descrizione di un cambiamento prefigurato come avveniva quando c'era il Partito Comunista Italiano e i partiti comunisti». Questo spunto offre l'opportunità a Maria Luisa Boccia di sottolineare un aspetto che non c'è più oppure si stenta a individuare nella nostra parte politica cioè la «produzione di senso, anzi la produzione di cultura e di valorizzazione delle culture della trasformazione. Per questo - continua Boccia - quando si affrontano le questioni della scuola, il problema non è semplicemente sindacale-quantitativo ma è invece, culturale-qualitativo ovvero bisogna avanzare la proposta politica di una scuola capace di rappresentare le differenze e la complessità».Trascorre un'ora e i temi aumentano e si complicano fino ad arrivare alla convinzione che questi temi vadano affrontati più spesso e si giunge alle letture che hanno motivato Nichi Vendola e Maria Luisa Boccia nel loro percorso politico personale. «L'ideologia tedesca, dopo i Grundisse, resta il mio libro preferito di Marx perché narra di come il processo di struttura descritto ne Il Capitale nei suoi nessi materiali si afferma nella società come processi sociali e culturali». «Sputiamo su Hegel invece - per Boccia - perchè rompe l'dea naturale della definizione della donna rispetto all'uomo, passaggio che Marx non aveva criticato ma che solo il movimento femminista ha messo radicalmente in discussione». La sinistra ha mosso in questi anni i suoi passi all'interno del movimento dei movimenti e in questi ha visto da vicino le culture critiche del femminismo e dell'ambientalismo radicale. Questo ha consentito a Rifondazione Comunista di diventare un soggetto un po' meno antiquato e più capace di far vivere l'idea della trasformazione. «Questa idea, quella della trasformazione, non può prescindere, anzi deve muovere dall'idea della libertà, paradossalmente monopolizzata dalla destra. La libertà della destra è quella naturale del mercato e dei poteri forti mentre la scrittura di un nuovo vocabolario che contribuisca al processo di liberazione è compito nostro, è compito della sinistra». Per la Boccia «la prima, la libertà fondamentale per le donne è liberarsi dell'uomo inteso come soggetto artefice di una forma organizzata e oppressiva della società capitalista. Una critica da sinistra al capitalismo ma anche al marxismo». E' un dibattito libero in cui Vendola e Boccia si confrontano sulla debàcle elettorale, sulla fine della discussione congressuale senza però riproporre temi già dibattuti ma formulando nuove domande: tra tutte quella su come sfuggire alla morsa del consumismo che invece è considerata dal popolo a cui vorremmo parlare come una forma suprema e moderna di libertà.Il dialogo potrebbe continuare per ore ma termina non perchè la platea sia insofferente alle oramai oltre due ore trascorse ma perchè si ferma su un punto problematico essenziale illustrato da Maria Luisa Boccia. «Si tratta della costruzione di un punto di vista terzo tra una codificazione tecnocratica e presuntamente neutra opposta a quella fideistica propugnata dalla Chiesa e dai fondamentalismi. La sinistra si deve battere contro l'idea di una naturalità di origine, nella legge, nella cultura e nelle vite delle donne e degli uomini». Su questa proposta per una nuova ricerca si chiude l'iniziativa serale lasciando tutte e tutti alla festa che segue, dove le note meticce di El Muezzin accompagnano pensieri, discussioni, tante idee e tanti dubbi.

mercoledì 3 settembre 2008

Formicoso, Gennaro Imbriano - PRC: “Amareggiano e preoccupano le parole di Cozzolino”.

da www.irpinianews.it

“Destano in me amarezza e preoccupazione le parole pronunciate da Andrea Cozzolino in merito all’apertura della mega-discarica sul Formicoso”, così Gennaro M. Imbriano , Segretario provinciale di Rifondazione, commenta le affermazioni recentemente rilasciate dall’Assessore regionale nell’ambito della Fiera di Calitri.
“Preoccupano, perché a formulare il nulla-osta all’apertura della discarica è l’Assessore regionale all’Agricoltura, che avrebbe invece il compito istituzionale di tutelare il cosiddetto granaio dell’Irpinia.
E preoccupano anche perché quelle sono le parole di un’autorevole esponente del PD.
Sarebbe davvero sciagurato che, su questa vicenda così importante per l’Irpinia, non ci fosse neppure l’opposizione del PD contro le scelte assunte dal Governo Berlusconi”.

“Ma questo –aggiunge Imbriano- non deve scoraggiarci e non deve dividere il fronte irpino della protesta.
Anche se a Roma e a Napoli pare che PD e PdL abbiano ormai concordato l’apertura della terza discarica regionale in provincia di Avellino, credo e spero che la partita non sia ancora persa”.

“Rifondazione e la sinistra continueranno a sostenere la sacrosanta protesta portata avanti dalle Istituzioni locali e dalle popolazioni a difesa del nostro territorio e della democrazia.
Non solo continueremo a farlo qui in Irpinia, ma coerentemente porteremo la questione Formicoso nelle più autorevoli sedi istituzionali in cui siamo rappresentati e, a breve, presenteremo un’Interrogazione al Parlamento Europeo” .