di Gennaro M. Imbriano
Nel giro di pochi mesi -dalla svendita Alitalia allo smantellamento della scuola pubblica, dall’attacco all’autonomia della Magistratura alla crociata securitaria lanciata contro i povericristi, dalla proposta di taroccare la legge elettorale per le europee fino al tentativo di ridimensionare il ruolo del contratto collettivo nazionale- il Governo Berlusconi ha mostrato il suo vero volto classista, razzista e populista.
Intanto, il Paese vive una crisi economica profonda che le destre non sanno affrontare se non rincorrendo i fantasmi della paura e inseguendo i capri espiatori dell’inquietudine sociale. E così si rischia di precipitare nel baratro dell’inciviltà, come dimostrano i fatti drammatici e sconcertanti di Milano, dove è stato assassinato barbaramente un ragazzo di colore.
Abbiamo davanti un quadro preoccupante, segnatamente per il Mezzogiorno, esposto anche al rischio di una riforma federalista imposta dall’alto, che mette in competizione il Nord contro il Sud e mina il principio di uguaglianza tra i cittadini.
E dentro questo quadro difficile sta anche l’Irpinia. Anzi, siamo in una condizione ancor più critica se si pensa al tentativo, da parte del Governo delle destre, di aprire qui la terza discarica regionale. A reti unificate, da Posillipo, si dichiara conclusa l’emergenza rifiuti e poi, imponendo le scelte romane, se serve anche manu militari, si chiede un nuovo insopportabile sacrificio alla nostra provincia.
Non solo dobbiamo impedire, in queste settimane, con una mobilitazione popolare, lo scempio della megadiscarica sul Formicoso. Ma, di fronte a tutto questo, le forze democratiche e progressiste hanno il dovere di evitare, anche in Irpinia, la vittoria del PdL alle prossime amministrative. È un tentativo difficile ma bisogna provarci, perché la costruzione di argini al regime delle destre passa anche da un nuovo governo del Mezzogiorno e degli enti locali.
Ma sia chiaro, quello che serve non è l’ennesimo cartello elettorale e la riproposizione delle vecchie liturgie del centro-sinistra: saremmo destinati ad una bruciante sconfitta.
Occorre invece una vera coalizione politica che indichi un orizzonte e avanzi un “Progetto per l’Irpinia”.
Un progetto che parli di un nuovo modello di sviluppo ecocompatibile e di un lavoro di qualità; politiche a difesa dei servizi pubblici e dell’acqua, il più straordinario bene comune che abbiamo; iniziative per fermare l’emigrazione dei giovani e lo spopolamento dei nostri paesi; pratiche di legalità e moralità nella pubblica amministrazione che possano arrestare l’infiltrazione e l’espansione della camorra; una moderna e sostenibile gestione dei rifiuti; grande attenzione per rispondere alle vecchie e nuove povertà che vanno diffondendosi.
Su questo terreno, Rifondazione e la sinistra sono pronti ad accettare la sfida del confronto, ma siamo già in grave ritardo e il PD non può continuare a restare muto.
I Partiti devono ritrovare la capacità della riflessione e delle proposte, uscendo da una dimensione autoreferenziale e aprendosi al confronto e alla partecipazione delle comunità, dei territori, delle forze sociali e dei cittadini.
Dobbiamo trovare il coraggio di incamminarci lungo strade nuove.
Intanto, il Paese vive una crisi economica profonda che le destre non sanno affrontare se non rincorrendo i fantasmi della paura e inseguendo i capri espiatori dell’inquietudine sociale. E così si rischia di precipitare nel baratro dell’inciviltà, come dimostrano i fatti drammatici e sconcertanti di Milano, dove è stato assassinato barbaramente un ragazzo di colore.
Abbiamo davanti un quadro preoccupante, segnatamente per il Mezzogiorno, esposto anche al rischio di una riforma federalista imposta dall’alto, che mette in competizione il Nord contro il Sud e mina il principio di uguaglianza tra i cittadini.
E dentro questo quadro difficile sta anche l’Irpinia. Anzi, siamo in una condizione ancor più critica se si pensa al tentativo, da parte del Governo delle destre, di aprire qui la terza discarica regionale. A reti unificate, da Posillipo, si dichiara conclusa l’emergenza rifiuti e poi, imponendo le scelte romane, se serve anche manu militari, si chiede un nuovo insopportabile sacrificio alla nostra provincia.
Non solo dobbiamo impedire, in queste settimane, con una mobilitazione popolare, lo scempio della megadiscarica sul Formicoso. Ma, di fronte a tutto questo, le forze democratiche e progressiste hanno il dovere di evitare, anche in Irpinia, la vittoria del PdL alle prossime amministrative. È un tentativo difficile ma bisogna provarci, perché la costruzione di argini al regime delle destre passa anche da un nuovo governo del Mezzogiorno e degli enti locali.
Ma sia chiaro, quello che serve non è l’ennesimo cartello elettorale e la riproposizione delle vecchie liturgie del centro-sinistra: saremmo destinati ad una bruciante sconfitta.
Occorre invece una vera coalizione politica che indichi un orizzonte e avanzi un “Progetto per l’Irpinia”.
Un progetto che parli di un nuovo modello di sviluppo ecocompatibile e di un lavoro di qualità; politiche a difesa dei servizi pubblici e dell’acqua, il più straordinario bene comune che abbiamo; iniziative per fermare l’emigrazione dei giovani e lo spopolamento dei nostri paesi; pratiche di legalità e moralità nella pubblica amministrazione che possano arrestare l’infiltrazione e l’espansione della camorra; una moderna e sostenibile gestione dei rifiuti; grande attenzione per rispondere alle vecchie e nuove povertà che vanno diffondendosi.
Su questo terreno, Rifondazione e la sinistra sono pronti ad accettare la sfida del confronto, ma siamo già in grave ritardo e il PD non può continuare a restare muto.
I Partiti devono ritrovare la capacità della riflessione e delle proposte, uscendo da una dimensione autoreferenziale e aprendosi al confronto e alla partecipazione delle comunità, dei territori, delle forze sociali e dei cittadini.
Dobbiamo trovare il coraggio di incamminarci lungo strade nuove.
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