giovedì 24 aprile 2008

Irpinia sotto attacco.

Riceviamo e pubblichiamo.
Le bellezze della nostra provincia sono minacciate da più fronti da cause naturali e dall'incuria o indifferenza dei nostri governatori. Oltre alla cementificazione selvaggia a cui le nostre montagne sono state sottoposte nel corso degli ultimi anni che è stata causa di numerose frane, basti vedere quanto accaduto ad Aterrana di Montoro Sup. o a Solofra nei mesi invernali, si aggiungono i provvedimenti di stampo dittatoriale del commissario De Gennaro che ha deciso di fare della nostra provincia l'immondezzaio della Campania.
Il paesaggio e le risorse dell'Altairpinia corrono il rischio di essere deturpate per sempre a causa di decisioni che piovono dall'alto come macigni schiacciando le popolazioni e gli amministratori costretti, insieme, a scendere in piazza. Sembra che contro questi dictat i soliti mezzi della democrazia degli uffici non sia più sufficiente se il commissario non tiene più conto nemmeno degli amministratori prima di prendere una decisione, così mentre la strade davanti casa Iervolino o Bassolino continuano ad essere sgombere da rifiuti noi irpini ci vediamo recapitare ogni genere d'immondizia napoletana. Noi diciamo "No alla megadiscarica regionale", un piano rifiuti era stato fatto ed anche approvato per poi vederci arrivare questo regalo maleodorante dall'intera regione; un plauso va fatto a tutti gli uomini e le donne della politica che scendono in piazza accanto ai cittadini per difendere la loro terra da questa oltraggiosa offesa.
Se l'Altairpinia è minacciata dall'immondizia, le montagne della bassa Irpinia sono minacciate da un insetto chiamato Cinipide. Un insetto che comincia a svilupparsi tra i castagneti della zona che va da Serino a Montoro, ma che può minacciare anche il resto della provincia circostante, e che rischia di portare alla morte decine di ettari di montagna se non fermato in tempo. Dai tecnici viene l'accusa all'omertà che ha fatto sì che la minaccia da parte di questo insetto fosse celata fino a questo momento e rendesse tardivo qualsiasi intervento. Che sia stato a celare la cosa cade in secondo piano se teniamo in considerazione il fatto che i proprietari di castagneti della zona dovranno provvedere, per quanto possibile, a verificare la presenza del Cinipide, qualora essa fosse riscontrata l'unica soluzione applicabile sarà la potatura totale delle piante. Questo significa non la potatura di un'unica pianta ma di più ettari intorno al focolaio pertanto risulta facile immaginare il danno economico che questo può provocare a seconda della vastità del danno, non solo per i proprietari in questione, ma per le industrie che lavorano le castagne e che impiegano tanti cittadini della zona nei mesi autunnali. E come se non bastasse oltre al danno c'è anche la beffa, perché ai proprietari non tocca alcun rimborso, ogni spesa sia essa per la potatura o per lo smaltimento sarà a totale carico del proprietario del castagneto, inoltre, per poter avere qualsiasi tipo di autorizzazione è previsto il passaggio attraverso numerosi enti che gestiscono la cosa. La regione non ha previsto nessun indennizzo qualora si dovesse presentare un'emergenza simile, l'unico sforzo fatto è quello di indire un tavolo di concertazione tra i diversi enti al fine di facilitare i procedimenti burocratici. Poca cosa se si considerano le difficoltà da affrontare per porre rimedio a quello che può essere un triste scenario per il nostro comprensorio.
Sembra quasi che da più parti si sia deciso di condannare questa provincia immersa nel verde a perdere colore nel più breve tempo possibile, sono bastate solo due settimane perché il vaticinio del nostro circolo si avverasse: finita la campagna elettorale tutti si sono già dimenticati della provincia di Avellino, i voti li hanno presi tutti, noi molto meno degli altri e per questo non possiamo fare altro che protestare, ma i signori del Pdl, Pd e Udc che sono al governo sembrano poco interessati ai nostri problemi e presi i voti ci lasciano ai nostri guai per decidere le loro nuove linee politiche.


Amalia Hilda Tobar Barrionuevo

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