"Rialzati Italia" citavano i manifesti elettorali del neo-eletto presidente del Consiglio, io non voglio starmene zitta a leccarmi le ferite e dico: "Rialzati Sinistra". Inutile girarci intorno, una sconfitta del genere nessuno di noi l'avrebbe mai immaginata, è dura da digerire, non nascondo che io ho pianto di fronte ai risultati elettorali. La scomparsa della sinistra dalla scena parlamentare è quanto di peggio potesse accadere, se la colpa sia da attribuire ai nostri errori o alla propaganda del voto utile o alla delusione di tanti compagni sarà da vedere nei mesi che ci attendono, ma il rischio che corre l'Italia non è da sottovalutare.
L'assenza della sinistra in parlamento equivale all'assenza di una reale opposizione di parte e questo può costituire una minaccia per la nostra democrazia che può spostarsi decisamente su un'americanizzazione della politica italiana. Questa prospettiva non credo sia delle più rosee se mi fermo a considerare le condizioni di vita delle classi meno abbienti negli Stati Uniti, il mio non vuole essere terrorismo psicologico, ma vedere Berlusconi come signore incontrastato del governo mi fa sorgere non pochi timori. Penso a quante poche volte sia uscita dalla sua bocca la parola sussidiarietà e alle troppe frasi di stampo populista pronunciate in campagna elettorale, è facile per me che vengo dall'Argentina vedere la versione italiana di Menem che ha portato al tracollo finale la mia nazione di origine. Mi rifiuto di credere che il popolo italiano sia così stolto da credere che il governo Prodi da solo abbia potuto portare l'Italia alle condizioni attuali in nemmeno due anni, mi chiedo come mai nessuno degli elettori del Pdl si sia accorto della condanna venuta dall'Unione Europea circa le discariche fuorilegge realizzate dal passato governo Berlusconi o come gli elettori meridionali abbiano potuto dimenticare il Federalismo voluto da Bossi che rischia di consegnare le nostre regioni nelle mani della malavita dove è tanta la connivenza tra mafie e politica e che sembra non dispiacere al nostro nuovo presidente del consiglio.
Ormai il dado è tratto e come recitava il libro: "Io speriamo che me la cavo", la cosa da fare adesso è quella di lasciare da parte la delusione e rimboccarci le maniche perché se la sinistra è scomparsa dal Parlamento non è scomparsa dall'Italia e ne sono la prova quel 1.124.418 di italiani ed italiane che hanno dato il loro voto alla Sinistra l'Arcobaleno, forse sono gli stessi che erano in piazza con noi il 20 ottobre a Roma, sono gli stessi che non si rassegnano e che hanno voluto credere e dare la loro fiducia al progetto di una sinistra unitaria. A queste donne e uomini va il nostro ringraziamento e l'impegno a far sì che questa fiducia non sia tradita perché gli ideali che ci guidano da sempre non sono legati necessariamente alle poltrone, essere fuori dall'istituzione ci priva del potere decisionale, ma non ci priva della libertà di espressione che da sempre caratterizza le nostre battaglie per una democrazia senza distinzioni. Di certo sarà dura, ma ritengo che mai come in questo momento ogni uomo e donna di sinistra debba tenersi stretti i propri ideali e valori impedendo allo sconforto di derubarlo di anni di lotte e conquiste per una società a misura di donna e di uomo. Per quanto mi riguarda sono e rimango una donna di Sinistra, ho la pellaccia dura e non rinuncio a quello in cui ho sempre creduto a prescindere dai risultati elettorali, ho mosso i primi passi sotto lo slogan "LA LOTTA E' DURA MA NON CI FA PAURA", magari è il caso che ogni uomo e donna di sinistra rispolveri questo slogan e si prepari ai prossimi cinque anni, dopotutto non può piovere per sempre, prima o poi spunterà l'arcobaleno.
Solofra, 15aprile2008 Amalia
L'assenza della sinistra in parlamento equivale all'assenza di una reale opposizione di parte e questo può costituire una minaccia per la nostra democrazia che può spostarsi decisamente su un'americanizzazione della politica italiana. Questa prospettiva non credo sia delle più rosee se mi fermo a considerare le condizioni di vita delle classi meno abbienti negli Stati Uniti, il mio non vuole essere terrorismo psicologico, ma vedere Berlusconi come signore incontrastato del governo mi fa sorgere non pochi timori. Penso a quante poche volte sia uscita dalla sua bocca la parola sussidiarietà e alle troppe frasi di stampo populista pronunciate in campagna elettorale, è facile per me che vengo dall'Argentina vedere la versione italiana di Menem che ha portato al tracollo finale la mia nazione di origine. Mi rifiuto di credere che il popolo italiano sia così stolto da credere che il governo Prodi da solo abbia potuto portare l'Italia alle condizioni attuali in nemmeno due anni, mi chiedo come mai nessuno degli elettori del Pdl si sia accorto della condanna venuta dall'Unione Europea circa le discariche fuorilegge realizzate dal passato governo Berlusconi o come gli elettori meridionali abbiano potuto dimenticare il Federalismo voluto da Bossi che rischia di consegnare le nostre regioni nelle mani della malavita dove è tanta la connivenza tra mafie e politica e che sembra non dispiacere al nostro nuovo presidente del consiglio.
Ormai il dado è tratto e come recitava il libro: "Io speriamo che me la cavo", la cosa da fare adesso è quella di lasciare da parte la delusione e rimboccarci le maniche perché se la sinistra è scomparsa dal Parlamento non è scomparsa dall'Italia e ne sono la prova quel 1.124.418 di italiani ed italiane che hanno dato il loro voto alla Sinistra l'Arcobaleno, forse sono gli stessi che erano in piazza con noi il 20 ottobre a Roma, sono gli stessi che non si rassegnano e che hanno voluto credere e dare la loro fiducia al progetto di una sinistra unitaria. A queste donne e uomini va il nostro ringraziamento e l'impegno a far sì che questa fiducia non sia tradita perché gli ideali che ci guidano da sempre non sono legati necessariamente alle poltrone, essere fuori dall'istituzione ci priva del potere decisionale, ma non ci priva della libertà di espressione che da sempre caratterizza le nostre battaglie per una democrazia senza distinzioni. Di certo sarà dura, ma ritengo che mai come in questo momento ogni uomo e donna di sinistra debba tenersi stretti i propri ideali e valori impedendo allo sconforto di derubarlo di anni di lotte e conquiste per una società a misura di donna e di uomo. Per quanto mi riguarda sono e rimango una donna di Sinistra, ho la pellaccia dura e non rinuncio a quello in cui ho sempre creduto a prescindere dai risultati elettorali, ho mosso i primi passi sotto lo slogan "LA LOTTA E' DURA MA NON CI FA PAURA", magari è il caso che ogni uomo e donna di sinistra rispolveri questo slogan e si prepari ai prossimi cinque anni, dopotutto non può piovere per sempre, prima o poi spunterà l'arcobaleno.
Solofra, 15aprile2008 Amalia
Amalia Hilda Tobar
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