Care compagne e cari compagni,
quando ho letto l’ultima copia di Liberazione con direttore Sansonetti, ho provato una profonda emozione e poi per tutto il giorno ero triste e la sera sono andata a letto con un senso di morte dentro.
Quando avevo 16 anni vivevo a Trapani ed ero di Lotta continua e lo ero soprattutto perché amavo la libertà. Avevo studiato Marx ed Hengels, ma non ero un ‘esperta di politica. Però sapevo con certezza che lottavo contro la società patriarcale (lotta immane a quei tempi), avevo chiaro che le donne e gli uomini devono avere gli stessi diritti e che tutte le persone devono avere gli stessi diritti e che non ci devono essere sfruttatori e sfruttati.
In occasione dell’invasione della Cecoslovacchia da parte dell’Unione Sovietica, Lotta Continua aveva suscitato un grande dibattito con il Pci che appoggiava l’Unione Sovietica. Votavo per il Manifesto proprio perché era un partito che aveva preso le distanze dal totalitarismo. Amavo le libertà e la amo ancora.
Dal 1991 il Prc è il mio partito ma sono iscritta solo da quattro anni e devo dire che questo partito mi ha fatto stare bene perché mi ha fatto sentire che non ero sola a lottare. Per me il partito è molto importante perché senza questa lotta, la mia vita non avrebbe senso.
Ma questo partito a cui abbiamo dato tanto e che ci ha dato tanto, purtroppo non esiste più.
Il partito libertario e che aveva un forte legame con i grandi movimenti di massa, quelli che andavano oltre il movimento operaio, come il movimento no global, il partito dell’innovazione culturale ed eversiva, il partito che riconosce gli errori e gli orrori del comunismo stalinista, il partito non violento, il partito che lotta per i diritti delle donne e dei gay non c’è più.
E’ un partito come ha detto la compagna Giavazzi che non ha futuro perché il partito adesso ha scelto la strada della restaurazione ortodossa, che rende impossibile la convivenza e la condivisione. Ne abbiamo avuto un esempio ad Avellino con l’insopportabile intrusione di Ferrero in affari che riguardano soltanto la federazione di Avellino.
Ormai questo è diventato il partito dell’odio. Ormai non si fa più politica, ci si scambia soltanto invettive e noi non abbiamo bisogno di questo, ma dobbiamo invece cambiare lo stato delle cose presenti. Io sto elaborando il lutto e ho voglia di vita nuova e costruttiva. E sono d’accordo con Nicky quando dice:” E siccome non dobbiamo passare il resto della vita a maledirci, allora meglio ricostruire qualcosa partendo da ciò che ci divide”. "L'utopia è come l'araba fenice, rinasce dalle proprie ceneri”. Si muore, ma si rinasce.
Nell’universo conosciuto tutto è costituito da cicli. Ogni cosa in natura segue un andamento ciclico.
In un terreno incolto, noteremo la rigogliosità della natura, noteremo anche piante e alberi morti, secchi, caduti, altri in putrefazione. Ma se andiamo a vedere nel dettaglio cosa c’è vicino, dentro, sotto, noteremo dell’altra vita che sta per nascere: piccole erbe, formiche che scavano il legno, germogli, altri insetti che freneticamente si muovono.
In ogni cosa che finisce c’è l’inizio di qualcos’altro. Dove c’è la nascita c’è anche la morte, e la vita include tutto questo. La vita in qualche modo è eterna, perché è il ciclo della nascita e della morte, tutti i cicli compongono ed appartengono alla vita.
Il partito muore e rinasce e dipende da noi che forma vogliamo dare a questa nuova vita. Se noi ci crediamo e ci impegnamo convinti potremmo dare una forma veramente bella a questa nuova vita. Potremmo organizzare il partito della sinistra.
Perché abbiamo dato vita alla mozione “manifesto per Rifondazione”? Perché abbiamo sempre pensato che l’arretramento progettato dalle altre mozioni fosse distruttivo per la sinistra. E allora, adesso mi rivolgo ai compagni che vogliono restare e gli chiedo: avete cambiato idea oppure pensate di poter cambiare il partito da dentro? Fino ad adesso non siamo riusciti a muovere un passo dentro a questo partito, come pensate di poterlo muovere in futuro? Il compagno Nando ha ipotizzato che Ferrero fra dieci giorni cadrà. Io penso che sia più facile vedere l’asino che vola anziché Ferrero cadere. Ferrero è molto determinato, è uno legatissimo al potere, non lo mollerà mai per il bene del partito. Non ho capito se aveva deciso a tavolino di cacciarci o se questa è la conseguenza del suo modo rigido di vedere le cose, un tentativo disperato di salvare il comunismo che già non esiste più.
Anche il partito non esiste più e tentare di salvarlo credo che sia un accanimento terapeutico. Credo che sia inutile salvare un morto e meglio rivolgersi alla vita invece.
Compagni dobbiamo credere nella strada intrapresa. Non ha senso che a metà strada ci fermiamo. La sinistra ha bisogno di tutti noi insieme. Dobbiamo andare fino in fondo. Adesso nel partito ce la tendenza di convincere i compagni della nostra area a restare come è successo a Corrado Gabriele, che si dice gli abbiano offerto una candidatura per le europee, ma noi che non occupiamo nessuna poltrona, perché dovremmo restare, per farci distruggere da Ferrero? Io, anche se occupassi una poltrona me ne andrei. E Ferrero dice che siamo quattro gatti che non concluderemo niente. Compagni fate come Ulisse, non date ascolto al richiamo delle sirene. Queste sono sirene che combattono contro il nostro progetto. Sono sirene ingannatrici. E’ un tentativo di corruzione. Vogliono che restiamo ma non vogliono cambiare niente. Vogliono dividerci per renderci impotenti. Quando sento dire che siamo divisi mi viene rabbia perché a Chianciano loro erano divisi e noi molto uniti. Non cadiamo nelle trappole! Dice Ferrero che non vogliamo adeguarci alla democrazia e secondo lui la maggioranza relativa cioè il 48% dovrebbe eseguire gli ordini di una maggioranza raffazzonata e composta da piccole minoranze nostalgiche e oscurantiste. Ferrero ha inoltre dichiarato al telegiornale che sono pochissimi i compagni che vogliono uscire e che faremo un partitino inutile. Facciamo in modo che questo non sia vero. Sempre nel tg3 ha dichiarato che Sansonetti è praticamente un nemico del popolo e questo mi ricorda un periodo veramente oscuro.
Noi, compagni che ci crediamo davvero, cosa abbiamo da perdere? Come diceva Marx abbiamo da perdere solo le nostre catene. Si perché nel partito siamo incatenati, non possiamo muovere un passo malfermo. Per esempio adesso ad Avellino e in provincia non avremo il permesso di presentarci alle elezioni con il simbolo di Rifondazione – non possiamo decidere le alleanze che vogliamo fare perché siamo controllati e corretti come in URSS.
Diamo forza al nostro progetto anziché a quello di Ferrero. Se usciamo solo in pochi dal partito sarà più difficile e invece la presenza di tutti noi dell’area “Per la sinistra”, ci da una grande forza. Vi prego non indebolite il nostro progetto. Perché rimanere in una struttura in cui non credete più? Non ha senso, quando noi ce ne andremo sarete veramente una minoranza inconsistente e sarete trattati malissimo se non vi adeguate. Il nuovo partito della sinistra ha bisogno di unità e militanza, molta militanza. Non dobbiamo deprimerci perché viviamo nel regime berlusconiano. Invece di deprimerci è da lì che dobbiamo prendere la forza per ribellarci. Nella vita ci vuole coraggio: “Si dice che chi non risica, non rosica”.
Si dice che volere è potere. Se noi diamo energia al nostro progetto, avremo successo. Fate finta che prima non c’era niente e adesso ci mettiamo all’opera per realizzare il nostro bellissimo progetto. Certamente incontremo delle difficoltà, ma non bisogna fermarsi mai e dobbiamo sempre ricordarci di Gramsci quando diceva che quando va male, allora bisogna ricominciare. A che serve dire siamo finiti. Allora chiedo a questi compagni. Che dobbiamo fare chiudiamo bottega e ce ne andiamo tutti a casa? Io voglio che la lotta sia sempre viva e lotterò, lotterò nel nuovo partito della sinistra.
Dobbiamo creare un partito in cui si dialoga, un partito che vive nel tempo attuale, un partito che continui la strada della nostra rifondazione. Abbiamo bisogno di una grande sinistra, ma non solo in Italia, ma anche in Europa e nel mondo. Abbiamo bisogno di questo per fermare la strage degli innocenti in Palestina. La morte dei bambini è la cosa più terribile che esista al mondo per me.
Vedendo Fabrizio De Andrè, gli ho sentito dire che lui quando era ragazzo e andava a scuola fra i troiani e gli achei vincitori, si identificava con i troiani e mi sono ricordata che anche io mi identificavo con i troiani e adesso mi identifico con i palestinesi. Abbiamo bisogno di coesione nella sinistra per difendere i diritti dei più deboli.
Condivido le preoccupazioni di Sansonetti per il futuro della sinistra, ma se ci impegnamo, ce la faremo, ma dobbiamo impegnarci molto. E’ importante per i nostri figli, per l’Italia per il mondo.
ADESSO! E’ IL MOMENTO PER COMINCIARE. COMINCIAMO DA QUI e spero che in tutta l’Europa la sinistra rinasca. Perché solo la sinistra ha gli strumenti per risolvere la crisi.
di Giuseppina Buscaino
mercoledì 21 gennaio 2009
Sinistra: E' il momento per ricominciare.
Etichette:
giuseppina buscaino,
prc,
rifondazione,
rifondazione per la sinistra,
sinistra
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento