di Generoso Bruno
Oggi, compro Liberazione per l’ultima volta. Sarà il modo per salutare la direzione di Piero Sansonetti ed anche la mia claudicante collaborazione al giornale. Oggi c’è in edicola l’ultimo numero di un giornale libero prima che diventi la piccola “Pravda” di Ferrero e dell’attuale gruppo dirigente del Prc.
L’autonomia di un giornale, ma anche delle Federazioni, sono elementi costitutivi della democrazia di un partito. C’è, quindi, un uso strumentale di Ferrero sia nell’intervento in merito a Liberazione che nelle vicende interne alla Federazione ed al Circolo di Avellino.
Paolo Ferrero, per Rifondazione comunista, è il segretario dell’incastellamento, della svolta identitaria e della negazione degli elementi di contaminazione tra il Prc ed il resto delle culture critiche.
La testa di Sansonetti e l’intera vicenda di Liberazione sono elementi che arrivano a rompere, all’interno di una comunità, il vincolo ed il sentimento dell’appartenenza. E, non credendo che Paolo Ferrero soffra di “microfilotimia” cioè il “dare importanza a cose senza importanza”, vedo, allora, la volontà di costruire all’interno del partito un diffuso clima politico, di “buio a mezzogiorno”, atto a coprire la svolta autoritaria che, ancora una volta, proverà ad abbattersi sopra le teste dei non allineati.
La sconfitta di aprile, a sinistra, ha dato sfogo all’affermazione di posizioni minoritarie, per loro stessa natura, incapaci di far vivere il campo largo della sinistra italiana nella sfida con il secolo nuovo al punto da non trovare, già negli scorsi mesi, riconoscimento e percezione nell’onda dei nuovi movimenti. Occorre, a sinistra, un percorso nuovo capace di parlare ancora una volta alle donne ed agli uomini. Occorre portare una nuova speranza tra le carni e le polveri di una società molecolarizzata.
Ma,non sarà con Ferrero e con il suo concistoro che questo percorso si potrà fare.
domenica 11 gennaio 2009
Liberazione: Dopo Sansonetti, la piccola Pravda.
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