Se dovessi scegliere una parola capace di descrivere quella sensazione che in Rifondazione Comunista si è instaurata a partire dalla sconfitta elettorale, passando per il Congresso di Chianciano di luglio, userei “Claustrofobia”. Sì, ho scoperto di essere affetto da quella paura patologica degli spazi stretti e chiusi, ma la cosa strana è che non l’ho scoperto in un ascensore, ma nel PRC del post-congresso! Il clima di aria fresca che si respirava nel “lontano” 2003 quando mi sono iscritto per la prima volta a un partito politico, ha lasciato lo spazio a una regressione, a un ritorno al passato, a una difesa sterile dell’identità di partito comunista. All’indomani della sconfitta elettorale dello scorso anno che ha condannato la sinistra italiana a rimanere esclusa dal parlamento, il Prc era davanti a un bivio: ha scelto la strada più semplice..quella del passo indietro..della sicurezza..del recinto. Siamo dentro un recinto..intorno a noi il muro.. Quello stesso muro di Berlino che è stato fonte di polemica nelle ultime settimane e che è stato il simbolo dell’incapacità di reggere il confronto con l’esterno, oggi rappresenta l’emblema di ciò che si avvia ad essere il Prc nei prossimi anni. Ma io che non amo la claustrofobia, voglio provare ad uscire dalle stanze chiuse, lontano dai muri e magari volare verso mète più rischiose, ma con l’obiettivo di creare una forza aperta all’esterno. Lo spazio alla sinistra del Pd è ampio ed è una terra inesplorata che può accogliere una diversità di soggetti, quali movimenti, associazioni, ma soprattutto quel popolo che vorrebbe non solo dire, ma anche fare qualcosa di sinistra. Quel popolo non chiede di fare discorsi sulla falce e martello, né di spiare da qualche fessura del Muro, bensì vuole una forza che è in grado di incidere in un momento storico attraversato da una crisi economica e sociale profonda. Ai compagni che decideranno di rimanere all’interno del PRC dico: ci ritroveremo, forse, in qualche splendido giorno. A tutti gli altri: “Che il viaggio sia buono. Sono certo, lo sarà!”
Roberto Carta – Giovani Comunisti-Circolo PRC- Atripalda
venerdì 23 gennaio 2009
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