martedì 6 gennaio 2009

Pippo Fava: Impossibile da censurare.

Il 5 gennaio del 1984, moriva a Catania, ucciso dalla mafia, Giuseppe Fava. Giuseppe, Pippo, Fava era siciliano. Era un giornalista, odiava la mafia e la combatteva. Coraggioso, irriverente, libero: impossibile da censurare, impossibile da imbavagliare.



Pippo Fava è stato direttore responsabile del Giornale del Sud e fondatore de I Siciliani, secondo giornale antimafia in Sicilia; il film Palermo or Wolfsburg, di cui ha curato la sceneggiatura, ha vinto l'Orso d'oro al Festival di Berlino 1980. Per la sua uccisione sono stati condannati alcuni membri del clan mafioso dei Santapaola. Fava è stato il secondo intellettuale ucciso da Cosa nostra dopo Peppino Impastato (9 maggio 1978).


« Io ho un concetto etico del giornalismo. Ritengo infatti che in una società democratica e libera quale dovrebbe essere quella italiana, il giornalismo rappresenti la forza essenziale della società. Un giornalismo fatto di verità impedisce molte corruzioni, frena la violenza della criminalità, accelera le opere pubbliche indispensabili, pretende il funzionamento dei servizi sociali, tiene continuamente allerta le forze dell'ordine, sollecita la costante attenzione della giustizia, impone ai politici il buon governo. »
(Pippo Fava. Lo spirito di un giornale. 11 ottobre 1981)

« Mi rendo conto che c'è un'enorme confusione sul problema della mafia. I mafiosi stanno in Parlamento, i mafiosi a volte sono ministri, i mafiosi sono banchieri, i mafiosi sono quelli che in questo momento sono ai vertici della nazione. Non si può definire mafioso il piccolo delinquente che arriva e ti impone la taglia sulla tua piccola attività commerciale, questa è roba da piccola criminalità, che credo abiti in tutte le città italiane, in tutte le città europee. Il fenomeno della mafia è molto più tragico ed importante.... »
("I mafiosi stanno in Parlamento")

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