giovedì 1 gennaio 2009

Dopo la sconfitta, l'anno che verrà.


Si è appena chiuso un anno terribile che ha cancellato le piccole certezze e le grandi speranze di tante e tanti di noi. Crisi di società, paura, barbarie sono solo alcune delle parole che abbiamo utilizzato per descrivere il bruciore del sale sulle ferite dei vinti.
Del 2008 ricorderemo la sconfitta vissuta come perdita di senso, come impossibilità, all’interno di una più grande sconfitta culturale, a rappresentare un elemento di connessione ideale tra le esistenze fatte polveri della società attuale.
Se il voto di aprile, tra gli effetti, aveva ottenuto l’espulsione della possibilità della rappresentazione del tema del conflitto nel palazzo della politica. L'OndAnomala, i fatti di Atene e, per certi versi, l'elezione di Obama rappresentano, però, in qualche modo, l’inizio di una nuova narrazione. Molte volte abbiamo interpretato i segnali di questi mesi come la necessità di un ricominciamento, di una nuova ed inedita ricerca, capace di ridare senso, voce e futuro ad una idea di sinistra e della sinistra nel confronto aperto con il secolo nuovo.
Oltre “l’affermazione della frontiera”, oltre quel “No” da cui si genera l’idea di rivolta, c’è bisogno di una sinistra capace di costruire l’idea della prospettiva e della trasformazione.
Aspirazione al cambiamento e necessità di una nuova declinazione dell’idea stessa di potere si muovono all’interno dell’articolazione paradigmatica dei territori, spesso, dentro formule inedite e non ancora codificate che vanno dalla volontà di partecipazione alla certezza delle scelte di governo.
Non è scritto, però, che a sinistra, oltre la tattica di un’idea geometrica della politica, si sappiano cogliere, nei tempi giusti, questi fermenti.

A tutte e tutti, l’augurio di un buon 2009.


Generoso Bruno - Hirpinia Link(e)

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