di Andrea Carugati - l'Unità
Rifondazione è «irriconoscibile». La «destituzione» del direttore di Liberazione Piero Sansonetti «un atto di rottura radicale» rispetto al partito «che abbiamo costruito insieme» perché «l’autonomia del giornale è un elemento costitutivo di un partito democratico». Fausto Bertinotti è molto netto sulle vicende interne al suo partito e al quotidiano Liberazione. Esprime «solidarietà» al direttore sfiduciato perché non in linea con la nuova segreteria Ferrero, ma la sua delusione va oltre il caso Liberazione, fino appunto a rendere «irriconoscibile» il partito da lui guidato per molti anni. Ieri, durante un incontro alla Camera, ha comunicato le sue opinioni a Ferrero.
Ma il mini vertice, che pure si è svolto in un clima cordiale, non ha riavvicinato le posizioni. Ferrero su Sansonetti ha ribadito le sue ragioni: «La sua linea puntava alla distruzione del Prc». Non è servito ad accorciare le distanze neppure il fatto che il nuovo direttore scelto da Ferrero, il sindacalista bresciano Dino Greco, sia una persona conosciuta da anni e stimata da Bertinotti. Così come non è servito che l’editore in pole position per rilevare Liberazione, Luca Bonaccorsi, sia un sodale delle psicanalista Massimo Fagioli, a lungo considerato vicinissimo all’ex presidente della Camera.
Ormai il treno della scissione è partito, la gran parte dei vendoliani dirà addio al Prc a fine gennaio, e Bertinotti non farà nulla per fermarli. L’incontro di ieri era una sorta di ultima spiaggia per trovare una pur fragile tregua, che poteva tradursi nel sì di Ferrero a un cartello delle sinistre per le europee. Ma l’ex ministro della Solidarietà sociale ha detto no. Rifondazione andrà alle europee con il suo simbolo, i vendoliani faranno una lista di Sinistra con Sd e parte dei Verdi. Ieri Bertinotti ha visto anche Franco Giordano, l’ex segretario che con un’intervista giovedì ha annunciato la scissione.
A quanto pare anche l’ex presidente della Camera, che aveva sempre frenato su ogni ipotesi di scissione prima delle europee, avrebbe condiviso il timing che prevede il divorzio a fine gennaio, quando l’area Vendola si riunirà a Chianciano per prendere la difficile decisione. Intanto già lunedì, quando in direzione si ufficializzerà la sostituzione di Sansonetti, gran parte dei vendoliani si dimetterà, mentre ormai nessuno degli uscenti sta rinnovando la tessera. Non tutti però. Domani il gruppo dei bertinottiani storici, che non intende lasciare il partito, si presenterà ufficialmente con un documento, molto critico verso Ferrero, ma deciso a continuare la battaglia per un nuovo soggetto della Sinistra dall’interno di Rifondazione. Tra loro ci sono dirigenti come Milziade Caprili, Augusto Rocchi, Tommaso Sodano e Raffaele Tecce. Si parla di circa un quarto dell’area Vendola. E Bertinotti ha raccomandato a Giordano: «Guai a rompere con i nostri che restano dentro Rifondazione».
09 gennaio 2009
sabato 10 gennaio 2009
Prc, Bertinotti a Ferrero: «Rifondazione è irriconoscibile».
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