mercoledì 21 gennaio 2009

Criscuoli: Passo?....No, rilancio.

Siamo arrivati all'addio, un addio che era nell'aria, nell'aria che respiravo nel Partito della Rifondazione Comunista, il partito di cui ero Segretario cittadino, segretario di un collettivo conosciuto e riconosciuto , non solo per quello che rappresentava ma per quello che ha fatto e realizzato fin dalla sua costituzione.
Parlare di addio dovrebbe in ogni caso suscitare dubbi ed amarezza in chi lascia ma anche in chi viene lasciato. Ma in questo caso, nel mio caso, non c'è spazio per queste sensazioni, sono altri i pensieri e le emozioni che mi percorrono.
C'è una forte delusione e la consapevolezza che per la prima volta non sono stato in grado di comprendere con sufficiente anticipo ciò che oggi si sta rivelando in tutta la sua traumatica portata, o forse l'avevo capito senza volerlo ammettere. Ammettere che il PRC non era più il partito che avevo conosciuto, supportato, difeso. Ammettere che in fondo non c'erano più compagni di viaggio con cui condividere un progetto politico alto e futuribile, compagni che improvvisamente (ed inspiegabilmente) in un preciso momento storico si sono trasformati in acerrimi nemici e con i quali ormai l'unico mezzo di comunicazione era diventato lo scontro, l'offesa, la delegittimazione.
Ovviamente questa situazione era ed è più evidente sul piano provinciale e nazionale, non certo ad Atripalda dove abitano ancora onestà , rispetto e coerenza.
Ciò che sta accadendo in queste ore in cui trionfano l'idea di un partito identitario e settario e la confusione che pervade molti compagni della provincia mi porta alla conclusione che lasciare oggi il PRC non è altro che una profonda dimostrazione di coerenza rispetto ad un progetto politico che aveva fatto dell'inclusione e dell'apertura le sue migliori prerogative.
Ma dopo il Congresso Nazionale di Chianciano tenutosi la scorsa estate la sterzata reazionaria della nuova e risicatissima (ed illeggittima direi) maggioranza non ha lasciato fiato a chi conosceva un partito diverso e a chi immaginava un percorso che portasse ad un nuovo soggetto di sinistra moderno ed al passo con i tempi. Un soggetto che fosse in controtendenza con la spinte separatiste e minoritarie, con la frammentazione che da anni investe il campo politico della sinistra italiana.
Difficile condensare in poche righe ciò che invece si vorrebbe dire per spiegare in modo esaustivo i processi in atto in quel che fu il mio Partito, e quelli che stanno caratterizzando i “movimenti” di queste ore soprattutto in questa provincia dove di qui a poco ritorneranno personaggi mummificati che come avvoltoi si apprestano a rientrare dalla porta principale.
Ed allora ecco che ci ritroveremo a dover fare i conti anche con i “convertiti” dell'ultima ora come l'Assessore Corrado Gabriele ed il suo fedelissimo Todino (che un giorno ci spiegherà il suo comportamento) per i quali contano solo i numeri e le candidature non certo le idee ed il rispetto dei compagni che quelle idee le hanno incarnate e portate avanti con non pochi sacrifici credendo nell'onesta e nella coerenza della propria area politica.
Agli altri compagni che nella confusione attuale hanno preferito aggrapparsi alla boa auguro di non dover sopportare per troppo tempo la barbarie e l'intolleranza che negli ultimi periodi avevano caratterizzato il confronto interno, auguro loro di non dover subire lo stesso trattamento epurativo compiuto ai danni di Sansonetti e dei giornalisti di Liberazione, auguro di non dover essere costretti a subire la violenza che troppo spesso si è rovesciata su compagni onesti ed incapaci di rispondere a simili atteggiamenti.
Ma l'augurio più sentito lo rivolgo a Gennaro Imbriano , al politico, all'amico e compagno di tante battaglie giuste e condivise e le cui capacità si stavano progressivamente mortificando nonostante gli sforzi e l'impegno profuso per rendere il PRC in questa provincia un luogo di confronto aperto in cui innovazione e sguardo attento sulla società in crisi fossero la linea d'orizzonte di un partito che fino ad oggi aveva avuto il merito di aprire squarci nell'opinione pubblica, non solo di sinistra, su temi impronunciabili e irricevibili come i diritti civili.
Sono certo che la storia ed il tempo faranno chiarezza , quindi non mi resta che congedarmi dal Partito della Rifondazione Comunista , senza far rumore, senza indignazione, senza rimpianti e senza rancore ma con la consapevolezza che le idee sopravvivono agli uomini e alle loro miserie.


Luca Criscuoli - Segretario Circolo “L. Libertini” Atripalda

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