venerdì 22 febbraio 2008

Veltroni: quando democrazia fa rima con dinastia

Sull'esclusione del Presidente Ciriaco De Mita dalle liste del PD interviene, anche con un pizzico di ironia, il Segretario provinciale di Rifondazione Comunista, Gennaro M. Imbriano.
Molti sembrano rapiti dal grande sforzo di innovazione di cui sarebbe protagonista il leader del PD Walter Veltroni. Non mi riferisco semplicemente all'arcinota vicenda De Mita, al quale Walter avrebbe chiesto si adottare lo slogan "weekend" -che allude evidentemente ad un periodo di vacanza e di riposo- invece dell'ormai noioso e straripetuto "we can".
Parlo piuttosto della scelta di far eleggere nelle liste del PD i figli di Colaninno, Sensi, Benetton e Mondadori. A me pare -commenta Imbriano- che il presunto rinnovamento veltroniano sia fortemente intriso di una concezione dinastica e feudale, un'idea secondocui basterebbe eleggere il rampollo di una famiglia per cambiare la politica italiana. Sarà per questo che Veltroni aveva chiesto anche la candidatura di AntoniaDe Mita in sostituzione del padre? Alla politica -conclude l'esponente de La Sinistra Arcobaleno- non serve un rinnovamento di facciata o di casta, se vuole ricostruire un radicamentonella società e se intende recuperare la fiducia da parte dei cittadini.La politica deve avere un alto rigore morale e soprattutto deve aprirsi davvero ai giovani e alle donne, non ai figli di, ma a quelli che vivono una vita precaria, a chi non arriva alla fine del mese, a quanti sono costretti a fare la valigia ed a cercarsi un lavoro al Nord.

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