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Siamo davvero ad un passaggio storico. Ciò richiede a ciascuno di noi assunzione di responsabilità e parole semplici e chiare,come spesso sono le questioni politiche decisive.
Siamo davvero ad un passaggio storico. Ciò richiede a ciascuno di noi assunzione di responsabilità e parole semplici e chiare,come spesso sono le questioni politiche decisive.
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Il 14 Aprile potrebbe non esserci più una sinistra: sia quella in crisi e conosciuta del ‘900 fondata sui grandi partiti di massa e sulla forza trasformatrice del movimento operaio,ma anche quella sinistra nuova, all’altezza delle sfide del mondo contemporaneo, per la quale tante e tanti di noi da alcuni anni si stanno impegnando. La sinistra rischia la marginalizzazione, la residualità e financo la scomparsa come forza autonoma ed incidente nella società e nelle istituzioni. È dunque in gioco l’autonomia ideale, politica ed organizzativa della sinistra nel nostro paese. Ovviamente questo esito non è scontato, ma il rischio incombe. Occorre averne lucida consapevolezza per scongiurarlo. È evidente che se dalle urne emergesse una bipartitizzazione del voto,ossia un consenso plebiscitario alle due forze maggiori, PD e PDL, ed un risultato modesto per la SINISTRA e le altre formazioni,saremmo di fronte ad una rivoluzione del sistema politico in forza della quale nulla più sarà come prima.
Il 14 Aprile potrebbe non esserci più una sinistra: sia quella in crisi e conosciuta del ‘900 fondata sui grandi partiti di massa e sulla forza trasformatrice del movimento operaio,ma anche quella sinistra nuova, all’altezza delle sfide del mondo contemporaneo, per la quale tante e tanti di noi da alcuni anni si stanno impegnando. La sinistra rischia la marginalizzazione, la residualità e financo la scomparsa come forza autonoma ed incidente nella società e nelle istituzioni. È dunque in gioco l’autonomia ideale, politica ed organizzativa della sinistra nel nostro paese. Ovviamente questo esito non è scontato, ma il rischio incombe. Occorre averne lucida consapevolezza per scongiurarlo. È evidente che se dalle urne emergesse una bipartitizzazione del voto,ossia un consenso plebiscitario alle due forze maggiori, PD e PDL, ed un risultato modesto per la SINISTRA e le altre formazioni,saremmo di fronte ad una rivoluzione del sistema politico in forza della quale nulla più sarà come prima.
Giungerebbe a maturazione il processo di americanizzazione del nostro paese sia nelle relazioni sociali che nella sfera della politica, negando autonoma rappresentanza e ruolo al mondo del lavoro e ad ogni altra istanza di cambiamento. Si tratta di un processo iniziato da tempo e perseguito dai poteri forti e dalla borghesia influente quale approdo dell’egemonia esercitata da questa modernizzazione capitalista neoliberista. Contro questo pericolo occorre battersi evidenziandolo al paese durante il confronto elettorale. Dovremmo sviluppare una campagna elettorale “binaria” ossia da un lato sottolineare perché è utile una sinistra all’Italia e quale è la sua idea di società e dall’altro attivare e far vivere nei territori quel processo costituente di un nuovo soggetto politico della sinistra che troppi ritardi e resistenze ha subito. E non penso tanto all’impazienza di quelle associazioni della sinistra,come noi di Rossoverde, che sin dall’estate del 2006 posero il tema del percorso costituente,ma soprattutto ai fatti politici ed alle spinte giunti dal popolo di sinistra in questa direzione nel corso dell’ultimo anno e rimasti inascoltati.
Ora occorre fare presto e bene con una campagna elettorale costituente che veda fortemente impegnato il Movimento politico per la Sinistra-Arcobaleno a cui abbiamo dato vita lo scorso 10 Febbraio a Roma con l’assemblea al cinema Farnese. Non potremo limitarci a chiedere il voto per fare opposizione,ciò accentuerebbe la tendenza, già in atto,e che diventerà sempre più martellante al cosiddetto voto utile ai due maggiori partiti. Andrebbe invece posto l’accento sulla nostra idea di società in particolare su due grandi questioni,ovviamente insieme alle altre:il Lavoro e l’Ambiente,quali elementi fondativi di una sinistra nuova. La riemersione dall’invisibilità del lavoro,la sua dignità,il suo valore e con esso la condizione di vita di milioni di lavoratrici e lavoratori,la loro insicurezza, precarietà e perdita di potere d’acquisto devono essere una priorità. La sinistra per essere tale non può limitarsi ad una indistinta rappresentanza del cittadino-consumatore.
La sinistra o rinnova il suo radicamento sociale nel lavoro o semplicemente non è,a partire da quegli operai del nord che in questi anni non si sono riconosciuti nella sinistra politica ed hanno votato a destra. L’altro tema è la crisi ecologica planetaria che in forme inedite e devastanti mette a rischio la sopravvivenza stessa della specie umana. Oramai il modello economico fondato sui combustibili fossili è al capolinea. Innanzitutto perchè il pianeta non regge più il tasso d’inquinamento che produce drammatici mutamenti del clima,ma soprattutto perché tra pochi anni vi sarà il picco del petrolio,nel 2010 per alcuni istituti di ricerca,e dunque sarà in via di esaurimento. Stiamo entrando in una fase di transizione energetica che cambierà profondamente le nostre società ed in cui la sinistra dovrà rideclinare le sue ragioni per un percorso di liberazione delle persone e per contrastare nuove forme di alienazione e sfruttamento. La sinistra del XXI secolo non può che essere ecologista,lo sfruttamento della natura è l’altra faccia di quello del lavoro,entrambi piegati a merce per la valorizzazione del capitale. Ci attende una difficile campagna elettorale, solo rendendo drammaticamente chiara la posta in gioco potremo conquistare una prospettiva di cambiamento per il paese ed un futuro per una sinistra nuova,popolare e di trasformazione.
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