venerdì 7 marzo 2008

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Petizione sulla interoperabilità del software al Parlamento Europeo

Il Gruppo Verdi/Ale nel Parlamento Europeo ha sostiene la petizione Open Parliament. Monica Frassoni: “Chiediamo la fine del monopolio di Mircosoft nelle istituzioni europee”.
“E’ tempo che il Parlamento europeo pratichi ciò che predica, per questo sosteniamo con convinzione la
petizione per il Parlamento “aperto”. Nella situazione attuale il monopolio di fatto di Microsoft ha un impatto negativo su democrazia e partecipazione, sull’innovazione e sulla competitività . Come Verdi respingiamo l’idea che i cittadini debbano utilizzare per forza i prodotti di una sola società quando vogliono comunicare con i loro rappresentanti al Parlamento europeo.
Chiediamo quindi che le istituzioni europee, in particolare il Parlamento, rendano i propri sistemi interoperabili anche con piattaforme diverse da quella di Microsoft. Proprio perchè apprezziamo gli interventi della Commissione contro gli abusi da posizione dominante dell’azienda di Seattle, crediamo che le istituzione europee debbano dare per prime l’esempio con appalti più in linea con questi principi.”


I tre punti del compagno Calearo

Pareva a suo agio, ieri sera a Ballarò, il candidato democratico Massimo Calearo. Rideva alle battute di Crozza, prendeva i fondelli la Prestigiacomo che ci teneva a farsi chiamare onorevole, e così via.Poi gli hanno chiesto qualcosa di politica e lui ha detto tre cose: che Mastella è un santo perchè ha fatto cadere il governo Prodi, che si augura di non rivedere mai più il tassatore Visco in politica e che la legge Biagi è eccellente. Infine ha aggiunto pensosamente che non siamo più ai tempi di Che Guevara. Pazienza, direte voi: ormai il Pd è un contenitore dove c'è dentro di tutto, ci sta benissimo anche l'emulo veneto di Caprotti. Viene tuttavia il dubbio che, dopo i due anni di sfigato governo Prodi, al centrosinistra facesse meglio un robusto purgatorio per ritrovare le sue ragioni, anzichè tentare di vincere subito comprando al supermarket le ragioni di chi sta dall'altra parte.

Non finisce di sollevare polemiche la candidatura dell’imprenditore Massimo Calearo nel Partito Democratico. Immediata la replica della Sinistra Arcobaleno veneta. ‘Esprimiamo tutta la nostra soddisfazione - dice il consiglere regionale veneto dei Comunisti Italiani Nicola Atalmi - per la decisione di Massimo Calearo di guidare il Partito Democratico in Veneto perche’ cio’ rappresenta un elemento di definitiva chiarezza: votando il Pd e Veltroni si scelgono i padroni, quelli veri. I Comunisti Italiani per questo hanno deciso che nelle liste della Sinistra Arcobaleno metteranno operaie ed operai in modo da rendere ancora piu’ evidente la differenza di scelta’. Sono sei i candidati veneti per la Sinistra Arcobaleno: a Padova Rossano Palazzin, operaio di 46 anni della Cooperativa Team Service, a Vicenza Marco Sulas operaio e studente di 26 anni, a Treviso Carola Laurenzi 33 anni operaia e delegata sindacale della Rica del gruppo Zoppas, a Belluno Diego Pauletti, 48 anni operaio tessile della Piave Maitex, a Venezia Maurizio Bucca 38 anni operaio delle Officine Aeronavali e a Rovigo Pierluigi Bedendo 36 anni operaio della Bassano Grimeca. ‘Saremo antiquati - osserva ancora Atalmi - qualcuno dira’ che siamo ancora innamorati della lotta di classe. In realta’ nel nostro paese la lotta di classe la fanno sempre e solo i padroni che, sia quando governa il centrodestra, che quando governa il centrosinistra, chiedono comunque meno tasse meno regole, piu’ precarieta’. Chissa’ perche’, noi abbiamo come il sospetto che per difendere i lavoratori, i loro diritti e i loro salari, siano meglio i nostri sei operai del capo degli industriali’.

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