venerdì 14 marzo 2008

GRUPPO GUE/NGL Strasburgo, 13/03/2008 Le donne devono essere protagoniste delle loro vite e della loro sessualità

Intervenendo sulla sua relazione a proposito della strategia della Commissione per la Parità di genere e l’attribuzione di poteri e responsabilità alle donne nel quadro della cooperazione allo sviluppo, Feleknas Uca (GUE/NGL, Germania) ha sottolineato che il sostegno europeo per i paesi in via di sviluppo è stato “vitale per le donne e le ragazze in quei paesi”.

“Nella strategia aggiornata della Commissione Europea sono stati trattati temi importanti e suggerite misure concrete”, ha dichiarato Feleknas Uca. La deputata europea ha però criticato alcune debolezze. “ La lotta contro pratiche tradizionali nefaste e la violenza contro le donne dovrebbero essere al centro delle nostre attenzioni. Purtroppo questa strategia non menziona neanche gli Accordi di Partenariato Economico (APE) e in questi avrebbe potuto rafforzare il ruolo delle donne”. Uca ha anche lamentato il fatto che la situazione delle donne nei conflitti armati non sia stata trattata.

Sulla questione della salute riproduttiva e dei diritti sessuali delle donne nei paesi in via di sviluppo, la deputata europea UCA si è rammaricata del fatto che “la gran parte degli emendamenti si preoccupano di sopprimere alcuni passaggi del rapporto che rivendicano il diritto per le donne di decidere del loro corpo e della loro vita in modo libero e indipendente. Fino a quando altri si permetteranno di decidere della vita e dei corpi delle donne, “la tradizione umanista e i valori condivisi sui quali l’Europa è costruita” non saranno una realtà.

Luisa Morgantini (GUE/NGL Italia) si è complimentata con la Commissione per la sua “articolata comunicazione che, per la prima volta, prevede una strategia europea per l’uguaglianza nel quadro della cooperazione allo sviluppo che corrisponde alle numerose richieste invocate dalle donne che rifiutano di essere delle vittime e che insistono per essere le protagoniste delle loro vite e della loro sessualità e decidere il tipo di società in cui vivere”

Luisa Morgantini ha lodato la relazione di Feleknas Uca per aver evocato certe questioni che non erano state trattate dalla comunicazione della Commissione quale la povertà delle donne, l’istruzione, la salute, la violenza contro le donne, il loro accesso alla proprietà e al lavoro, e la politica commerciale delle donne e dell’Unione Europea. Luisa Morgantini ha anche sottolineato la necessità di rafforzare il mainstreaming di genere nelle questioni di parità tra uomini e donne che implica un “impegno rigoroso di risorse economiche e umane” da parte della Commissione e “un’interfaccia permanente con i movimenti delle donne e delle reti” sul terreno per questioni quali la desertificazione, le soluzioni non volente ai conflitti, sulla salute, l’abitare e l’acqua.

Luisa Morgantini ha condannato la soppressione dei riferimenti alla salute riproduttiva delle donne e si è detta certa che “ col suo voto, questo Parlamento sarà fedele ai suoi valori e all’impegno per l’affermazione dell’uguaglianza di diritti per tutte e tutti”.
INTERVENTO IN PLENARIA DI LUISA MORGANTINI
"Parità di genere e attribuzione di poteri e responsabilità alle donne nel quadro della cooperazione allo sviluppo"
Parlamento Europeo – Strasburgo, giovedì 13 marzo 2008 -
“Che dire!
merito alla Commissione per avere presentato una comunicazione articolata che per la prima volta definisce una strategia europea per la parità di genere nella cooperazione allo sviluppo e sopratutto in sintonia con molte delle richieste portate avanti con determinazione da vasti movimenti di donne che rifiutano di essere vittime, anzi rifiutiamo di essere vittime e siamo protagoniste della nostra vita, della nostra sessualità e decidiamo in quale tipo di società vogliamo vivere, una società capace di affrontare e risolvere le discriminazioni, le ingiustizie, le violenze.
E tanto merito al rapporto di Uca per aver approfondito e colto elementi non tenuti in considerazione dalla Commissione che pero' ritengo la commissione vorrà accettare.
Inutile ripetere qui cifre sulle donne in estrema povertà, analfabetismo, ammalate di Aids o di malaria, su quante donne subiscano violenza fisica e sessuale sopratutto tra le pareti domestiche anche in Europa.
Sono le azioni concrete che contano: governance, istruzione, sanità, violenza contro le donne, accesso alla proprietà, al lavoro, e come dice Uca politiche economiche e commerciali dell'Ue che non siano contraddizione con le politiche di sviluppo.
E' la politica di mainstreaming che deve farsi forte ed implica un impegno severo anche di risorse economiche e risorse umane nelle delegazioni della stessa commissione e nei progetti in primo luogo quelli sul microcredito.
Sono le azioni concrete per un rapporto permanente dell´UE con i movimenti delle donne nelle situazioni locali e nazionali e nelle reti di donne tra i diversi paesi che si formate nelle campagne contro la desertificazione, per la soluzione non violenta dei conflitti, per il diritto alla salute, alla casa, all'acqua, per la smilitarizzazioni degli Stati e delle menti.
Qualcosa vorrei dire a proposito degli emendamenti che vogliono sopprimere i riferimenti alle varie strategie internazionali dal Cairo a Maputo sulla salute riproduttiva e sulla libera scelta delle donne alla procreazione.
Difendere la vita è sacrosanto, il diritto alla vita è pero' anche far si non vi siano esitazioni nel mettere in pratica politiche di sviluppo capaci di liberare le donne, ma anche gli uomini dalla povertà e dall'ingiustizia.
Triste che di fronte ad un rapporto e comunicazione di cosi grande portata per le politiche di sviluppo e di parità per mi auguro non molti parlamentari siano solo gli elementi della salute riproduttiva a deciderne il voto positivo.
Che poi siano principalmente uomini a proporli, uomini che vogliono decidere sui corpi e sulla vita delle donne, mi sembra ancora più particolare .
Sono certa che questo parlamento saprà essere fedele ai propri valori ed all'impegno di fare dell'unione europea un volano per l'affermazione dei diritti di tutti e tutte e per una politica di sviluppo equa e sostenibile”.

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