di Cinzia Spiniello- Coordinatrice Area “Rifondazione per la Sinistra”
Siamo oramai in autunno, ma per la scuola italiana è Primavera, un'aria ottobrina così dolce e delicata non si sentiva da tanto tempo. É l'aria della ribellione che pervade studenti, docenti e genitori che a gran voce reclamano il diritto allo studio come diritto inalienabile dello Stato italiano.
La scuola pubblica non è in svendita, questo è il messaggio essenziale che viene inviato alla ministra della Pubblica Istruzione. Questa riforma non potrà essere accettata da chi opera e lavora nella scuola, nessun Paese che si definisce democratico e civile penserebbe di effettuare tagli alla formazione dei propri cittadini. Ma evidentemente questo Paese ha oramai veramente poco di” democratico e civile”. Cosa c'è di civile nel proporre classi differenziate dove relegare i bambini immigrati? Cosa c'è di democratico nello sfasciare il sistema pubblico della scuola elementare riducendo il personale docente e attribuendo alle classi il “maestro unico”? Per non parlare dei tagli alle Università e alla ricerca. Sono proprio la formazione e la ricerca le fonti alle quali lo Stato, sopratutto nella crisi mondiale del capitalismo, dovrebbe attingere per la propria rinascita e sviluppo
Il dubbio legittimo che ci assale e ci fa rabbrividire è che questo Governo miri ad uno smantellamento di se stesso, ad un imbarbarimento della società nella visione di un controllo totale delle menti in nome dell'osannata sicurezza. Ma di fronte a quella che definiremmo una delle peggiori riforme scolastiche degli ultimi venti anni senza il timore di poter essere smentiti, ecco che nasce e cresce la protesta collettiva. Finalmente! Era ora che in Italia qualcuno alzasse la testa, che dicesse: io non ci sto! Noi diciamo: noi non ci stiamo! E chi se non i giovani possono reclamare il diritto alla vita? Certo dalle nostre parti l'aria impiegherà un po' più di tempo ad arrivare, ma la speranza è che anche in quest'Irpinia martoriata da una classe politica che ha pensato troppo a se stessa e poco agli Irpini, nasca e cresca la protesta, la speranza ci dice che se circa duemila persone sfilano in un corteo ben organizzato per le vie del capoluogo in difesa del calcio locale allora le stesse persone e molte altre ancora possano sfilare in difesa di questa terra sia quando si tratta di creare una mega discarica sul Formicoso sia quando una ministra qualsiasi decide di tagliare i fondi per la scuola pubblica. Tra le tante frasi che abbiamo letto in questi giorni, scritte su lenzuoli appesi ai muri e ai balconi delle scuole, c'è ne una che ci ha colpito particolarmente e che giriamo ai ragazzi dell'Irpinia, la frase dice testualmente: SIAMO COSI' GIOVANI CHE NON POSSIAMO PIU' ASPETTARE.
domenica 19 ottobre 2008
LA PRIMAVERA DELLA SCUOLA.
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