venerdì 17 ottobre 2008

Costruire un’alternativa alle destre e alla vecchia politica.

di Gennaro M. Imbriano
Grande la confusione sotto il cielo. Ma la situazione, per il centro-sinistra irpino, non è affatto eccellente. Non trovo parole migliori di queste per descrivere la condizione in cui si è avviato il confronto.
Partire dai nomi, o addirittura dalla loro imposizione, è una scelta che umilia la politica e rischia di rendere inutile qualsiasi confronto. Anche perché, come tutti sanno, il giudizio del Prc sulle amministrazioni Galasso e De Simone non è certamente positivo.
C’è di che stare preoccupati, dunque, se, di fronte ad un’unica e sola riunione dei Segretari provinciali, tutto rischia di ridursi ai nomi da indicare per la poltrona più alta di Provincia e Comune capoluogo.
Questa è la solita vecchia, sbagliata, abitudine.
E invece la vera questione, a mio avviso assolutamente decisiva e preliminare, è verificare se ci sono le condizioni politico-programmatiche per costruire un’alleanza e quale Progetto condiviso si avanza per l’Irpinia. Poi, eventualmente, si potrà valutare chi incarna al meglio, con la sua storia politica amministrativa e personale, quel progetto.
Passa da qui, ne sono convinto, la prima vera rottura col passato, col vecchio centro-sinistra che ha conosciuto l’Irpinia.
I Partiti non possono pensare di continuare a riprodurre lo schema logoro di una politica che mette al centro la geometria del potere e il risiko delle poltrone negli enti.
Quel modello lì è fallito clamorosamente in questi anni, quando la politica ha perso la capacità e la voglia di indicare un progetto alto e altro per la nostre gente, quando ci siamo affannati a costruire assemblaggi elettorali e non coalizioni politiche. E quando l’amministrazione perde la bussola del progetto, si espone alla degenerazione della politica e della morale.
Non è in questo modo che si può costruire un argine alle destre nel nostro Paese; eppure ce n’è assoluto e urgente bisogno, con un Governo che vuol fare dell’Irpinia una pattumiera, che cancella la questione meridionale, che aggredisce i diritti civili e restringe gli spazi democratici. Con un Berlusconi che vuole smantellare la scuola pubblica e il contratto collettivo di lavoro, che non affronta la precarietà dei giovani, che è statalista con le grandi banche e liberista con lavoratori e famiglie.
Ma soprattutto non è in questo modo che si può costruire una credibile alternativa alle destre in Irpinia. Quelle destre che con sempre più spregiudicatezza si aprono al confronto con l’Udc di Pionati e con i Popolari di De Mita e, così, si preparano a costruire una potente corazzata elettorale.
Non possiamo pensare di contrapporre cartello elettorale a cartello elettorale, saremmo sconfitti.
E non si possono riproporre stanche liturgie e vecchie alchimie politiciste, saremmo travolti. L’altro punto di rottura col vecchio centro-sinistra passa da qui, dal coraggio di infrangere l’autoreferenzialità dei partiti e dei governi e di aprire i processi e le scelte politiche alla partecipazione popolare.
Ma il ritardo fin qui accumulato è enorme e non abbiamo più molto tempo.
Per questo è indispensabile, qui ed ora, il rilancio di un serio confronto politico e programmatico tra le forze democratiche e progressiste.
È su questo terreno, quello del progetto e dell’egemonia, che si colloca la sfida tra il centro e la sinistra, tra moderati e radicali. Misuriamoci e verifichiamo se è possibile avanzare un “Progetto per l’Irpinia”.
Un progetto che parli di un nuovo modello di sviluppo ecocompatibile e di lavoro di qualità; di politiche a difesa dei servizi pubblici e dell’acqua; di iniziative per fermare l’emigrazione dei giovani e lo spopolamento dei nostri paesi; di pratiche di legalità e moralità nella pubblica amministrazione; di una moderna e sostenibile gestione dei rifiuti; di attenzione e risposte alle vecchie e nuove povertà che vanno diffondendosi.
Le forze di centro-sinistra, ne sono convinto, possono vincere solo se sapranno essere una reale e concreta alternativa non solo alle destre ma alla vecchia politica.

1 commento:

Anonimo ha detto...

ARTICOLO INVIATO AGLI ORGANI DI STAMPA LOCALE IN MERITO ALL'INTERVENTO DI IMBRIANO

E pensare che l'avevamo detto, era il giorno dopo la convocazione da parte di Vittoria del tavolo provinciale dei segretari del vecchio centro sinistra e noi già ponevamo l'accento, con un comunicato stampa datato 4 ottobre 2008, sulla inutilità di un tavolo politico in cui si parlava essenzialmente solo di nuovi,vecchi, leaderships, vedi Galasso e De Simone.





Avevamo ragionato intorno alla necessità di costruire in provincia di Avellino una alleanza politica diversa, altra, per obiettivi e finalità, oggi, a più di dieci giorni dall'indizione di quel tavolo, scopriamo tramite dichiarazioni rese alla stampa locale "che avevamo ragione" e che il segretario provinciale del PRC, Gennaro Imbriano,afferma le stesse cose ed affronta le stesse questioni che noi delle minoranze, area critica comunista, avevamo già individuato molto prima di quel tavolo concertativo ed analizzato subito dopo lo stesso.

Strano modo di far politica da parte di un segretario provinciale che dapprima sbatte i piedi a terra per la convocazione di un tavolo politico spudoratamente pseudo-riformista (tale segretario si considera pur essendo alla guida di un partito di per se rivoluzionario, pienamente riformista) e poi razionalizzando le questioni che sono state affrontate scopre " l'acqua calda", cioè che quell'incontro è stato una solenne "baggianata" fine solo alla leggttimazione ex novo di Galasso e della De Simone da parte del PD.

Oggi se non vogliamo assistere, come espressamente afferma Gennaro Imbriano: "al risiko delle poltrone", bisogna cambiare rotta, bsogna interagire con la sinistra che cammina e non costruire nuovi cartelli elettorali, l'irpinia non ci darebbe più appello, se ciò non accadesse noi saremmo stritolati nella morsa dell'inciucio e della mala-politica.

Rifondazione Comunista, deve diventare alveo di proposta politica alternativa e non oggetto nelle mani di un segretario provinciale che non ha occhi per guardare ne orecchie per sentire se non quando la realtà gli viene sbattuta in faccia dagli eventi.

Ragionare con un PD lacerato da una guerra intestina, tutta in odor di poltrone, ci indebolisce e ci relega a pura testimonianza di scelte fatte da altri e per altri, noi invece, e questo lo dico al segretario di Rifondazione Comunista, dobbiamo costruire, invertendo la tendenza all'autoreferenzialità dei personaggi politici di cui sopra, una reale alternativa all'ormai defunto centro sinistra datato 2004.

Bisogna costruire da subito un progetto di alleanza a sinistra, un reticolato di proposta alternativa per questa provincia che inglobi in se tutte le forze politiche e sociali sane e che metta al centro di questa alternativa un ricompattamento di tutte le realtà comuniste della nostra provincia, solo così si potrà diventare "altro" e non omologazione passiva ad un sistema poltico che alla prova dei fatti ha gia fallito.

Basta con il ragionare con chi ha affossato la Sanità in Campania, con chi ha reso la nostra regione una immensa pattumiera,, o con chi pretende di risolvere i problema dei rifiuti con lo sversamento degli stessi nelle cave o con chi sempre in merito alla questione rifiuti, prevede addirittura la costruzione di un rigassificatore, noi siamo antagonisti al PD (il partito dell'astensione in parlamento al DL 90 sui rifiuti) e non una sua costola.

Quel progetto progetto per l'irpinia di cui parla Imbriano si costruisce con gli irpini e non con un ceto politico che pretende di essere l'unico testimone della rinascita delle nostre terre.

Carmine Cogliano
componente CPP