di Gennaro M. Imbriano
La mobilitazione studentesca di questi giorni è il tentativo importante e prezioso di difendere il diritto allo studio nel nostro Paese. È una pacifica, creativa, colorata resistenza a chi vorrebbe manomettere quelle fabbriche di democrazia che sono la scuola e l’università pubblica.
È assolutamente giusto, dunque, stare assieme –senza alcuna pretesa egemonica- a questi ragazzi e ragazze, in un’avventura tanto entusiasmante quanto necessaria.
L’Onda è ormai alta e forte, è cresciuta improvvisa tanto da divenire maggioritaria nella società, fino a suscitare l’attenzione di Cossiga, delle forze dell’Ordine, di Maroni. Così imponente da cambiare l’agenda politica di queste settimane: non è un caso che nelle ultime ore, lo stesso Berlusconi abbia dovuto frenare sulla “riforma dell’Università”.
Ma credo che non ci si possa limitare a osservare la cresta dell’Onda, si deve guardare più in fondo per provare a capire davvero.
Si deve osservare in profondità questo mare di ragazzi e ragazze che fino a ieri pensavamo incollati alla playstation e ai reality. Una generazione che si ribella perché vive immersa nella precarietà, una generazione a cui hanno rubato il futuro, giovani che vivono in un infinito e frantumato presente. Loro hanno capito che la sicurezza del proprio domani non ha a che fare con l’esercito per le strade, ma con un lavoro che non arriva mai, con un conto in banca e un serbatoio che sono a “rosso fisso”.
Loro, gridando “la vostra crisi non la paghiamo”, afferrano la vera questione politica che abbiamo di fronte: un governo che, da una parte, apre il portafogli per ripianare i debiti delle banche e, dall’altra, taglia in settori strategici come la scuola, la ricerca, la sanità. Loro indicano per primi -non riescono a farlo né il Pd né quello che resta di Rifondazione- il tema di un nuovo intervento pubblico per uscire dalla recessione.
È questo l’Onda, e infondo è anche una ribellione alla gerontocrazia in cui vive il nostro Paese. Di quanti a vario titolo, in economia come in politica, portano le responsabilità degli sfaceli e dei fallimenti di ieri e di oggi, ma che hanno ancora la faccia tosta di dirci cosa fare domani.
L’Italia non è un paese per giovani: titola così l’ultima copertina dell’Espresso in edicola. È vero, e dovremmo interrogarci sul perché mentre qui abbiamo l’arzillo Berlusconi, gli Usa stanno per eleggere –speriamo!- un giovane di colore come Barack Obama.
E l’Irpinia è altrettanto anomala: è da decenni che continuano a fronteggiarsi le stesse facce e le stesse pratiche, mentre alle giovani generazioni viene offerta la prospettiva dell’emigrazione.
Non a caso abbiamo detto, più volte, che in Irpinia, il centro-sinistra deve essere non solo un’alternativa alle destre ma anche alla vecchia politica. È una sfida difficile e non ce lo nascondiamo.
Anche per questo sarà necessario costruire, con urgenza, una nuova sinistra. Una sinistra che sappia leggere i fenomeni sociali e stare nei movimenti. Una sinistra che non si limita all’enunciazione della propria identità e dei propri “no”, ma che prova a cambiare il mondo.
lunedì 3 novembre 2008
L’Onda, la sinistra e il futuro.
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4 commenti:
sarebbe meglio evitare di strumentalizzare l'operato di studenti e docenti universitari e medi.
Caro Gennaro, noi studenti universitari ci siamo autorganizzati in barba a qualsiasi formazione partitica e con questo intendo includere ovviamente le persone fisiche che reggono queste formazioni. Te compreso, ovviamente. Questo perchè, io come penso tutti gli altri, siamo stanchi di voi signori. Siamo stanchi dei vostri atteggiamenti di pseudo-solidarietà alle nostre battaglie. Siamo stanchi di vedervi manifestare insieme a noi, mettervi alla testa dei cortei solo per poter essere meglio individuati da giornalisti e telecamere (10 ottobre docet...).
Insomma caro Gennaro,
noi lottiamo, ci organizziamo per farlo. Se anche tu, così come anche tutti i tuoi colleghi dicono, vuoi darci una mano, i nostri collettivi sono aperti a chiunque. Ma, per favore, smettiamola con la pratica del "comunicato stampa di adesione alla protesta". Onestamente, tu e i tuoi colleghi, ci avete stancato. Soprattutto tutti noi non siamo fessi. Il tuo comunicato altro non è che un mezzo come tanti per portare avanti la tua battaglia politica all'interno di RC. Insomma, Berlusconi vuole strumentalizzare la nostra protesta. Il PD uguale. Ma tu non mi sembri da meno. Mi domando e dico: ma tu e quelli come te, davvero ci credete degli idioti.
Caro Gennaro, ognuno per la propria via. Lasciaci in pace difendere i nostri diritti. Da te e quelli come te non vogliamo niente se non evitare di darci fastidio.
Marco Imbimbo
Caro Marco, non faccio una difesa d'ufficio. Credo che il movimento, questa meravigliosa "Onda Anomala" sorta dal mare delle nuove generazioni, per sua stessa natura, non possa essere strumentalizzata. L'Onda, però, secondo me, rappresenta una grande possibilità per la società italiana di restituire la categoria del conflitto, se non ai partiti, alla politica, cosa che dopo lo scorso aprile non era assolutamente così scontata. L'Onda è, appunto, anomala e spero tanto forte e travolgente da poter, essa stessa, essere egemone e capace di contaminare la politica e tutti i suoi non-luoghi. Personalmente, come uno dei "vecchi" del film "Un mercoledì da leoni", guardo divertito i ragazzi fare surf sapendo che questo è il loro tempo e spero che sappiano giocarsi, bene, una partita che vuole parlare al futuro di questo Paese e quindi anche a tutt* noi.
L'Onda, però, presenta per la crisi della Sinistra una quantità di interrogativi a cui, anche dall'interno delle organizzazioni partitiche, occorre dare una risposta. Su questo tema, c'è bisogno di una riflessione e credo che l'intervento di Gennaro vada in questa direzione.
Generoso Bruno
P.S. Di gente che si mette avanti ai cortei, in questi giorni, mi pare di aver visto solo "il Blocco" a Piazza Navona.
pippone politico,abbastanza scontato tra l'altro...vabbè se questo dev'essere...
(contro)P.S.
per quanto riguarda la battutaccia sul Blocco, te la potevi risparmiare. A volte è meglio tacere.
Marco Imbimbo
Caro Marco,
nessun pippone politico... Penso davvero quello che ho scritto... E, per quello che mi riguarda, non me ne frega davvero nulla di fare egemonia o di strumentalizzare alcunchè... Anzi spero, vivamente, il contrario...
Riguardo al blocco, la mia, sarà stata pure una battutaccia da risparmiare, però, anche lì, non era affatto scontata una reazione così diffusa del movimento rispetto all'accaduto... Meglio così.
Cari saluti.
Generoso
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