venerdì 7 novembre 2008

Non aver paura, è arrivato l'uomo nero...

di Michele De Palma - Liberazione

L'attesa è finita che cominciava ad albeggiare. Siamo rimasti ad aspettare l'annuncio davanti alla Tv per tutta la notte. Su facebook scambi in bacheca e chat intasate, fino alle cinque, quando la Cnn ufficializza che l'uomo nero e giovane è il nuovo presidente degli Stati Uniti d'America. Sì, è successo, mentre nei mesi scorsi in molti, malati di ipermetropia, vedevano così lontano da sapere che quel sogno sarebbe caduto in terra nell'aritmetica concreta e realista della democrazia pragmatica americana. Saccenti e cattedratici non guardavano o non volevano vedere neri, donne, giovani, passare il tempo a studiare e scrivere una poesia collettiva. Volontari della speranza che sapevano che una poesia è emozioni ma anche il calcolo della metrica, geometrie di rime, speranze al quadrato. Rima baciata di persone in fila davanti ai seggi elettorali. Obama non è merce da supermarket. È anche una buona operazione di marketing elettorale, ma è prima di tutta la spinta di una lunga marcia per i diritti civili, le azioni di disobbedienza dei neri, l'occupazione e le lotte nelle università, il movimento noglobal, fino a quello pacifista. Non è un uomo che cambia la storia, ma ne simboleggia la svolta. Il sogno degli afroamericani è diventato sogno collettivo, generale e sorrido nel pensare a chi aspetta la dichiarazione poco di sinistra o la scelta poco socialdemocratica. Oggi quello che conta è che l'impossibile è diventato una realtà collettiva: "Yes, we can". Il resto è chiacchiere e rincorse per salire sul carro del vincitore e ce n'sono per tutti i gusti: conservatori italici convertiti e democratici liberisti della prima ora, con sempre in mano la bandiera a stelle e strisce. Nel secolo post - americano, troveremo anche antiamericani armati di vecchi occhiali a cui se si indica la luna, loro ostinatamente continuano a guardare il dito. Gli americani non hanno mandato a casa i repubblicani e eletto Barak Obama. Hanno compiuto un atto di coraggio. Gli americani hanno cominciato a vincere la paura. La bestia che abitava la pancia del popolo e che aveva eletto Bush per due volte e sostenuto la guerra unilaterale, Guantanamo, le leggi antiterrorismo, il taglio delle spese sociali, ecc è uscita sconfitta dalla battaglia elettorale con una mobilitazione generale e una affluenza alle urne incredibile.
Forse tutto questo è spiegato meglio da mia madre, che mi ha chiamato alle otto stamane. "Hai visto - mi ha detto - abbiamo vinto" e poi ha aggiunto: "da domani, alla nipotina, quando avrà paura le dirò: non preoccuparti, piccola, è arrivato l'uomo nero".


06/11/2008

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