Qui di seguito pubblichiamo la lettera di risposta del Segretario provinciale del Prc/Se Gennaro M. Imbriano all'intervista, al Corriere, di Don Vitaliano Della Sala e le riflessioni del Segretario del circolo di Atripalda Luca Criscuoli.
Le parole del parroco feriscono, gratuitamente, una comunità che con fatica prova ad adoperarsi nella ri-costruzione del campo largo della Sinistra senza cedere al richiamo, pur presente in parte del Prc, di quella pericolosa testimonianza a vocazione minoritaria che rischia di chiudere, forse definitivamente, a Sinistra, spazi, tempi, luoghi ed agibilità politica.
Caro Vitaliano, l'obbedienza, in certi casi, toglie forza, voce e libertà alla ricerca ed alla riflessione. Tu, qualcosa, di tutto ciò dovresti pur saperne.
Niente scherzi, da prete, quindi.
"SalutandoVi indistintamente".
Hirpinia Link(e)
Caro Don Vitaliano,
leggo con estremo stupore la tua intervista, e ferisce la superficialità delle tue argomentazioni. Anche perché di “poltrone” –lo sanno tutti- non ci siamo mai interessati e di certo, in Irpinia, non ne abbiamo mai avute.
Rifondazione è e resta il partito che era a Genova, che ha partecipato al movimento pacifista, che si batte contro la precarietà, che oggi sostiene l’onda studentesca, che propone misure contro la crisi economica e a vantaggio dei più deboli. È il partito che, in questa provincia, ha condotto e vinto la vertenza per l’acqua pubblica, che è stato al fianco delle popolazioni di Savignano e del Formicoso, che dice no alla chiusura delle scuole, ha affiancato il sindacato e i lavoratori in decine di vertenze, che ha praticato (quasi in solitudine nel panorama irpino) una ri-generazione della politica e dei suoi gruppi dirigenti.
Oggi, davanti allo tzunami che ha investito l’Arcobaleno, il tema è un po’ più complesso di quello che poni. La sfida, invece, è provare a costruire, attraverso un processo partecipato e dal basso, uno spazio politico della sinistra che superi la frantumazione, che sconfigga la marginalità e vada al di là del radicalismo parolaio. La sinistra ha senso se è utile ai povericristi, se riesce ad incidere ed a cambiare davvero la realtà in cui viviamo.
In democrazia si può non essere d’accordo, ma non si possono fare caricature che non trovano riscontro nella realtà.
Con l’affetto di sempre,
Gennaro M. Imbriano
domenica 9 novembre 2008
Caro Vitaliano, "veniamo noi, con questa mia, a dirvi"...
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3 commenti:
Caro Vitaliano,
provo a rispondere alle tue critiche, che ritengo utili e costruttive. Credo che il dibattito all'interno di una sinistra in piena crisi sia fondamentale, a meno che non si voglia ridurre al silenzio ogni voce di dissenso, come pure sta capitando a noi, addirittura con l'aggressione fisica nei miei confronti.
I livelli della critica che ci porti sono due, ma intrecciati tra di loro profondamente, da un lato la difficoltà di ritagliarsi un ruolo al fianco delle battaglie dei più deboli in questa provincia, dall'altro il venir meno della diversità di Rifondazione rispetto alle altre formazioni politiche, sul piano del peso che si dà alle istituzioni ed alla gestione. Come già hanno sottolineato Imbriano e Criscuoli noi nelle istituzioni non ci siamo, e questo è un fatto. Ma dico a me e a loro che non possiamo nasconderci il fatto che il non esserci non basta per dichiararsi estranei a logiche politiche da combattere. Per poter continuare a rivendicare la nostra diversità, lo spirito di Genova, e le cose buone che pure abbiamo fatto e continuiamo a fare, non possiamo indietreggiare rispetto ad una critica non parolaia ma stringente e documentata rispetto a quello che il centrosinistra ha rappresentato e continua a rappresentare in questa provincia. I diversi tronconi del blocco moderato che ha governato questa provincia, dai demitiani al partito democratico, sono completamente immersi in una politica di spartizione e gestione del potere, che non ha prodotto oggettivamente il riscatto di questa terra, il suo sviluppo economico e un maggiore benessere nelle sue fasce più deboli. Assistiamo invece al ritorno prepotente dell'emigrazione, anche intellettuale, che produce un ulteriore impoverimento e l'asservimento di chi rimane. L'incapacità di mettere a frutto le peculiarità dell'irpinia nel contesto della Regione, a partire dalle risorse idriche e ambientali, dal minor tasso di criminalità organizzata e da un tessuto produttivo legato ad alcune produzioni di eccellenza, è sotto gli occhi di tutti. Cosa può fare una forza come Rifondazione in questo contesto? Io ritengo che non possa permettersi di accodarsi silentemente a questo status quo, rimettendo in piedi un nuovo centrosinistra senza idee ma con il collante della paura delle destre. Esemplificando, gli assessorati in questo momento non possono interessarci, e non per settarismo minoritario ne perchè non ci siano tra le nostre fila persone in grado di ricoprire con qualità l'incarico, ma perchè non riusciremmo in questo modo a produrre la necessaria rigenerazione delle nostre forze, perchè in questa provincia a Rifondazione è richiesto il compito di provare a raccogliere chi è escluso ed emarginato dalla società e dalle prebende del clientelismo, chi ha resistito alle cooptazioni provando ad opporsi o andandosene lontano dalla propria terra, chi insomma non si rassegna che si debba morire democristiani. Se Rifondazione Comunista non è questo allora non è, ed è legittimo aprire un percorso, come evidentemente stanno facendo associazioni come Rifondazione per la sinistra, per confluire nel Pd o rappresentarne la sua ala sinistra in modo organico.
Vengo ora all'aspetto della tua critica che più da vicino mi tocca, quello che ci descrive lontani dai problemi delle persone e degli sfruttati. Potrei rivendicare il lavoro del circolo, la battaglia sulla casa, sulla munnezza, il gruppo di acquisto per un consumo critico e solidale, la battaglia al fianco dei precari del progetto verde, il lavoro al fianco dei ragazzi delle scuole ben prima che l'Onda cominciasse a sommergere il paese, ma invece sento di dovermi giustificare. Mi devo giustificare perchè ho investito energie in una campagna elettorale disastrosa per l'Arcobaleno, in un congresso lancinante, in uno scontro interno infinito che ci allontana sempre di più dal senso comune, togliendo energie al lavoro in strada, quello veramente necessario dal tuo punto di vista così come dal nostro, ed è di questo che voglio ragionare con te e con chiunque ancora ne abbia la voglia, di come ci rimettiamo in campo e di come torniamo ad essere utili a quelli che vorremmo difendere, solo così possiamo pensare di ritornare ad essere parte viva della società e non scomparire del tutto.
Fraternamente,
Costantino D'Argenio
segretario Prc Avellino
Avviso ai naviganti:
Negli interventi di D'Argenio e di Cogliano persiste, riguardo al confronto del Prc col Pd, uno strano ritornello, un pericoloso artificio retorico.
Scrivo due righe per rassicurare i lettori: Tranquilli. Nessuno intende confluire nel Pd.
Costruire la sinistra in questo Paese è, però,un'altra cosa rispetto a quello che Rifondazione sta facendo da dopo Chianciano con Ferrero.
Non credo che il confronto dentro il PRC sia tra chi è più moderato e chi è più radicale, non accetto questo terreno, al contrario, ritengo che il punto sia tra una visione ortodossa ed identitaria e, un'altra, maggioritaria al 47,7%, radicale ed eterodossa capace di porre il tema del confronto con l'oggi tentando di farsi carico della costruzione del campo largo della Sinistra.
Come è evidente, nessuno intende ridurre al silenzio nessun'alto. Anzi.
Diversamente da altri blog, nessuno degli interventi su Hirpinia Link(e) sarà censurato.
Ovviamente, però, non ritengo questo il luogo adatto neppure soltanto ad accennare ad aggressioni, ad offese, a minacce, a sputi, a calci negli stinchi, a scorregge, a baci in bocca, a "tips" dietro le orecchie ed a colpi di mazzafionda.
Hirpinia Link(e)/RPS
Generoso Bruno
generoso il "censore"
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