mercoledì 4 febbraio 2009

AAA Capo dell'opposizione cercasi. Disperatamente.

di Luca Criscuoli.

Ora non c'è più dubbio: Veltroni è giunto al capolinea , la sua parabola
politica è in picchiata e non sembra esserci sereno all'orizzonte. La
disgregazione interna al PD appare sempre più ingovernabile, la sua
leadership appare compromessa da una serie di decisioni e di prese di
posizione che sono evidentemente in controtendenza con i principi stessi del
giovane partito democratico. Non sembra nemmeno tanto astuto il buon
Veltroni e l'unica cosa che riesce a mettere in scena è una continua e
patetica dialettica mediatica che ormai non suscita alcun sentimento se non
di rassegnazione di fronte alla lenta caduta di un politico senza più armi
al suo arco.

Dalla sua bocca abbiamo ascoltato di tutto da un anno a questa parte, si è
fatto promotore del più ambizioso tentativo, mai tentato prima, di
"rivisitazione" dei momenti più importanti del '900, si è consumato nel
tentativo di cancellare i conflitti sociali che hanno caratterizzato la
storia italiana negli ultimi 50 anni, ha provato a mettere insieme padroni
ed operai (fino alla sfrontata candidatura del superstite della Tyssen), ha
rinnegato il suo passato di comunista (militante) per aprirsi al suo nuovo
immaginario moderato che, ovviamente, se ne è infischiato di lui.

Oggi il buon vecchio Veltroni è alla frutta, la sua salvezza si chiama
(udite, udite!!!) Silvio Berlusconi, il che è tutto dire. Può il capo
dell'opposizione parlamentare "vendersi" per non morire?

Certo che può, e Veltroni non ha vergogna e forse nemmeno dignità se la sua
miope visione della politica italiana lo vede attaccato , come diciamo da
queste parti, alla "pettola" di Silvio per garantirsi la sopravvivenza ed
evitare una fine politica ingloriosa.

Certo Veltroni è in buona compagnia, ha ancora chi lo appoggia, ma per
quanto? Fino a quando i suoi non decideranno che è arrivato il momento di
metterlo da parte per "conclamata incapacità" nel leggere le dinamiche
sociali che stanno attraversando il paese in piena crisi economica.

Veltroni che insegue Berlusconi, finge di bacchettarlo in televisione senza
riuscire mai, sottolineo mai, a sopravanzarlo sui contenuti e sulle
proposte. Infatti è ancora un mistero la "ricetta" veltroniana per
combattere la crisi che investe le famiglie italiane. La verità è che il
leader del PD ha già consumato il credito e la fiducia di milioni di
italiani che avevano riposto in lui la speranza.

Oggi forse è un peso per il suo stesso partito che in vista delle elezioni
europee non sembra godere di ottima salute, anzi i sondaggi danno il PD in
evidente declino.

Ma Veltroni queste cose le sa e cosa si inventa? Tira fuori dal cilindro
l'appoggio al Governo sul Federalismo e riceve in cambio la soglia di
sbarramento alle Europee. In pratica ritenta la carta del voto utile già
rivelatasi fallimentare alle ultime Politiche: se non si riesce a far
breccia tra i moderati di centro, tanto vale rifarsi a sinistra, anche se
la sinistra è diluita e frammentata, tanto vale cercare di costruire un
asse con la Lega, anche a costo di andare contro i principi fondamentali
della Costituzione, tanto vale abbandonare i rapporti con la CGIL e sperare
che il giocattolo non esploda tra le mani.

Evidentemente per Veltroni perseverare non è diabolico ma è l'unico
espediente per sopravvivere e non scomparire prima ancora di cominciare.
Sono certo che gli elettori del PD, gli iscritti e i simpatizzanti sapranno
riportare il loro segretario sulla retta via prima che sia troppo tardi per
tutti, prima che l'Italia venga consegnata nelle mani delle Destre per i
prossimi 20 anni.

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