di Emilio Ciotta
Credo che sia doveroso da parte mia ufficializzare in questa sede quello che ho già reso pubblico sugli organi di stampa. E cioè il mio uscire dal Partito della Rifondazione Comunista e la mia adesione al Movimento per la Sinistra.
Movimento che è nato dal seminario di Rifondazione per la Sinistra, tenutosi Chianciano il 24-25 gennaio 2009 e a cui ho preso parte.
Sbagliano i giornali nazionali quando parlano di scissione nel PRC.
A Chianciano in Gennaio non è nato un nuovo Partito, se mai un nuovo partito (o forse sarebbe più corretto dire un vecchio partito), è nato sempre a Chianciano ma fine Luglio 2008 nel VII congresso del PRC. Congresso dove, con una manovra di alta alchimia matematica, quattro tesi (in molti punti in contraddizione tra loro) hanno raggiunto un accordo per sostituirsi agli indirizzi del 47% del partito unito su una unica tesi.
In questi mesi l’indirizzo politico del PRC è stato solo quello di arroccarsi, di chiudersi a riccio, di delegittimare e di distruggere tutto quello che nell’ultimo decennio sono stati gli obiettivi del mio Partito della Rifondazione Comunista. La mia Rifondazione Comunista è stata il tentativo di costruire un unione di forze a sinistra che superasse gli steccati dei tanti partitini e movimenti e che guardasse già da subito oltre i confini italiani e da qui PRC-Sinistra Europea.
Per dirla con le parole di Vendola:
“la radicalità deve essere in grado di diventare processo sociale, inchiesta, indagine, deve essere lotta politica esplicita, deve fare politica e dare senso alle persone. La radicalità deve andare alla radice delle cose, non sublimare la realtà dentro una retorica del comunismo come avvento, del comunismo come identità autoreferenziale, ossessionata dalle proprie storie e dal bisogno di esistere. I Comunisti ci hanno insegnato che i partiti, i sindacati, le organizzazioni della società, non sono delle mummie, sono dei corpi viventi, e che dentro quei corpi ci sono storie politiche, ideologiche, intellettuali, umane. Ci sono le persone. Pensate a Togliatti che alla fine del fascismo si rivolge ai giovani che erano stati fascisti. Pensate a chi ha della politica l’idea di un grimaldello che forza consuetudini e pigrizie, che rompe muri. Non la politica come statica visione della realtà.”
Beh, in questo ci sono le mie ragioni del mio uscire dal Partito della Rifondazione Comunista e la mia adesione al Movimento per la Sinistra.
Dicevo che la stampa sbaglia a parlare di scissione, perché a Chianciano il 25 Gennaio non si è staccata una costola da Rifondazione per formare un nuovo partitino della sinistra, ma tanti compagni escono da un progetto che non è più il loro e si mettono in cammino. In cammino per la costruzione di una nuova sinistra, unita e senza steccati, senza presentare nulla, nulla di pre-costituito, nulla di già definito ma il mettersi a disposizione per un cammino comune con tutto quello che esiste a sinistra.
Cammino che sta partendo in Irpinia e che dovrà partire anche a Lioni.
La nostra dovrà essere una Sinistra capace d’interloquire con tutti, a partire dai referenti sociali. Ad esempio, siamo vicini alla Cgil, che in questo momento, sulla vicenda del contratto nazionale sta giocando una partita decisiva, e esprimo il mio pieno appoggio al sit-in che la CGIL provinciale in questo momento sta tenendo davanti al Teatro Carlo Gesualdo.
Dal punto di vista locale non credo che questa scelta possa generare problemi e difficoltà all’interno dell’accordo programmatico “Centrosinistra per lioni”, anzi una scelta diversa da parte mia sarebbe stata contraddittoria.
mercoledì 4 febbraio 2009
Emilio Ciotta, Lioni: "In movimento per unire la Sinistra".
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