Caro Gennaro,
rispondo alla tua lettera aperta e, cogliendo positivamente lo spirito delle tue parole, mi rivolgo anche a tutti quei compagni/e di strada, tantissimi dei quali giovani come te, che in questi anni abbiamo incrociato in Irpinia, nel corso di tante iniziative, assemblee, manifestazioni.Hai ragione, sul congresso di Rifondazione pesa una grande responsabilità, quella di indicare una prospettiva per l’intera sinistra di questo Paese. A noi in particolare tocca quest’onere, non solo perché siamo, per quel poco che può contare, la parte numericamente più rilevante della sciagurata esperienza della Sinistra Arcobaleno, ma soprattutto per quello che, soprattutto da Genova in poi, abbiamo rappresentato nel panorama politico.Una responsabilità e una discussione troppo grande e che sento la necessità e l’urgenza di condividere con tutte le donne e gli uomini di sinistra, che hanno l’assoluto diritto di decidere del loro futuro. E allora benvenuti, a te e a quanti vorranno iscriversi e partecipare al nostro congresso, a quanti vorranno farla davvero l’invasione di campo.Ne abbiamo bisogno, tanto più oggi, dopo la pesante sconfitta contro cui siamo andati violentemente a sbattere, con l’emergere di tutta l a nostra inadeguatezza e insufficienza di fronte alle sfide del presente. La sconfitta non è stata semplicemente un fatto politico. L’esito di quelle elezioni ci parlano evidentemente di una sconfitta che viene da lontano, che interroga tutta l’Europa, e che ha profonde radici culturali e sociali.Le destre ci hanno battuto sul terreno dell’egemonia, insinuandosi nella frantumazione delle comunità e dei legami sociali che ha prodotto la globalizzazione in questi anni, alimentando gli istinti più bassi e le paure.E di fronte a questo tzunami –così lo ha definito Mario Tronti- non bastano ricette facili, non basta rispolverare vecchie liturgie e tornare retoricamente ai territori e ai luoghi di lavoro, nella società. Perché questi luoghi, in cui la Sinistra e il Movimento operaio hanno costruito, almeno per tutto il ‘900, il proprio insediamento sociale e il proprio progetto politico, sono stati oggi completamente travolti dalla potenza dei processi di globalizzazione capitalistica. E in molti casi, lì dove, una volta, la sinistra riusciva a costruire un blocco sociale e una coscienza di classe, oggi, prevalgono l’individualismo e le “guerre tra poveri”.
Oggi, trovata la forza per rialzarci, dobbiamo costruire nuovi e più aggiornati elementi di conoscenza, per orientarci opportunamente nel nostro cammino. C’è bisogno di una grande inchiesta, di uno sforzo non semplicistico di analisi della realtà e di ripensamento di noi stessi. Rifondazione e la sinistra possono e devono ricominciare a camminare da qui: dal basso, dai territori , dall’opposizione al governo Berlusconi.Certo, ci occorre una grande energia e una forte speranza, oggi, per ricominciare a camminare.Non sarà facile. Come Nichi Vendola ha detto nel corso della splendida assemblea avellinese del 17 maggio, sarà come una traversata nel deserto.E una traversata nel deserto la si può affrontare se Rifondazione non è sola, se abbiamo tanti compagne/i di strada preziosi come te, se ci teniamo ben saldo sulle spalle il nostro zaino, un bagaglio fatto di cultura politica innovativa, di capacità di apertura e contaminazione, e se sapremo mettere tutto questo a disposizione dell’intera sinistra.
Gennaro M. Imbriano - Segretario provinciale di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
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