lunedì 16 marzo 2009

SINISTRAeLIBERTA'.

Tutti - avversari compresi - dicono che ci sia bisogno di sinistra. E c'è bisogno di una sinistra che ricominci ad avere una sua rappresentanza nelle istituzioni. A cominciare da quelle europee. E dagli enti locali. C'è bisogno di sinistra, insomma, in un paese governato da una destra che ha uno slogan chiaro in testa: "Calce e randello, speculazione edilizia e ronde" (per usare la definizione di Nichi Vendola). La destra peggiore. Come contrastarla? Come contrastarla in un paese dove la maggioranza, d'intesa con l'opposizione democratica, ha fissato la soglia del quattro per cento, sotto la quale non c'è rappresentanza?
Lo strumento, lo strumento per garantire che ci sia una sinistra, che continui ad esistere una sinistra, è stato presentato stamattina. E' la lista unitaria che correrà per le europee. Si chiama "Sinistra e libertà". E' un "cartello" che vuole raccogliere quei mille pezzi di opposizione sparsi in Italia, che si sono manifestati in questi mesi. E' la lista che aggrega quattro forze politiche: il Movimento per la Sinistra, la Sinistra democratica, i Verdi e il Partito socialista (quello di Nencini).

Avrà un suo simbolo. Un cerchio rosso e bianco, sotto - piccoli - i "loghi" delle famiglie europee di appartenenza: il Pse, il Gue, i Verdi.

Si parte, insomma. Certo non si parte da zero, perché per dirla con Marco Di Lello, socialista, alla conferenza stampa, "i sondaggi non commissionati da noi ci danno fra il 3,3 ed il 6%. Lanciamo il quorum oltre l'ostacolo". Si comincia, ma certo non sarà facile. Perché la crisi, la devastante crisi economica - lo sanno tutti - in nessuna parte del mondo favorisce la sinistra. E allora, usando di nuovo l'espressione di Nichi Vendola, il primo compito "è quello di ritrovare le parole che mancano all'Italia".

Le prime due da "recuperare" sono appunto quelle contenute nel nuovo simbolo. Ecco come la vede Achille Occhetto, anche lui presente alla presentazione, in veste - ci ha tenuto a sottolinearlo - di "semplice militante". "Dobbiamo ridare alla sinistra la parola libertà. Il Pd ha demolito e tolto la parola sinistra. Senza libertà non c'é né democrazia né sinistra. Va recuperata la parola libertà, gettata nel fango da Berlusconi".

Una sinistra dei diritti, allora, una sinistra che recupera il suo rapporto col sociale. A cominciare da chi è vittima del disastro provocato dal neoliberismo. Su questo, sul dramma della situazione economica nel nostro paese, ha insistito molto Vendola: «Berlusconi ha detto che sono stati versati dei soldi verissimi alle imprese; perché allora le imprese licenziano? Se ricevono soldi noi chiediamo che ci sia una moratoria sui licenziamenti, uno stop". E ancora: "Proponiamo la detassazione della cassa integrazione". Senza contare che in Italia si potrebbe fare quello che, ad esempio, ha fatto la sinistra in Puglia: "Farsi carico degli oneri fiscali per le badanti". Anche per questa strada si sostengono i redditi più bassi, le persone più bisognose.

Altre proposte verranno dal confronto che la lista vuole sviluppare in tutto il paese, con i soggetti sociali interessati. Ma il programma, anche il più dettagliato, rimanda sempre allo stesso problema: in questo paese c'è bisogno di sinistra. Perché la sua assenza - è ancora il Governatore della Puglia - "pesa sulle persone e consente l'aggressione del lavoro e della Cgil da parte di questa destra che spadroneggia nei media dove si racconta un paese che non c'è".



Certo, dire sinistra non spiega tutto. E qui, sempre Vendola, se la cava con una battuta: "C'è bisogno di una sinistra con meno mitologie, simboli e bandiere, ma che sia in grado di difendere i diritti civili e sociali". Una sinistra che torni a fare politica. Che torni a progettare alleanze. Già, ma quali alleanze? "Io penso che occorra ecostruire un campo largo delle opposizioni al governo delle destre, uscendo dalle contese da talk show, mettendo mano alla leva fiscale per ridistribuire la ricchezza". Questo per l'oggi, e poi? "Penso che non possa funzionare il principio dell'autosufficienza sostenuto dal pd veltroniano, perchè significa candidarsi a perdere sempre. Bisogna costruire le alleanze. Ma in una condizione attuale in cui siamo minoranza tutti e battuti nel paese, la priorità è il programma concreto di alternativa alle destre e a Berlusconi. Il tema delle alleanza arriva un secondo dopo. Un secondo prima c'è l'attualità e l'alternativa che riusciamo a costruire !
e a far vivere nel cuore degli italiani".

Così, con queste idee si andrà alle europee. Il resto è ancora tutto da decidere. Per dirna una, le candidature sono ancora lontanissime dall'essere definite. Vendola - ad una domanda dei cronisti - ha risposto che lui preferirebbe non candidarsi, ma si dichiara "a disposizione". Il Ps candiderà sicuramente gli uscenti Pia Locatelli ed Alessandro Battilocchio. I Verdi punteranno sull'eurodeputato uscente Monica Frassoni. Il leader di Sd, Claudio Fava, potrebbe essere candidato, così come l'ex astronauta Umberto Guidoni, che alle scorse elezioni fu eletto nelle liste del Pdci. Ma quel che è più importante è che "oltre il 50% delle candidature - coem ha assicurato Di Lello - verrà deciso sul territorio". Decideranno le persone, insomma. Di più: non ci saranno suddivisioni a tavolino degli eletti, in caso di superamento del quorum. Chi prenderà più preferenze, insomma, andrà a Strasburgo, senza dimissioni pilotate. L'ultima: verrà rigorosamente rispettato il bilanciamento fra uomini e donne.

Resta da dire delle amministrative. La lista correrà anche per le provinciali e comunali? Claudio Fava, Sinistra democratica: "Dove sarà possibile, questa lista sarà presente, ma vogliamo evitare editti romani". O, come aggiunge, Grazia Francescato: "Rispettiamo le libere scelte sul territorio".

Tutto qui. E ora si comincia davvero.


di S.B.

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