martedì 31 marzo 2009

Chi semina, raccoglie.


"Seminare sinistra per raccogliere libertà” è il tema di una campagna nazionale non proibizionista che inizia il 4 aprile allo Spazio Pubblico Leoncavallo di Milano e si concluderà il 9 maggio a Roma all’interno della Million Marijuana march.
E’ una appello e al tempo stesso una proposta politica che contiamo si moltiplichi in centinaia di occasioni in tutto il paese.

Si è da poco conclusa la quinta Conferenza nazionale delle politiche antidroga a Trieste: un fallimento nel fallimento. Nel disastro prodotto dalle politiche proibizioniste su scala globale si è potuto toccare con mano quello della legge Fini- Giovanardi (49/2006) a tre anni dalla sua approvazione: consumi ai massimi, riduzione dell'età di prima assunzione, esplosione del narcotraffico. Una legge largamente segnata da un approccio ideologico, fatta di improvvisazione e attacco al servizio pubblico sulle tossicodipendenze. Alle sperimentazioni di riduzione del danno e del rischio largamente diffuse in Europa si è opposta una cieca retorica, alle politiche di prevenzione e all’informazione si è sostituita un’affabulazione con tratti di farsa. E invece è una tragedia: nei prossimi anni il governo condanna centinaia di migliaia di cittadini e le loro famiglie ad una battaglia solitaria, e molti di più al girone delle sanzioni penali e amministrative.

E’ un centrodestra liberista in materia economica e fortemente autoritario nel campo dei diritti civili e delle libertà. Dal testamento biologico alle unioni civili, alla limitazione del diritto di sciopero e di manifestare, attraverso una sequenza di provvedimenti, pacchetti, apparentemente volti alla “sicurezza dei cittadini” e che lambiscono ormai le garanzie costituzionali.

E' ormai chiaro che servono approcci radicalmente nuovi: la Sinistra scende letteralmente in campo e guarda alle sperimentazioni che qua è là in Europa e nel mondo disegnano le possibili alternative.

Non casualmente la prima iniziativa di questa campagna si svolge la sera del 4 aprile, al termine della grande manifestazione della CGIL: un modo chiaro per segnare il rapporto ormai strettissimo che lega oggi diritti civili e sociali.

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