“Le recenti dichiarazioni dell’on. De Mita –commenta Gennaro Imbriano, Segretario provinciale di Rifondazione- non sono certamente sorprendenti: era prevedibile, infatti, che il sistema demitiano tentasse di riorganizzarsi, finanche provando a costruire accordi con il PdL.
Ma le sue parole restano comunque gravi e rilevanti nel quadro politico provinciale. Esse rappresentano la base di una possibile intesa che rischia di spostare pesantemente a destra l’asse politico dell’Irpinia, conservando però le vecchie pratiche del sistema di potere democristiano.
Preoccupa, e non poco, -aggiunge Imbriano- che di fronte a tutto questo, dalle fila del centro-sinistra, ancora non giunga una proposta adeguata e all’altezza della sfida.
Finora hanno prevalso tatticismi e vecchi schemi politicisti. Ed è mancata la capacità di costruire un percorso di innovazione e unità, fattori indispensabili per battere le destre e il trasformismo.
Anche alla luce di quanto sta avvenendo in questi giorni, le forze democratiche e progressiste sono chiamate a rilanciare il confronto, riaprendo una discussione sul futuro dell’Irpinia, sgombrando il campo da pregiudiziali e tabù.
Ora dobbiamo voltare pagina e avviare una fase nuova.
Se il PD rinuncia al mito nefasto dell’autosufficienza, se la sinistra rompe i recinti asfittici della marginalità, ci sono ancora gli spazi per costruire un progetto alternativo alle destre e alla vecchia politica. Ma non c’è altro tempo da perdere”.
lunedì 29 dicembre 2008
Voltare pagina.
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mercoledì 17 dicembre 2008
Un "Loop" dentro l’apocalisse.
Loop è rivista bimestrale, sito internet con looponline e, soprattutto, collettivo politico che sceglie il terreno della ricerca eretica assumendo questo tempo come “anno zero” ed il contesto come “apocalisse”...
Loop è il segno dei tempi. È la moltitudine, mutevole e veloce. È le mille forme della autorappresentazione quotidiana, e, allo stesso tempo, la testimonianza più ruvida della nostra sconfitta. Loop si prende sul serio nel ridersi addosso. Loop è nei suoi molteplici, complessi e contraddittori significati...
...Loop odia la retorica, il populismo, le messe cantate, le liturgie e le autoassoluzioni, si nutre di contemporaneità, di curiosità, di pragmatico radicalismo. Loop è moderno e arcaico. Loop è culture linguaggi e conflitti dentro e oltre l’anno zero, un progetto politico editoriale che mette al centro la ricerca, il racconto, la costruzione di senso, la passione, la comunità, il globale, il noir, la poesia, l’economia, la memoria e la geografia, l’io, il noi e l’es. Loop assomiglia al corto circuito delle economie globali: sbeffeggia gli oracoli della globalizzazione, e si interroga sulla profondità della crisi sociale, culturale ed economica che attraversa il pianeta...
...Loop vuole parlare lingue e dialetti, vuole nutrirsi delle parole degli aymara e degli aborigeni, vuole capire la cosmogonia maya e narrare la congiunzione tra terra e libertà, tra terra e comunità. Loop è yiddish, la lingua parlata da undici milioni di europei prima dello sterminio, e ora estinta. Loop è una goccia che arranca alla ricerca di acqua e ha come unico obiettivo il tuffo e la mescolanza, il gorgo e la corrente, il fluire e il corrodere. Loop è residuo, margine, pura testimonianza. Loop si piace, non cerca consenso...
...Loop è arrogante, è ostinazione a voler esserci ancora, è resistenza agli urti e incapacità a riconciliarsi. Loop, dal 12 dicembre, è in onda...
www.looponline.info
Loop è il segno dei tempi. È la moltitudine, mutevole e veloce. È le mille forme della autorappresentazione quotidiana, e, allo stesso tempo, la testimonianza più ruvida della nostra sconfitta. Loop si prende sul serio nel ridersi addosso. Loop è nei suoi molteplici, complessi e contraddittori significati...
...Loop odia la retorica, il populismo, le messe cantate, le liturgie e le autoassoluzioni, si nutre di contemporaneità, di curiosità, di pragmatico radicalismo. Loop è moderno e arcaico. Loop è culture linguaggi e conflitti dentro e oltre l’anno zero, un progetto politico editoriale che mette al centro la ricerca, il racconto, la costruzione di senso, la passione, la comunità, il globale, il noir, la poesia, l’economia, la memoria e la geografia, l’io, il noi e l’es. Loop assomiglia al corto circuito delle economie globali: sbeffeggia gli oracoli della globalizzazione, e si interroga sulla profondità della crisi sociale, culturale ed economica che attraversa il pianeta...
...Loop vuole parlare lingue e dialetti, vuole nutrirsi delle parole degli aymara e degli aborigeni, vuole capire la cosmogonia maya e narrare la congiunzione tra terra e libertà, tra terra e comunità. Loop è yiddish, la lingua parlata da undici milioni di europei prima dello sterminio, e ora estinta. Loop è una goccia che arranca alla ricerca di acqua e ha come unico obiettivo il tuffo e la mescolanza, il gorgo e la corrente, il fluire e il corrodere. Loop è residuo, margine, pura testimonianza. Loop si piace, non cerca consenso...
...Loop è arrogante, è ostinazione a voler esserci ancora, è resistenza agli urti e incapacità a riconciliarsi. Loop, dal 12 dicembre, è in onda...
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Il pane e le rose, lettera a Brunetta.
Caro Ministro Brunetta,
non conosciamo le donne che lei frequenta oltre a quelle presenti nel governo, ma immaginiamo che il suo universo femminile sia alquanto ristretto. Solo ciò potrebbe spiegare la sua richiesta di innalzamento dell'età pensionabile e di equiparazione a quella degli uomini, in una sorta di “rivendicazione” di pari opportunità.
Ci tocca contraddirla e non di poco. Innanzitutto le donne vogliono vivere la propria vita dignitosamente, viverla con libertà ed indipendenza economica, vogliono realizzarsi nel lavoro conciliandolo con gli impegni familiari, vogliono vivere la maternità come una gioia e non come un impedimento al mondo del lavoro, vogliono essere rispettate dagli uomini a partire dai propri familiari e, possibilmente, vogliono vivere con molti spazi di felicità.
Le donne sognano di vivere tutto questo nel proprio paese, supportate da adeguati ammortizzatori sociali che assicurino loro l'applicazione reale - e finalmente efficace - delle pari opportunità in ambito lavorativo e professionale. In un paese dove si moltiplicano gli asili nido, dove le scuole funzionano, anche a tempo pieno, dove l'astensione dal lavoro per maternità non significa quasi sistematicamente licenziamento.
Purtroppo le donne che conosciamo noi sono le più sfruttate sul lavoro, le più vessate, quelle che il lavoro fuori casa si traduce spesso in lavoro di cura e di assistenza. Eccole domestiche o tate nelle case borghesi, eccole operaie nelle imprese di pulizia, eccole commesse, eccole operaie stagionali nei campi di raccolta. Eccole le lavoratrici sottopagate e a nero che dopo una giornata di duro lavoro - quale che esso sia - tornano a casa dove, ahimè, caro Ministro, non ci sono divani e giornali ad attenderle ma altre pesanti ore di lavoro domestico.
Le nostre donne, caro Brunetta, non sono veline o mogli di calciatori famosi, non sono “rifatte” ad immagine e somiglianza di stereotipi entrati, attraverso la televisione, nella “normale quotidianità” italiana, le nostre donne hanno il viso segnato dalle rughe della fatica, hanno la capacità di sopportare l'ingiustizia ed i soprusi , di contrastare la barbarie di tanti maschi, di riuscire ad rialzare ogni volta la loro linea di orizzonte.
Le nostre donne forse salveranno il mondo ma intanto lei ministro vuole innalzare l'età pensionabile senza sapere che noi vogliamo poter lavorare fino a 100 anni, ma di lavoro vero, che non vogliamo aspettare la pensione.
Noi vogliamo ora e subito il pane e le rose!
Cinzia Spiniello- Segreteria Provinciale Prc / Se
non conosciamo le donne che lei frequenta oltre a quelle presenti nel governo, ma immaginiamo che il suo universo femminile sia alquanto ristretto. Solo ciò potrebbe spiegare la sua richiesta di innalzamento dell'età pensionabile e di equiparazione a quella degli uomini, in una sorta di “rivendicazione” di pari opportunità.
Ci tocca contraddirla e non di poco. Innanzitutto le donne vogliono vivere la propria vita dignitosamente, viverla con libertà ed indipendenza economica, vogliono realizzarsi nel lavoro conciliandolo con gli impegni familiari, vogliono vivere la maternità come una gioia e non come un impedimento al mondo del lavoro, vogliono essere rispettate dagli uomini a partire dai propri familiari e, possibilmente, vogliono vivere con molti spazi di felicità.
Le donne sognano di vivere tutto questo nel proprio paese, supportate da adeguati ammortizzatori sociali che assicurino loro l'applicazione reale - e finalmente efficace - delle pari opportunità in ambito lavorativo e professionale. In un paese dove si moltiplicano gli asili nido, dove le scuole funzionano, anche a tempo pieno, dove l'astensione dal lavoro per maternità non significa quasi sistematicamente licenziamento.
Purtroppo le donne che conosciamo noi sono le più sfruttate sul lavoro, le più vessate, quelle che il lavoro fuori casa si traduce spesso in lavoro di cura e di assistenza. Eccole domestiche o tate nelle case borghesi, eccole operaie nelle imprese di pulizia, eccole commesse, eccole operaie stagionali nei campi di raccolta. Eccole le lavoratrici sottopagate e a nero che dopo una giornata di duro lavoro - quale che esso sia - tornano a casa dove, ahimè, caro Ministro, non ci sono divani e giornali ad attenderle ma altre pesanti ore di lavoro domestico.
Le nostre donne, caro Brunetta, non sono veline o mogli di calciatori famosi, non sono “rifatte” ad immagine e somiglianza di stereotipi entrati, attraverso la televisione, nella “normale quotidianità” italiana, le nostre donne hanno il viso segnato dalle rughe della fatica, hanno la capacità di sopportare l'ingiustizia ed i soprusi , di contrastare la barbarie di tanti maschi, di riuscire ad rialzare ogni volta la loro linea di orizzonte.
Le nostre donne forse salveranno il mondo ma intanto lei ministro vuole innalzare l'età pensionabile senza sapere che noi vogliamo poter lavorare fino a 100 anni, ma di lavoro vero, che non vogliamo aspettare la pensione.
Noi vogliamo ora e subito il pane e le rose!
Cinzia Spiniello- Segreteria Provinciale Prc / Se
lunedì 15 dicembre 2008
I CAImani... Cronaca della scalata al club alpino.
Giovedì 11 dicembre ore 13.22 un trillo del cellulare mi segnala che qualcuno mi ha chiamato. Oggi è giornata di elezioni al CAI di Avellino per il rinnovo della presidenza e del consiglio direttivo ed io concorro alla presidenza contro l’altro candidato.
Forse c’è qualche novità? Richiamo la persona che mi ha cercato, un amico del CAI: “Ciao, mi hai cercato? Si Giancarlo, mi devi scusare ma stasera non vengo. Perché cosa è successo? Giancarlo, mi vergogno , mi sento un verme ma non posso votare per te anche se avevo insistito perché ti presentassi ed ho dovuto lasciare la mia delega ad un socio che mi ha avvicinato nei giorni scorsi”. La prendo sul ridere e con lui sdrammatizzo, ma appena chiudo il telefono, ho un sobbalzo tardivo di lucidità. Che sta succedendo? Ora mi imbufalisco seriamente, parlo con altri e manifesto l’intenzione di ritirare la mia candidatura. Non tutti sono d’accordo. L’amico che mi aveva segnalato l’episodio mi richiama per dirmi che è riuscito a farsi promettere dal socio a cui aveva consegnato la delega, che la delega stessa sarebbe stata stracciata, ma io decido di andare avanti e perciò alle 19.30 mi presento all’assemblea dei soci, e prima dell’inizio delle operazioni chiedo la parola e spiattello pari pari quanto sopra.
Scoppia il putiferio, ma nonostante l’imbarazzo l’assemblea decide di procedere nella consultazione. Io abbandono l’assemblea e con me molti miei sostenitori.
Intanto fuori cominciano a confluire le truppe nuscane, scese con un pulman apposito dal paese di De Mita. Non resta che assistere impotenti all’occupazione della sede da parte delle teste di cuoio che procedono disciplinatamente ed uniformemente come da istruzione all’elezione del nuovo organo direttivo e del presidente. Votazione bulgara ovviamente: 72 a 0 ed il gioco è fatto. Le milizie del grande vecchio dopo un lungo lavoro sotterraneo di delegittimazione dell’avversario, con un colpo di mano riescono ad occupare un altro piccolo fortilizio che servirà a controllare meglio il territorio di caccia.
Ma che ne sarà del Club Alpino Italiano sezione di Avellino? In mano a degli incompetenti, molto probabilmente dilapideranno il patrimonio di lavoro svolto in questi anni culminato con la segnatura dei sentieri montani, della loro sistemazione in forma catastale ed infine della pubblicazione delle tavole per l’orientamento sul territorio del Partendo e dei Picentini. Poco si dice da parte dei nuovi pervenuti che sicuramente sosterranno programmi politicamente più utili.
La novità più consistente è senza dubbio l’introduzione di questo disinvolto sistema di richiedere il consenso per mezzo dell’intimidazione e del ricatto, il resto con queste premesse di inquinamento verrà col tempo e non sarà un futuro promettente per il CAi di Avellino.
di Giancarlo Nebbia socio fondatore del CAI di Avellino
Forse c’è qualche novità? Richiamo la persona che mi ha cercato, un amico del CAI: “Ciao, mi hai cercato? Si Giancarlo, mi devi scusare ma stasera non vengo. Perché cosa è successo? Giancarlo, mi vergogno , mi sento un verme ma non posso votare per te anche se avevo insistito perché ti presentassi ed ho dovuto lasciare la mia delega ad un socio che mi ha avvicinato nei giorni scorsi”. La prendo sul ridere e con lui sdrammatizzo, ma appena chiudo il telefono, ho un sobbalzo tardivo di lucidità. Che sta succedendo? Ora mi imbufalisco seriamente, parlo con altri e manifesto l’intenzione di ritirare la mia candidatura. Non tutti sono d’accordo. L’amico che mi aveva segnalato l’episodio mi richiama per dirmi che è riuscito a farsi promettere dal socio a cui aveva consegnato la delega, che la delega stessa sarebbe stata stracciata, ma io decido di andare avanti e perciò alle 19.30 mi presento all’assemblea dei soci, e prima dell’inizio delle operazioni chiedo la parola e spiattello pari pari quanto sopra.
Scoppia il putiferio, ma nonostante l’imbarazzo l’assemblea decide di procedere nella consultazione. Io abbandono l’assemblea e con me molti miei sostenitori.
Intanto fuori cominciano a confluire le truppe nuscane, scese con un pulman apposito dal paese di De Mita. Non resta che assistere impotenti all’occupazione della sede da parte delle teste di cuoio che procedono disciplinatamente ed uniformemente come da istruzione all’elezione del nuovo organo direttivo e del presidente. Votazione bulgara ovviamente: 72 a 0 ed il gioco è fatto. Le milizie del grande vecchio dopo un lungo lavoro sotterraneo di delegittimazione dell’avversario, con un colpo di mano riescono ad occupare un altro piccolo fortilizio che servirà a controllare meglio il territorio di caccia.
Ma che ne sarà del Club Alpino Italiano sezione di Avellino? In mano a degli incompetenti, molto probabilmente dilapideranno il patrimonio di lavoro svolto in questi anni culminato con la segnatura dei sentieri montani, della loro sistemazione in forma catastale ed infine della pubblicazione delle tavole per l’orientamento sul territorio del Partendo e dei Picentini. Poco si dice da parte dei nuovi pervenuti che sicuramente sosterranno programmi politicamente più utili.
La novità più consistente è senza dubbio l’introduzione di questo disinvolto sistema di richiedere il consenso per mezzo dell’intimidazione e del ricatto, il resto con queste premesse di inquinamento verrà col tempo e non sarà un futuro promettente per il CAi di Avellino.
di Giancarlo Nebbia socio fondatore del CAI di Avellino
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venerdì 12 dicembre 2008
Irpininpiazza: Per lo sciopero generale l'appello della sinistra.
Siamo donne e uomini della sinistra irpina, impegnati nei movimenti, nella società civile, nel sindacato, nei partiti. E sosteniamo con assoluta convinzione lo Sciopero Generale del 12 dicembre proclamato dalla Cgil.
Si tratta di un appuntamento fondamentale, di fronte alla pesantissima crisi economica globale che sta attraversando anche l’Irpinia.
L’esplodere delle bolle speculative e dei meccanismi finanziari rappresenta il fallimento conclamato di un modello di sviluppo che, per quasi trenta anni, si è fondato su precarizzazione crescente, bassi salari, schiacciamento dei costi sociali e ambientali.
Ma c’è già chi vorrebbe scaricare il costo della crisi sulla pelle dei lavoratori, dei precari, dei giovani e dei soggetti sociali più deboli.
E si annunciano, nel nostro Paese, centinaia di migliaia di licenziamenti, mobilità, cassintegrazione, mancato rinnovo dei contratti ai precari. Nella nostra stessa provincia sono ormai a rischio circa 5 mila posti di lavoro.
Questa condizione drammatica richiederebbe un intervento forte e urgente da parte del Governo, ma fin qui le destre, se si esclude lo spot della social card, si sono generosamente impegnate solo a vantaggio di banchieri e bancarottieri mentre continuano i tagli a danno della scuola della sanità e del welfare.
Quello del 12 dicembre è uno sciopero fondamentale, che chiede la difesa del contratto nazionale di lavoro, il rilancio della scuola pubblica, maggiori tutele per i precari, il blocco dei licenziamenti e l’immediata sospensione della legge Bossi-Fini, lo spostamento della pressione fiscale dal lavoro dipendente alle rendite finanziarie. Uno sciopero necessario per la detassazione delle tredicesime e l’aumento dei salari, il blocco delle privatizzazioni a partire dall’acqua, per l’affermazione dei diritti civili e di cittadinanza.
Abbiamo un’occasione straordinaria, lo Sciopero può e deve aprire la strada ad una generale ripresa del conflitto sociale e dell’opposizione in tutto il Paese.
Per questo è necessario partire dalla piattaforma sindacale, ma è anche indispensabile costruire alleanze e relazioni più vaste con quelle soggettività, che si sono già mobilitate contro le politiche del Governo, e che possono contribuire alla generalizzazione dello sciopero. È fondamentale, in questo, il coinvolgimento pieno dell’Onda, il movimento degli studenti che in pochi giorni ha sconvolto il torpore politico del Paese, e accogliere il loro contributo di idee a cominciare dall’istituzione del salario sociale.
Ma è altrettanto importante legare lo sciopero del 12 dicembre al Sud, alle zone interne, alla condizione che vivono i nostri territori penalizzati da troppi anni, e indicare una prospettiva per il futuro.
Uno sciopero per impedire la sottrazione di fondi Fas assolutamente indispensabili al Mezzogiorno; che sostiene la necessità di non cancellare il Reddito di cittadinanza in Campania e ne chiede il cofinanziamento al Governo nazionale; per un utilizzo degli investimenti pubblici e dei fondi europei non solo in funzione antirecessiva ma per provare a tratteggiare un nuovo modello di sviluppo: con la messa in sicurezza delle scuole e degli acquedotti, infrastrutture sostenibili e immateriali, case popolari e welfare. Ci vuole, soprattutto a guardare la specificità della crisi irpina e l’Fma, una politica di intervento pubblico nell’economia che scommetta sui settori innovativi come le energie rinnovabili, i motori elettrici e a idrogeno.
Un nuovo modello di sviluppo che punti sull’innovazione, le competenze e i diritti dei lavoratori, la ricerca.
Uno sciopero per la sostenibilità ambientale e contro una gestione fallimentare dei rifiuti, incentrata su megadiscariche e inceneritori, che il Governo, anche sul Formicoso, continua a imporre impiegando l’esercito e sperimentando un diritto emergenziale e asimmetrico.
Uno sciopero generale e generalizzato, che unisca, a partire dall’Irpinia, quel largo fronte di forze movimenti e soggetti che si collocano all’opposizione del Governo delle destre.
Noi saremo in piazza il 12 dicembre, assieme a tanti e tante, per dire, “la vostra crisi non la paghiamo”.
PRIMI FIRMATARI:
Gennaro Imbriano (Segretario provinciale Prc-Se); sen. Angelo Flammia ; Luciano Vecchia (Segretario provinciale FIOM-Cgil); Michele Di Maio (Legambiente Campania); Nicola Cicchetti (Segretario provinciale PdCI); Claudia Iandolo (scrittrice e docente); Pasquale Di Domenico (Unione degli Studenti), Michele Di Cosmo (operaio Laterificio Irpino, rsu, Assessore Comune di Calitri), Adele Giro (Segreteria provinciale FP-Cgil); Generoso Bruno (Comitato Politico Regionale Prc); Carlo De Vincentis (Segretario Cgil-Scuola); Agostino Pelullo (Assessore al Comune di Bisaccia); Marco Cillo (La Fionda di Davide); Antonio Di Ninno (Assessore CM Alta Irpinia); Emilio Ciotta (Assessore al Comune di Lioni); Franco Fiordellisi (Segretario provinciale FILCEM-Cgil); Francesco Melillo (RossoFisso); Felice Storti , (pittore); Cinzia Spiniello (Rifondazione per la Sinistra); Maria Grazia Valentino (Consigliera Comunale a Nusco); Paolo Speranza (giornalista)...
Si tratta di un appuntamento fondamentale, di fronte alla pesantissima crisi economica globale che sta attraversando anche l’Irpinia.
L’esplodere delle bolle speculative e dei meccanismi finanziari rappresenta il fallimento conclamato di un modello di sviluppo che, per quasi trenta anni, si è fondato su precarizzazione crescente, bassi salari, schiacciamento dei costi sociali e ambientali.
Ma c’è già chi vorrebbe scaricare il costo della crisi sulla pelle dei lavoratori, dei precari, dei giovani e dei soggetti sociali più deboli.
E si annunciano, nel nostro Paese, centinaia di migliaia di licenziamenti, mobilità, cassintegrazione, mancato rinnovo dei contratti ai precari. Nella nostra stessa provincia sono ormai a rischio circa 5 mila posti di lavoro.
Questa condizione drammatica richiederebbe un intervento forte e urgente da parte del Governo, ma fin qui le destre, se si esclude lo spot della social card, si sono generosamente impegnate solo a vantaggio di banchieri e bancarottieri mentre continuano i tagli a danno della scuola della sanità e del welfare.
Quello del 12 dicembre è uno sciopero fondamentale, che chiede la difesa del contratto nazionale di lavoro, il rilancio della scuola pubblica, maggiori tutele per i precari, il blocco dei licenziamenti e l’immediata sospensione della legge Bossi-Fini, lo spostamento della pressione fiscale dal lavoro dipendente alle rendite finanziarie. Uno sciopero necessario per la detassazione delle tredicesime e l’aumento dei salari, il blocco delle privatizzazioni a partire dall’acqua, per l’affermazione dei diritti civili e di cittadinanza.
Abbiamo un’occasione straordinaria, lo Sciopero può e deve aprire la strada ad una generale ripresa del conflitto sociale e dell’opposizione in tutto il Paese.
Per questo è necessario partire dalla piattaforma sindacale, ma è anche indispensabile costruire alleanze e relazioni più vaste con quelle soggettività, che si sono già mobilitate contro le politiche del Governo, e che possono contribuire alla generalizzazione dello sciopero. È fondamentale, in questo, il coinvolgimento pieno dell’Onda, il movimento degli studenti che in pochi giorni ha sconvolto il torpore politico del Paese, e accogliere il loro contributo di idee a cominciare dall’istituzione del salario sociale.
Ma è altrettanto importante legare lo sciopero del 12 dicembre al Sud, alle zone interne, alla condizione che vivono i nostri territori penalizzati da troppi anni, e indicare una prospettiva per il futuro.
Uno sciopero per impedire la sottrazione di fondi Fas assolutamente indispensabili al Mezzogiorno; che sostiene la necessità di non cancellare il Reddito di cittadinanza in Campania e ne chiede il cofinanziamento al Governo nazionale; per un utilizzo degli investimenti pubblici e dei fondi europei non solo in funzione antirecessiva ma per provare a tratteggiare un nuovo modello di sviluppo: con la messa in sicurezza delle scuole e degli acquedotti, infrastrutture sostenibili e immateriali, case popolari e welfare. Ci vuole, soprattutto a guardare la specificità della crisi irpina e l’Fma, una politica di intervento pubblico nell’economia che scommetta sui settori innovativi come le energie rinnovabili, i motori elettrici e a idrogeno.
Un nuovo modello di sviluppo che punti sull’innovazione, le competenze e i diritti dei lavoratori, la ricerca.
Uno sciopero per la sostenibilità ambientale e contro una gestione fallimentare dei rifiuti, incentrata su megadiscariche e inceneritori, che il Governo, anche sul Formicoso, continua a imporre impiegando l’esercito e sperimentando un diritto emergenziale e asimmetrico.
Uno sciopero generale e generalizzato, che unisca, a partire dall’Irpinia, quel largo fronte di forze movimenti e soggetti che si collocano all’opposizione del Governo delle destre.
Noi saremo in piazza il 12 dicembre, assieme a tanti e tante, per dire, “la vostra crisi non la paghiamo”.
PRIMI FIRMATARI:
Gennaro Imbriano (Segretario provinciale Prc-Se); sen. Angelo Flammia ; Luciano Vecchia (Segretario provinciale FIOM-Cgil); Michele Di Maio (Legambiente Campania); Nicola Cicchetti (Segretario provinciale PdCI); Claudia Iandolo (scrittrice e docente); Pasquale Di Domenico (Unione degli Studenti), Michele Di Cosmo (operaio Laterificio Irpino, rsu, Assessore Comune di Calitri), Adele Giro (Segreteria provinciale FP-Cgil); Generoso Bruno (Comitato Politico Regionale Prc); Carlo De Vincentis (Segretario Cgil-Scuola); Agostino Pelullo (Assessore al Comune di Bisaccia); Marco Cillo (La Fionda di Davide); Antonio Di Ninno (Assessore CM Alta Irpinia); Emilio Ciotta (Assessore al Comune di Lioni); Franco Fiordellisi (Segretario provinciale FILCEM-Cgil); Francesco Melillo (RossoFisso); Felice Storti , (pittore); Cinzia Spiniello (Rifondazione per la Sinistra); Maria Grazia Valentino (Consigliera Comunale a Nusco); Paolo Speranza (giornalista)...
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martedì 9 dicembre 2008
Al Laceno d'Oro "La Classe" di Cantet.
Avellino. A Laurent Cantet, Palma d’Oro all’ultimo festival di Cannes con 'Entre les murs' – 'La classe', va, ancora in questo 2008, il premio Camillo Marino di un ritrovato Laceno d’Oro. E’dallo scorso anno, con il premio alla carriera a Marco Bellocchio, nel rispetto dello spirito dei fondatori, che l’appuntamento avellinese ha ripreso l’antica denominazione di Laceno d’Oro scelta nel 1959 da Camillo Marino, Giacomo D’Onofrio e Pier Paolo Pasolini per l’impresa, durata, poi, fino alla fine degli anni ottanta, del loro 'festival del cinema neorealistico'.
Nel cinema di Cantet “le maschere buone si confondono con le maschere cattive, ma - come dice l’anziana haitiana all’aeroporto in 'Vers le sud' - tutti portano una maschera” sia quando ad essere descritta è la personale iperbole eversiva del protagonista di 'A tempo pieno' - 'L’emploi du temps' – e sia quando la macchina da presa attraversa la frattura tra sistema ed individuo nella fabbrica di 'Ressources humaines', fino ad arrivare all’onda anomala del rap di 'Entre les murs' – 'La classe'. Con Laurent Cantet, accolto anche dalla presentazione, edita dalla rivista di critica cinematografica Sentieri Selvaggi, della sua prima monografia in italiano, sembra rinnovarsi, ancora una volta per l’Irpinia, la tradizione del cinema raccontato, allora da Marino con le pagine e l’inchiostro dei quaderni di Cinemasud, in una edizione del Laceno che, oltre al Premio Camillo Marino per Cantet, con il Premio Giacomo D’Onofrio, quest’anno, ha posto attenzione alla ricerca 'medialista' di Antonello Matarazzo, all’integrazione tra video ed opere 'fisse', che ha già consentito all’artista la partecipazione a numerosi festival internazionali. Un nuovo Laceno d’Oro, quindi, capace di premiare il cinema e la sua libera e scarnificante ricerca di verità.
di Generoso Bruno
Nel cinema di Cantet “le maschere buone si confondono con le maschere cattive, ma - come dice l’anziana haitiana all’aeroporto in 'Vers le sud' - tutti portano una maschera” sia quando ad essere descritta è la personale iperbole eversiva del protagonista di 'A tempo pieno' - 'L’emploi du temps' – e sia quando la macchina da presa attraversa la frattura tra sistema ed individuo nella fabbrica di 'Ressources humaines', fino ad arrivare all’onda anomala del rap di 'Entre les murs' – 'La classe'. Con Laurent Cantet, accolto anche dalla presentazione, edita dalla rivista di critica cinematografica Sentieri Selvaggi, della sua prima monografia in italiano, sembra rinnovarsi, ancora una volta per l’Irpinia, la tradizione del cinema raccontato, allora da Marino con le pagine e l’inchiostro dei quaderni di Cinemasud, in una edizione del Laceno che, oltre al Premio Camillo Marino per Cantet, con il Premio Giacomo D’Onofrio, quest’anno, ha posto attenzione alla ricerca 'medialista' di Antonello Matarazzo, all’integrazione tra video ed opere 'fisse', che ha già consentito all’artista la partecipazione a numerosi festival internazionali. Un nuovo Laceno d’Oro, quindi, capace di premiare il cinema e la sua libera e scarnificante ricerca di verità.
di Generoso Bruno
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domenica 7 dicembre 2008
Very Nichi.
Nichi Vendola, su Mtv, intervistato da Victoria Cabello.
Link:
http://www.mtv.it/tv/programmi/serie/dettaglio.asp?id_prog=38&id_epis=597&page=1&id=322377
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sabato 6 dicembre 2008
A Napoli, verso lo sciopero generale.
Nel percorso che ci porterà a prendere parte allo sciopero generale del 12, giovedì 11 dicembre, alle ore 17 presso la Sala in Piazza S. Maria La Nova a Napoli si terrà un dibattito a cui parteciperanno: MICHELE GRAVANO, segretario generale CGIL Campania; RICCARDO REALFONSO, economista; ANDREA DI MARTINO, segretario prov.le PRC Napoli; VITO NOCERA, capogruppo reg.le PRC; CORRADO GABRIELE, assessore reg.le al lavoro PRC; PEPPE DE CRISTOFARO, segretario reg.le PRC Campania; ALFONSO GIANNI, direzione naz.le PRC.
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La Sinistra verso lo Sciopero.
Si è svolto, giovedì pomeriggio, presso la Federazione provinciale di
Rifondazione in via Esposito, un attivo di dirigenti e iscritti del PRC per
discutere dello sciopero generale proclamato dalla CGIL per il prossimo 12
dicembre.
Nel corso della riunione, tra gli altri, sono intervenuti: il Segretario
provinciale del Prc, Gennaro Imbriano; Marco Petruzziello, operaio FMA;
Michele Casarano, operaio Carsten's; Andrea Canonico, responsabile
provinciale scuola del Prc; Agostino Pelullo, responsabile provinciale
Ambiente del Prc; Nando Todino, responsabile provinciale Lavoro del Prc.
Nell'ambito delle iniziative a sostegno dello sciopero è stato anche
presentato l'appuntamento del 9 dicembre "La Sinistra verso lo Sciopero",
l'assemblea a cui parteciperanno: il Segretario del Prc Gennaro Imbriano;
Luciano Vecchia, Segretario provinciale FIOM-Cgil; la scrittrice Claudia
Iandolo; Franco Fiordellisi, Segretario provinciale FILCEM-Cgil; Pasquale Di
Domenico dell'Unione degli Studenti; Michele Di Maio di Legambiente
Campania; Carlo De Vincentis, Segretario provinciale FLC-Cgil; GENNARO MIGLIORE, Direzione nazionale di Rifondazione.
Rifondazione in via Esposito, un attivo di dirigenti e iscritti del PRC per
discutere dello sciopero generale proclamato dalla CGIL per il prossimo 12
dicembre.
Nel corso della riunione, tra gli altri, sono intervenuti: il Segretario
provinciale del Prc, Gennaro Imbriano; Marco Petruzziello, operaio FMA;
Michele Casarano, operaio Carsten's; Andrea Canonico, responsabile
provinciale scuola del Prc; Agostino Pelullo, responsabile provinciale
Ambiente del Prc; Nando Todino, responsabile provinciale Lavoro del Prc.
Nell'ambito delle iniziative a sostegno dello sciopero è stato anche
presentato l'appuntamento del 9 dicembre "La Sinistra verso lo Sciopero",
l'assemblea a cui parteciperanno: il Segretario del Prc Gennaro Imbriano;
Luciano Vecchia, Segretario provinciale FIOM-Cgil; la scrittrice Claudia
Iandolo; Franco Fiordellisi, Segretario provinciale FILCEM-Cgil; Pasquale Di
Domenico dell'Unione degli Studenti; Michele Di Maio di Legambiente
Campania; Carlo De Vincentis, Segretario provinciale FLC-Cgil; GENNARO MIGLIORE, Direzione nazionale di Rifondazione.
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mercoledì 3 dicembre 2008
Il 13, a Roma, PER LA SINISTRA.
Sabato 13 dicembre, con inizio alle ore 13.30 e conclusione entro le ore 18, si terrà a Roma presso il teatro Ambra Jovinelli in via Guglielmo Pepe 41 (nei pressi della stazione Termini) l’Assemblea Nazionale di presentazione dell’associazione "Per la Sinistra".
L’assemblea sarà l’occasione per dare avvio ad una ampia consultazione popolare sui tratti distintivi che vogliamo assuma il nuovo soggetto della sinistra italiana. Protagonisti dell’incontro dovranno essere le donne e gli uomini, le associazioni e i movimenti che nel corso di questi mesi si sono misurati in ogni realtà del territorio nazionale con la necessità, dopo la sconfitta dello scorso aprile, di dare una speranza al popolo della sinistra.
L’assemblea sarà l’occasione per dare avvio ad una ampia consultazione popolare sui tratti distintivi che vogliamo assuma il nuovo soggetto della sinistra italiana. Protagonisti dell’incontro dovranno essere le donne e gli uomini, le associazioni e i movimenti che nel corso di questi mesi si sono misurati in ogni realtà del territorio nazionale con la necessità, dopo la sconfitta dello scorso aprile, di dare una speranza al popolo della sinistra.
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lunedì 1 dicembre 2008
Tagli alla Sanità, Valentino, Prc: “Abbiamo limitato i danni”.
È stato approvato da qualche giorno, in Consiglio Regionale, il disegno di legge “Misure di razionalizzazione e riqualificazione del sistema sanitario regionale per il rientro del disavanzo”.
Sulla vicenda interviene la Federazione provinciale del Prc che, da subito, anche partecipando ad alcuni cortei di protesta, aveva chiesto la modifica della prima bozza presentata dall’Assessore Montemarano, denunciando che quella proposta fosse troppo penalizzante per le zone interne dell’Irpinia.
"Grazie al lavoro prezioso della compagna Antonella Cammardella , vice Presidente della Commissione Sanità del Consiglio Regionale, dice Maria Grazia Valentino - responsabile Enti Locali del PRC, abbiamo limitato i danni.
Siamo riusciti ad evitare, anche grazie alle mobilitazioni popolari e all’impegno dei sindaci, che la scure dei tagli si abbattesse sulla già difficile condizione in cui vivono i piccoli comuni e abbiamo ottenuto, invece, la riduzione delle consulenze.
Resta comunque sconcertante che il Governo Berlusconi abbia imposto tagli così pesanti alla spesa sanitaria campana, mentre ha garantito in queste settimane cospicui finanziamenti alle banche e agli speculatori finanziari".
Sulla vicenda interviene la Federazione provinciale del Prc che, da subito, anche partecipando ad alcuni cortei di protesta, aveva chiesto la modifica della prima bozza presentata dall’Assessore Montemarano, denunciando che quella proposta fosse troppo penalizzante per le zone interne dell’Irpinia.
"Grazie al lavoro prezioso della compagna Antonella Cammardella , vice Presidente della Commissione Sanità del Consiglio Regionale, dice Maria Grazia Valentino - responsabile Enti Locali del PRC, abbiamo limitato i danni.
Siamo riusciti ad evitare, anche grazie alle mobilitazioni popolari e all’impegno dei sindaci, che la scure dei tagli si abbattesse sulla già difficile condizione in cui vivono i piccoli comuni e abbiamo ottenuto, invece, la riduzione delle consulenze.
Resta comunque sconcertante che il Governo Berlusconi abbia imposto tagli così pesanti alla spesa sanitaria campana, mentre ha garantito in queste settimane cospicui finanziamenti alle banche e agli speculatori finanziari".
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