mercoledì 17 dicembre 2008

Il pane e le rose, lettera a Brunetta.

Caro Ministro Brunetta,
non conosciamo le donne che lei frequenta oltre a quelle presenti nel governo, ma immaginiamo che il suo universo femminile sia alquanto ristretto. Solo ciò potrebbe spiegare la sua richiesta di innalzamento dell'età pensionabile e di equiparazione a quella degli uomini, in una sorta di “rivendicazione” di pari opportunità.
Ci tocca contraddirla e non di poco. Innanzitutto le donne vogliono vivere la propria vita dignitosamente, viverla con libertà ed indipendenza economica, vogliono realizzarsi nel lavoro conciliandolo con gli impegni familiari, vogliono vivere la maternità come una gioia e non come un impedimento al mondo del lavoro, vogliono essere rispettate dagli uomini a partire dai propri familiari e, possibilmente, vogliono vivere con molti spazi di felicità.
Le donne sognano di vivere tutto questo nel proprio paese, supportate da adeguati ammortizzatori sociali che assicurino loro l'applicazione reale - e finalmente efficace - delle pari opportunità in ambito lavorativo e professionale. In un paese dove si moltiplicano gli asili nido, dove le scuole funzionano, anche a tempo pieno, dove l'astensione dal lavoro per maternità non significa quasi sistematicamente licenziamento.
Purtroppo le donne che conosciamo noi sono le più sfruttate sul lavoro, le più vessate, quelle che il lavoro fuori casa si traduce spesso in lavoro di cura e di assistenza. Eccole domestiche o tate nelle case borghesi, eccole operaie nelle imprese di pulizia, eccole commesse, eccole operaie stagionali nei campi di raccolta. Eccole le lavoratrici sottopagate e a nero che dopo una giornata di duro lavoro - quale che esso sia - tornano a casa dove, ahimè, caro Ministro, non ci sono divani e giornali ad attenderle ma altre pesanti ore di lavoro domestico.
Le nostre donne, caro Brunetta, non sono veline o mogli di calciatori famosi, non sono “rifatte” ad immagine e somiglianza di stereotipi entrati, attraverso la televisione, nella “normale quotidianità” italiana, le nostre donne hanno il viso segnato dalle rughe della fatica, hanno la capacità di sopportare l'ingiustizia ed i soprusi , di contrastare la barbarie di tanti maschi, di riuscire ad rialzare ogni volta la loro linea di orizzonte.
Le nostre donne forse salveranno il mondo ma intanto lei ministro vuole innalzare l'età pensionabile senza sapere che noi vogliamo poter lavorare fino a 100 anni, ma di lavoro vero, che non vogliamo aspettare la pensione.
Noi vogliamo ora e subito il pane e le rose!


Cinzia Spiniello- Segreteria Provinciale Prc / Se

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