lunedì 15 dicembre 2008

I CAImani... Cronaca della scalata al club alpino.

Giovedì 11 dicembre ore 13.22 un trillo del cellulare mi segnala che qualcuno mi ha chiamato. Oggi è giornata di elezioni al CAI di Avellino per il rinnovo della presidenza e del consiglio direttivo ed io concorro alla presidenza contro l’altro candidato.
Forse c’è qualche novità? Richiamo la persona che mi ha cercato, un amico del CAI: “Ciao, mi hai cercato? Si Giancarlo, mi devi scusare ma stasera non vengo. Perché cosa è successo? Giancarlo, mi vergogno , mi sento un verme ma non posso votare per te anche se avevo insistito perché ti presentassi ed ho dovuto lasciare la mia delega ad un socio che mi ha avvicinato nei giorni scorsi”. La prendo sul ridere e con lui sdrammatizzo, ma appena chiudo il telefono, ho un sobbalzo tardivo di lucidità. Che sta succedendo? Ora mi imbufalisco seriamente, parlo con altri e manifesto l’intenzione di ritirare la mia candidatura. Non tutti sono d’accordo. L’amico che mi aveva segnalato l’episodio mi richiama per dirmi che è riuscito a farsi promettere dal socio a cui aveva consegnato la delega, che la delega stessa sarebbe stata stracciata, ma io decido di andare avanti e perciò alle 19.30 mi presento all’assemblea dei soci, e prima dell’inizio delle operazioni chiedo la parola e spiattello pari pari quanto sopra.
Scoppia il putiferio, ma nonostante l’imbarazzo l’assemblea decide di procedere nella consultazione. Io abbandono l’assemblea e con me molti miei sostenitori.
Intanto fuori cominciano a confluire le truppe nuscane, scese con un pulman apposito dal paese di De Mita. Non resta che assistere impotenti all’occupazione della sede da parte delle teste di cuoio che procedono disciplinatamente ed uniformemente come da istruzione all’elezione del nuovo organo direttivo e del presidente. Votazione bulgara ovviamente: 72 a 0 ed il gioco è fatto. Le milizie del grande vecchio dopo un lungo lavoro sotterraneo di delegittimazione dell’avversario, con un colpo di mano riescono ad occupare un altro piccolo fortilizio che servirà a controllare meglio il territorio di caccia.
Ma che ne sarà del Club Alpino Italiano sezione di Avellino? In mano a degli incompetenti, molto probabilmente dilapideranno il patrimonio di lavoro svolto in questi anni culminato con la segnatura dei sentieri montani, della loro sistemazione in forma catastale ed infine della pubblicazione delle tavole per l’orientamento sul territorio del Partendo e dei Picentini. Poco si dice da parte dei nuovi pervenuti che sicuramente sosterranno programmi politicamente più utili.
La novità più consistente è senza dubbio l’introduzione di questo disinvolto sistema di richiedere il consenso per mezzo dell’intimidazione e del ricatto, il resto con queste premesse di inquinamento verrà col tempo e non sarà un futuro promettente per il CAi di Avellino.


di Giancarlo Nebbia socio fondatore del CAI di Avellino

Nessun commento: