di Gennaro M. Imbriano, Segretario provinciale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
Ieri ero sul Formicoso, assieme ad alcuni amministratori ed esponenti del movimento ambientalista.
E ci siamo fermati a lungo proprio nei terreni in cui il Governo Berlusconi intende costruire una mega discarica.
Incredibile che di quello spazio aperto luminoso e spazzato dal vento si voglia fare un immondezzaio. Questa è la metafora della distanza vertiginosa che si è aperta tra le Istituzioni romane e quelle irpine, tra la politica e i cittadini.
E mentre eravamo su quell’altopiano, dove il 18 agosto ci sarà un grande concerto a cui parteciperà anche Vinicio Capossela, pensavo alle parole con cui il Presidente del Consiglio ha recentemente dichiarato a reti unificate la fine dell’emergenza rifiuti.
L’emergenza, purtroppo, non è finita. E non potrebbe finire neppure se si aprisse, sciaguratamente, l’ennesima discarica in Irpinia, perché manca la volontà di affrontare il problema a monte, secondo la filosofia delle "4 R" riduzione, raccolta differenziata, riciclo, riuso e ponendosi l'obiettivo strategico e possibile di rifiuti-zero.
Berlusconi, sulla cosiddetta emergenza rifiuti, sta sperimentando un nuovo modello di governo che prova ad impone le scelte con la forza, dentro uno stato d’eccezione artificialmente alimentato e che criminalizza il dissenso.
Su vicende come questa, ma anche sull’utilizzo dell’esercito per funzioni di ordine pubblico, sull’attacco al contratto collettivo nazionale di lavoro, sul federalismo egoista imposto dalla Lega, si misura il tentativo di riscrivere la Costituzione repubblicana e di ridefinire la qualità stessa della democrazia nel nostro Paese.
Dobbiamo provare, anche a partire dalle mobilitazioni antidiscarica, a costruire una opposizione politica e sociale, mettendo in campo proposte politiche alternative e forme di resistenza civile.
Stare sul Formicoso, dove con l’occupazione delle terre è stata scritta una delle pagine più importanti della nostra storia, è anche oggi una scelta a difesa della democrazia e dei nostri territori.
E ci siamo fermati a lungo proprio nei terreni in cui il Governo Berlusconi intende costruire una mega discarica.
Incredibile che di quello spazio aperto luminoso e spazzato dal vento si voglia fare un immondezzaio. Questa è la metafora della distanza vertiginosa che si è aperta tra le Istituzioni romane e quelle irpine, tra la politica e i cittadini.
E mentre eravamo su quell’altopiano, dove il 18 agosto ci sarà un grande concerto a cui parteciperà anche Vinicio Capossela, pensavo alle parole con cui il Presidente del Consiglio ha recentemente dichiarato a reti unificate la fine dell’emergenza rifiuti.
L’emergenza, purtroppo, non è finita. E non potrebbe finire neppure se si aprisse, sciaguratamente, l’ennesima discarica in Irpinia, perché manca la volontà di affrontare il problema a monte, secondo la filosofia delle "4 R" riduzione, raccolta differenziata, riciclo, riuso e ponendosi l'obiettivo strategico e possibile di rifiuti-zero.
Berlusconi, sulla cosiddetta emergenza rifiuti, sta sperimentando un nuovo modello di governo che prova ad impone le scelte con la forza, dentro uno stato d’eccezione artificialmente alimentato e che criminalizza il dissenso.
Su vicende come questa, ma anche sull’utilizzo dell’esercito per funzioni di ordine pubblico, sull’attacco al contratto collettivo nazionale di lavoro, sul federalismo egoista imposto dalla Lega, si misura il tentativo di riscrivere la Costituzione repubblicana e di ridefinire la qualità stessa della democrazia nel nostro Paese.
Dobbiamo provare, anche a partire dalle mobilitazioni antidiscarica, a costruire una opposizione politica e sociale, mettendo in campo proposte politiche alternative e forme di resistenza civile.
Stare sul Formicoso, dove con l’occupazione delle terre è stata scritta una delle pagine più importanti della nostra storia, è anche oggi una scelta a difesa della democrazia e dei nostri territori.
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