di Alessandro Sabiucciu Mps
Sabato saremo a Roma, a fianco della CGIL, con le nostre bandiere, con i nostri programmi. Non si tratta solamente di una scelta, pur importante, di solidarietà verso la più grande organizzazione sindacale sottoposta ad un attacco virulento da parte della destra che governa l’Italia. Si tratta di scendere in piazza per rivendicare misure concrete, a favore del lavoro, in una crisi dalle conseguenze drammatiche per i lavoratori e gli strati più deboli della popolazione, per sostenere una diversa qualità della relazione tra ambiente e lavoro attraverso la quale costruire anche le condizioni di uscita dalla crisi, per porre un argine alla deriva autoritaria della democrazia che si manifesta a partire dalla negazione del diritto di voto ai lavoratori.
Il governo Berlusconi persevera nella pratica degli annunci (operazioni di marketing politico), senza che alcun provvedimento concreto si sia ancora visto, mentre le condizioni materiali delle persone continuano a peggiorare, come confermato da tutti gli indicatori statistici (CIG, CIGS, Mobilità, iscrizioni al collocamento). Cresce l’incertezza e l’insicurezza sociale ed aumentano i processi di fragilizzazione delle identità individuali, in un quadro di precarietà sistemica. Senza una chiara ripresa del conflitto sociale, senza una ritrovata, ricostruita, capacità della sinistra di definire un progetto politico unificante per questa società frantumata, c’è il pericolo che si saldino, ancora di più, le derive razziste con le spinte populiste: una miscela devastante, tesa a perseguire una “privatizzazione del tutto” (dall’acqua alla scuola), che colpirà tutte le reti di protezione sociale.
Credo che la posta in gioco sia chiara e possiamo già anticipare, dai segnali che arrivano dai territori per numero di pullman e di treni speciali, che la partecipazione sarà grandiosa. La straordinaria riuscita della manifestazione sarà utile ad impedire il consolidamento di un blocco sociale conservatore, con venature persino reazionarie, razziste e xenofobe, e potrà aiutare la definizione di una piattaforma sociale, culturale, politica, per la quale noi del Movimento per la Sinistra ci rendiamo disponibili. Dalla difesa del Contratto Nazionale di Lavoro, al raddoppio della durata della Cassa Integrazione per coprire tutto il periodo della crisi, all’aumento dell’indennità di disoccupazione, fino al rilancio degli investimenti sulla ricerca, l’istruzione, sulle energie rinnovabili e sulle tecnologie dolci come sfida anche occupazionale per il presente ed il futuro prossimo, tutte le proposte della CGIL sono condivisibili.
Vogliamo portare il nostro contributo proponendo una totale ed incondizionata “moratoria” dei licenziamenti, che serve soprattutto per quelle lavoratrici e lavoratori precari e o della piccola e piccolissima impresa e dell’artigianato: moratoria che si può ottenere estendendo, erga omnes, la cassa integrazione a tutte e tutti a prescindere sia dai settori merceologici di appartenenza e che dalla dimensione occupazionale della struttura di lavoro. L’obiettivo deve essere: nessun licenziamento durante la crisi! Per realizzarlo serve un po’ di “deficit spending” con buona pace dei turbo liberisti.
Nell’immediato queste misure servono come una sorta di “terapia della riduzione del danno”, sono utili a salvaguardare soglie fondamentali di reddito e di consumi, sono imprescindibili per mantenere un “pavimento” dei diritti ed evitare di passare da una crisi economica, per quanto gravissima, ad una depressione economica che travolgerebbe soprattutto i più deboli.
La rimessa in campo di una sinistra degna di questo nome non può realizzarsi, però, limitandosi ad interventi, per quanto importanti, di natura congiunturale. Serve un PIANO NAZIONALE per il LAVORO. Dopo la sconfitta alla Fiat degli anni ’50, Giuseppe Di Vittorio seppe riaprire i percorsi politici e propose il Piano per il Lavoro. Oggi serve uno scatto di analoga forza politica. Serve al mondo del lavoro ed al sindacato e serve alla sinistra politica.
La ricostruzione della centralità sociale del lavoro, la messa in campo di una proposta complessiva di ridisegno dei diritti del lavoro, oggi devastati dalle diverse legislazioni e dalla polverizzazione produttiva, la possibilità di sviluppare nuove piattaforme sociali unitarie anche attraverso forme di salario sociale, passano solo attraverso un disegno strategico di grande spessore culturale, politico e sociale. Un Piano Nazionale per il Lavoro come strumento per la tutela dei diritti, per una stagione di sviluppo economico armonico tra lavoro e ambiente, come piattaforma per la ricostruzione della sinistra politica in Italia ed in Europa. Proponiamo alla CGIL di avviare i confronti per costruirlo sfidando, per questo obiettivo, l’insieme delle forze di sinistra e democratiche.
venerdì 3 aprile 2009
Il 4 aprile per un nuovo Piano nazionale del lavoro.
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